Varco la soglia della nuova sala operativa come se fossi la padrona del mondo. Ho acquisito forza e sicurezza. Sono in piedi, molto più cattiva di prima "Buongiorno a tutti" mi metto al centro e guardo la mia squadra composta dalle ragazze e da Alex. Lo voglio accanto a me, so che mi sarà più utile se lo coinvolgo "Questa è la prima riunione dopo l'incidente. Vi voglio ringraziare per la pazienza riservatami. Adesso sono di nuovo totalmente in forma.. cominciamo"
Triana prende la parola "Genaro" compare la sua faccia sullo schermo grande "Purtroppo Zulema deve avergli rivelato che lo stavamo seguendo grazie al suo cellulare e lo ha gettato due mesi fa" ottimo quindi l'unico collegamento che avevamo è fumato "Zulema ha anche distrutto il suo telefono, non possiamo rintracciarla e nemmeno comunicare con lei"
"Devi pur avere una buona notizia" commenta la Riccia.
"Negli ultimi due mesi ho controllato tramite satellite gli unici due luoghi che frequentavano.." ci sono le immagini degli uomini di Ramala che portano via le cose dalla Villa e dalla casa di Genaro "Hanno traslocato. Non vi so dire dove si siano diretti perché non ho le immagini e non ho avuto modo di seguirli anche a distanza.. quindi direi che.."
"Siamo al punto di partenza" riassume Alex in poche parole.
"Beh.. non necessariamente.. abbiamo ancora quel numero sconosciuto" mi volto verso Triana "È un azzardo ma se mi risponde il proprietario di quel telefono e lo trattengo abbastanza puoi rintracciarlo.. è corretto? Avremo un punto da cui partire"
Triana esclama vittoriosa "Fortuna vuole che l'ho conservato!"
Goya sta mangiando un lecca-lecca "Bionda, sai chi potrebbe essere il proprietario?"
Sorrido maliziosa "C'è un solo modo per scoprirlo" Triana mi passa un post-it sul quale ha scritto in bella grafia il numero di telefono. Prendo il cordless "Fai in modo che risulti una chiamata sconosciuta.. Ragazzina, cerca di essere veloce" le strizzo l'occhio e
compongo sul tastierino."Maca, metti il vivavoce" mi chiede Saray e con un tasto la accontento.
Il telefono inizia a squillare e io inizio a pregare silenziosamente. Smette di suonare e sento il respiro di qualcuno dall'altra parte. Metto le mani sul tavolo "Con chi ho il piacere di parlare?" Ho un tono duro, sicuro, quasi ironico.
"Sono io"
Non servono le presentazioni, quella voce roca la riconoscerei tra mille. È la prima volta che sento la sua voce dalla sparatoria. Non dice altro, siamo tutti un po' sorpresi e onestamente tante volte in questi mesi ho immaginato di confrontarmi con lei ma mai così. Ho un tono totalmente diverso, più freddo e distaccato "Dovevo immaginarlo" sa a cosa mi riferisco: ogni indizio lo avevo sotto gli occhi ma non volevo vedere. Dovevo capire come stavano le cose molto prima di prendermi una pallottola. Sono stata stupida e mi prendo le mie responsabilità.
"Maca.. non volevo che le cose andassero in questo modo"
Rido. È patetica. L'intera situazione è paradossale "Hai cercato di uccidermi, Zulema"
"Oh andiamo biondina tu mi conosci"
"Io non credo proprio" ringhio e tolgo il vivace afferrando la cornetta. Questa conversazione è solo nostra e voglio godermi ogni singolo istante. Mi volto, dando le spalle alla mia squadra. Zulema non sa quanto male mi ha fatto, io stessa non riesco a quantificare l'enorme vuoto che ha lasciato, mi sento persa "Perché la donna che conoscevo non mi avrebbe mai tradita in questo modo"
"È così che la vedi quindi"
Sembra infastidita, probabilmente se fosse qui mi starebbe sfidando con lo sguardo "Non c'è altro modo di vederla.." sibilo. Scandisco le parole mentre nella mente scorrono tutte le immagini. Tutti quello che abbiamo vissuto insieme, davvero ho interpretato male ogni cosa? Deve essere per forza così.
"Devo andare"
Lei non ha altro da aggiungere quando io ho solo iniziato "Zulema" la chiamo e lei non mi chiude la comunicazione. La sento respirare dall'altro capo del telefono. Per rintracciarla ci vuole più tempo. Abbasso la testa e chiudo gli occhi. Ricordo come mi sono sentita la notte che mi hanno portato vai Sofia. Lei mi ha portato in ospedale e in quel parcheggio, la nostra intimità. Mi sono mostrata vulnerabile più di una volta e non me ne sono mai pentita, fino ad ora. Mi ha promesso l'impossibile e io le ho creduto. Mi sono lasciata andare quella notte, pensando che oltrepassare i limiti una seconda volta potesse significare finalmente una svolta per noi. Ma ho preso solo portate in faccia da quando la conosco. Mi sta scoppiando la testa, mi concedo di cedere a un attimo di sincerità "Io ero innamorata di te"
"Non dire così"
Si affretta subito a dire. Il suo tono è cambiato, più flebile. Decisamente più fragile, non si aspettava questo e nemmeno io. Non mi importa più di nulla, se la devo trattenere sarà perché le sto dicendo la verità "Ho sempre avuto paura di questo ma più mi allontanavo più tu mi riportavi da te. Non siamo mai state brave a definirci forse perché non esiste un termine appropriato ma so che sei stata importante. L'unica a capirmi davvero ed è paradossale pensare che mi hai dato forza quando più mi sentivo vulnerabile" scuoto la testa guardando il muro davanti a me. Le sto parlando con il cuore, dicendo tutto quello che da sempre tengo dentro solo perché so che non c'è rimasto più nulla in me. Sento le lacrime minacciare uscire e il mio cuore spezzato sanguina, tutto questo sta accadendo perché io non mi sento più me stessa. Vorrei piangere perché lei ha fatto in modo che perdessi me stessa. Ma no. Non andrò oltre. Non mi restano nemmeno più lacrime da versare.
"Maca.. io ho solo cercato di fare la cosa giusta"
La cosa giusta. La cosa giusta per chi? Sicuramente non per me. La cosa giusta per se stessa. Perché lei è e resterà sempre una stronza egoista, cosa che non ha mai perso occasione di dimostrare. Ma cosa ho visto in lei per darle tutto questo potere? Prendo un respiro profondo. La mia oscurità affoga quel dolore nella rabbia, ecco cosa ha creato: una versione di me che non conosce altro che rabbia. "Spero che tu sappia che ero la tua ultima possibilità di essere felice e mi hai buttata via" ringhio digrignando i denti e serrando la mascella, ora sto mostrando la vera me, quella che sono ora. A causa sua. "Mi vendicherò e mi riprenderò Sofia, te lo giuro.. e quando ti ammazzerò, perché lo farò, ti renderai finalmente conto che quello che hai distrutto oggi valeva molto di più dei soldi, Zulema" le chiudo la comunicazione in faccia, non voglio più sentire nemmeno una parola. Prendo un respiro e mi ricompongo "L'ho trattenuta abbastanza a lungo?" Mi volto verso Triana come se non fosse accaduto nulla. Come se avessi parlato di sciocchezze.
La ragazza si schiarisce la gola "Sì.. Abbiamo un indirizzo"
Annuisco "D'accordo.. vediamo le immagini"
Le altre mi stanno guardando letteralmente scioccate "Che cosa? Stavi-stavi solo fingendo? Per rintracciarla?" Mi chiede Riccia, sconvolta più di tutte.
Alzo le spalle "Sì certo" sorrido maliziosa. No. Certo che no.
Mi volto verso lo schermo gigante, sento la mia maschera crollare ma non lo mostrerò a nessuno, Saray mi affianca "Io non ti credo" emette un sussurro impercettibile che anche io ho fatto fatica a sentire.
La guardo "Questo non è un problema mio"
Triana inserisce le coordinate sul server del satellite e abbiamo le immagini del nuovo rifugio. Zulema è sul balcone a fumare una sigaretta appoggiata al muretto. Dalla sua espressione posso vedere chiaramente quanto quella conversazione l'abbia turbata. Contrariamente da quello che pensavo, vederla non mi fa alcun effetto. Non sento proprio niente. Assolutamente niente. D'altronde però è così che funziona quando ti strappano il cuore dal petto: ti privano di qualsiasi sentimento.
Sorrido trionfante nel vederla così amareggiata: sono finalmente la figlia di puttana che tutti volevano vedere.
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Buonanotte ✨
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I am a warrior
Fanfiction(Dopo Vis a Vis - El Oasis) Dopo il Marocco, Macarena si trova ad affrontare un periodo buio. È possibile che la morte della sua nemica numero uno sia la causa del suo malessere? Tutto ciò che sa è che l'ultimo colpo l'ha segnata parecchio, Maca n...