Una lotta interna

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PORCA PUTTANA.

Attraversa la sala come se fosse la proprietaria. Ci saluta regalando un sorriso di convenienza falsissimo e abbraccia Saray, che è sicuramente l'unica contenta di vederla in questo momento. Si siede di fronte a me e mi squadra con il suo sguardo penetrante. Posso percepire la sua insistenza, ma io sono troppo impegnata a fingere che non mi faccia effetto. Parlo con le altre, ci raccontiamo e faccio letteralmente di tutto per godermi la serata senza calcolarla. Non le rivolgo nemmeno la parola, fingo semplicemente che non ci sia. Nel frattempo che ridiamo e scherziamo, arriva il cameriere a prendere le ordinazioni. È un ragazzo sulla trentina, molto attraente "Che ti porto, bellissima?"

Gli sorrido appena notando il suo sguardo così ammaliato da me. Sento quelle stronze delle mie amiche strozzare delle risate che fortunatamente non si sentono a causa della musica molto alta "Un Long Island, grazie"

Appena ci lascia Saray non perde occasione di mettermi in imbarazzo "Avesse potuto, ti avrebbe strappato quel vestitino!" ride insieme alle altre, solo una persona resta immobile ed è proprio seduta di fronte a me. La guardo per un secondo facendo finta di niente e mi rendo conto che è rigidissima. Chissà cosa la infastidisce? Non mi importa.

"10 euro che appena torna le chiede di uscire!" propone Antonia.

"Ma che 10? 20!" Esclama Kabila ridendo e io la fulmino "Scusa Maca ma sono soldi facili"

"Dico 30!" Ride Saray dando una gomitata allo scorpione "Tu, Zule? Rilanci?" la gitana sa perfettamente che questo argomento la sta facendo morire di gelosia. Devo ammettere che una parte di me è soddisfatta. Zulema si limita a trucidarla con lo sguardo senza rispondere, scoppio a ridere divertita.

Antonia mi chiama "Ehi Maca! Guarda sta tornando!" mi tira per un braccio "Tutte pronte con i soldi eh!" scoppiamo a ridere.

Mi volto e lo vedo dirigersi verso di noi con il vassoio pieno. Mi porge il mio drink, sfiorandomi appena la mano. Noto che non se ne va perciò gli rivolgo uno sguardo interrogativo "Senti.. io stacco alle due.. se ti va, dopo potremmo bere qualcosa insieme" faccio davvero fatica a non ridere.

"È già impegnata" sento una voce gelida e non ho bisogno di guardare per sapere chi ha parlato.

Lui rimane spiazzato, come il resto del nostro tavolo, chissà perché io invece non sono affatto sorpresa "Perdona la mia amica.. è nata acida! Comunque in realtà ha ragione.. mi dispiace" gli rivolgo un sorriso comprensivo e lui mi ricambia prima di andarsene sconfitto. Mi volto verso di lei e le lancio un'occhiataccia. Di contro lei mi sorride soddisfatta e afferra il suo drink trionfante, mi rendo conto che è la prima volta che la guardo davvero da tutta la sera e che lei ha centrato perfettamente il suo obiettivo.

"Perdonami.. ho rovinato qualcosa?" Mi chiede divertita.

"Tranquilla" so che mi sta provocando ma lei forse non si ricorda quanto sono in grado di tenerle testa "So che se non rovini tutto non sei contenta" dico tagliente e lei sussulta appena, di certo non si aspettava una risposta del genere.

"Finalmente mi rivolgi la parola" effettivamente l'avevo salutata appena.

Mi rendo conto che sono io quella in torto ma ho le mie buone ragioni per tenerla distante, ragioni che non dirò certo ad alta voce "È il compleanno della Riccia.. scusa non sei al centro del mondo"

La tensione è alle stelle, fa per rispondermi ma la Riccia si intromette "Ci sono cose che non cambiano mai eh" ride, mi afferra la mano "Dai Maca! Andiamo a ballare!" Mi trascina via dal tavolo per portarmi in mezzo alla pista e iniziamo a ballare come pazze.

I am a warrior Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora