Abbi cura di te

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"Che ci fai qui?"

"Saray mi ha detto che l'hai tenuta.. sono venuta a controllare di persona" non me la bevo, chiaramente non dice tutta la verità, ma lascio correre perché non ho voglia di litigare. Salgo i gradini e apro la porta con le chiavi "Posso?"

"Questa era anche casa tua.. non devi chiedermi il permesso" entro e mi dirigo verso il frigo "Vuoi qualcosa da bere?" 

"Una birra" la vedo con la coda dell'occhio girare e osservare ciò che molto tempo fa era il nostro posto. Le stappo la birra con un colpo secco e gliela porgo "Non la ricordavo così piccola" posa gli occhi sull'unico letto. Posso immaginare a cosa sta pensando.

"Dov'è.."

"Con Genaro" Non servono molte parole, ci intendiamo alla perfezione, presumo che certe cose non cambiano mai.

Lo sguardo le cade sulla nostra foto ancora appesa, potrei giurare di averla vista per un secondo cambiare espressione "Non sapevo che fosse una storia seria" ma ovviamente non dice nulla al riguardo, non che ci fosse qualcosa da dire.

"Non sai moltissime cose" sussurro ma sono sicura che mi abbia sentita.

"È rimasto tutto come lo avevo lasciato" apre l'armadio trovando i suoi vestiti.

La situazione sta diventando insostenibile "Che cosa vuoi Zulema?" Sento nella mia voce quanto sono nervosa ed era una cosa che preferivo evitare di mostrarle.

"Chiederti scusa" il mio cuore si ferma per un attimo.

"Cosa!?" Rido istericamente "Zulema Zahir che chiede scusa.. è una novità!" la prendo in giro e lei fa appello al suo autocontrollo per non aggredirmi.

"Se mi avessi fatto ciò che ti ho fatto io.. avrei reagito peggio di te.." ha un mezzo sorrisetto ma poi svanisce per tornare seria, mi guarda dritto negli occhi "Ma non pensare nemmeno per un secondo che per me sia stato facile

"Perché?" È tutto ciò che le chiedo.

"Lo sai" sì lo so ma non basta.

"Voglio sentirtelo dire" sento che le ferite si stanno riaprendo.

"Meritavi una seconda possibilità" è totalmente sincera, lo capisco dal fatto che non riesce a guardarmi. 

Rido "Cazzo allora non hai capito niente"

Invece lei è sempre un passo avanti, ha analizzato la situazione ed è giunta ad una conclusione "Io sono marcia.. non vado bene per te, tanto meno per tua figlia.. ti ho solo fatto un favore" il suo tono gelido, come se niente la toccasse. La conosco troppo bene per cascarci. 

So perfettamente che si sente indegna di amore "Non è così" scuoto la testa amareggiata. Se solo capisse quanto vale. 

Si avvicina "Sì invece" ha abbassato ogni barriera e si sta mostrando vulnerabile, per me.

"No.." appoggio la fronte contro la sua. Sento le lacrime minacciare di uscire "Zulema.. Mi hai fatto male" sussurro con voce rotta.

"Lo so. Per questo ti ho lasciata andare. Non lo vedi? Rovino tutto ciò che tocco" Anche lei sta soffrendo "..avevi detto chiaramente che ero il tuo cancro, che non potevi vivere se c'ero io. Ho solo assecondato la tua volontà"

I am a warrior Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora