La mia guerra

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Il viaggio è lungo e vedo il sole tramontare nascondendosi dietro alla collina alle nostre spalle.
Penso a quello che sta per accadere e posso immaginare che giorni mi aspettano "Zulema.."

"Bionda?" non distoglie lo sguardo dalla strada.

"Io dovrò andare in Marocco.. ecco voglio solo dirti che non sei obbligata a seguirmi.." non voglio averla più sulla coscienza. Lei è libera di restare ma spero che mi aiuti perché con i suoi contatti riuscirei ad avere un vantaggio che da sola di certo non avrei. In più vorrei che fosse al mio fianco, avrò sempre bisogno di lei, anche se non mi piace ammetterlo.

Scoppia a ridere "E chi ti aiuta se non vengo?"

"Voglio solo dire che non mi devi nulla.. Voglio che tu scelga liberamente" cerco di spiegarmi ma lei mi blocca subito.

"Io scelgo sempre liberamente.. e so che non mi devi nulla. Se vengo non lo faccio perché mi sento responsabile, ma perché voglio farlo. Sei più serena adesso?" Mi chiede rivolgendomi un'occhiata veloce, usa un tono fermo che non ammette repliche.

"Grazie" annuisco e per il resto del viaggio non parliamo, siamo assorte dai nostri pensieri e la verità è che tra di noi il silenzio non è mai imbarazzante, anzi, lo definirei quasi rassicurante. È il nostro silenzio.

Arriviamo a destinazione ormai a tarda sera, le tenebre della notte ci avvolgono e io mi sento nel mio habitat naturale.

Sono la prima a scendere dall'auto e la Riccia mi viene incontro "Come stai?"

"Bene Riccia" dico cercando di non soffermarmi troppo sui dettagli.

"Sicura?" Mi chiede cercando di carpire qualche informazione in più. Ma io non voglio pietà, non voglio protezione, non voglio essere quella da consolare.

Zulema ci sorpassa "Puoi smettere di chiederglielo?" Dal suo tono capisco che anche lei è stanca di questi atteggiamenti iperprotettivi "Non ha più bisogno di una mamma chioccia"

La Riccia si sente un po' ferita perché si aspettava che la difendessi, ma la verità è che prima si rendono conto che sono cambiata e meglio è. Raggiungiamo le altre. Sfilo le chiavi della caravana dalla tasca e le lancio a Zulema "Tieni.. aprila.. ci sono delle birre in frigo"

"A casa?" Chiedo a Goya.

"Tutto risolto come stabilito" mi fa un sorriso che è tutto un programma, mi scappa da ridere.

"Sono più utili come concime" commenta Saray ridendo.

"È ora di cena e non c'è nulla qui. Quindi direi di fare così: Goya, aiuta Triana e Saray a scaricare la macchina.. Kabila torna in città per procacciare del cibo.." dico massaggiandomi un po' le tempie. Sono visibilmente esausta.

"Agli ordini" eseguono alla lettera ciò che ho richiesto senza battere ciglio.

Zulema è appoggiata sulla soglia della Roulotte "E ora?"

"E ora scopriamo dove cazzo si nasconde quel bastardo" dico entrando.

Zulema fa una serie di telefonate ai suoi contatti, non capisco una parola dal momento che parla in arabo ma capisco che è incazzata perché sta camminando avanti e indietro fumando la sua solita sigaretta e ha lo sguardo infuocato. Raramente urla quando è incazzata, piuttosto sibila come un serpente.

Kabila arriva con pizze calde e dei viveri a lunga scadenza per i restanti giorni in cui rimarremo qui. Tre settimane di riposo ma spero di cavarmela con due. Tengo il ghiaccio sul fianco che mi dà un certo sollievo. Pensiamo che dobbiamo avere un piano, coordinarci un minimo per non arrivare impreparati in Marocco. Ci sediamo a tavola e iniziamo a mangiare.

Zulema finisce l'ultima telefonata e si unisce a noi "Allora i miei contatti dicono che ha lasciato la sua residenza dopo il suicidio della figlia"

"Non c'è modo di localizzarlo?" Mi rivoglio a Triana, l'informatica della squadra. Sapevo che non sarebbe stato facile ma la speranza è l'ultima a morire.

"Allora vediamo.. usa radioline e non telefoni.." pensa ad alta voce.

Afferro il mio cellulare e lo passa "Tieni" mi guarda confusa "Ramala userà radioline ma noi conosciamo una persona che non è così intelligente"

"Dio Bionda sei un genio" esclama Saray.

Triana tira fuori il suo portatile e inizia a localizzare il cellulare di Genaro nella speranza che ci porti a qualcosa.

Mentre siamo tutte con il fiato sospeso, la Riccia si affianca a me e mi sussurra nell'orecchio "Così autoritaria non ti facevo proprio.. sei libera di sottomettermi tutte le volte che vuoi" arrossisco appena perché non sono più abituata alle sue avance.

"Ehi Bionda.. quando hai finito di flirtare.. abbiamo un indirizzo" mi richiama Zulema alla realtà.

"Ma che vuole?!" La Riccia inizia a non sopportare le sue intromissioni, io alzo le spalle innocente.

Mi avvicino al portatile e ignoro la faccia infastidita di Kabila, ci sono cose più importanti di questo triangolo patetico. Guardo Zulema "I tuoi uomini possono dare un'occhiata?"

Lei ha già il telefono in mano "Li chiamo immediatamente"

"Zulema.." la richiamo.

"Che?" Lei si gira con un'espressione interrogativa e anche un po' irritata.

"Tra due settimane voglio essere in Marocco. Trovaci un passaggio" sono decisa e lei mi fa cenno di assenso con il capo. Mi volto verso le altre "Io vi ringrazio per tutto quello che state facendo... ma so che siete uscite dopo anni di carcere e capisco se non ve la sentite di buttare via tutto per me. Ci sono alcune di voi che hanno molto da perdere" guardo Saray "Non voglio che vi sentiate obbligate a venire.. questa è la mia guerra"

Si guardano fra di loro e capisco che hanno preso una decisione all'unanimità "Mi è sempre piaciuto il Marocco" dice Saray dandomi una pacca sulla spalla.

Zulema rientra nella caravana, la stanza cade nel silenzio per ascoltare lo scorpione "Ho trovato un aereo, partiamo tra 15 giorni"

Il resto della serata lo passiamo senza toccare l'argomento che mi sta massacrando il cervello. Cerchiamo di essere spensierate, abbiamo tutte bisogno di non pensare. L'effetto degli antidolorifici dell'ospedale sta lentamente svanendo lasciando spazio a un dolore lancinante che non mi permette di respirare, Riccia se ne accorge e mi porta le medicine "Devi prenderle".

La ringrazio con lo sguardo e butto giù un paio di pasticche. Zulema ha ragione.. sono davvero forti! Subito entro in uno strato di trance. Lo scorpione accanto a me mi sta osservando attentamente, potrei scommettere che sta anche sorridendo divertita.

"Maca forse dovresti stenderti" mi consiglia la Riccia.

Annuisco, non ho più forze "Ce la porto io" sento la sua voce, la sua inconfondibile rauca voce "Andiamo Rubia" mi prende per un braccio e mi solleva dalla sedia facendo attenzione a non farmi male. Mi porta sul letto, mi sfila le scarpe e mi copre con una coperta "Te lo avevo detto che erano piuttosto forti"

"Guarda che so che ti stai divertendo, stronza! Almeno potrò dormire un po'" in realtà non ne sono poi così sicura, ma tentar non nuoce. Chiudo gli occhi e cerco di rilassarmi.

Penso che Zulema sia tornata dalle altre ma poi sento che mi sfiora il viso delicatamente con le punta delle dita portando una ciocca di capelli dietro l'orecchio "Riposa Biondina".

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Buongiorno Splendori ☀️

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