Sei il mio incubo

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 "E tu che ci fai qui?"

Una Zulema visibilmente incazzata barcolla aggrappandosi alla staccionata del portico. È ubriaca "Sono venuta a parlare con te"

Mi alzo e butto la cicca, metto le mani sui fianchi e la squadro "A notte fonda e ubriaca?" Mi fa strano vederla così fuori dal suo controllo "Come hai fatto ad entrare?"

"Ho scavalcato" mi dice tranquillamente come se fosse una cosa del tutto normale. 

Sgrano gli occhi "Ma sarà un muro alto più di due metri!"

"Ehi Biondina sono evasa dal carcere più di una volta.. cosa vuoi che sia un muretto?!" Mette il broncio come una bambina di due anni e scoppio a ridere. Mi passo una mano sul viso. E adesso? 

"Zulema.. torna a casa. Parleremo in un altro momento" uso il mio tono da mamma severa e lei mi guarda un po' accigliata. 

"Non me ne vado finché non avremo parlato" mette il broncio e si siede sui gradini. 

Alzo gli occhi al cielo. Ma seriamente?! 

"Va bene.. cosa vuoi dirmi?" Le chiedo sedendomi di nuovo sul dondolo.

 "Onestamente non ti capisco" dice "Scopri che sono viva e mi riempi di botte, mi presenti tua figlia, mi baci ma mi dici addio, ci rivediamo e fai la stronza, ballo con uno e scappi in preda alla gelosia.. non avevi questo sbalzi d'umore nemmeno durante la gravidanza!" quanto la odio. Il suo atteggiamento superiore, il tono da maestrina del cazzo. Detesto ogni cosa di lei. 

Se pensava di zittirmi con questo modo di fare ha sbagliato di grosso "E tu che ne sai di com'ero? Non c'eri"

Ride, ha sempre amato la mia capacità di tenerle testa come del resto lei ha sempre saputo come mettermi all'angolo ".. ti sembra un comportamento coerente?" Una domanda più che legittima alla quale non so rispondere.

"Ti sei intrufolata in casa mia ubriaca nel cuore della notte per rimproverarmi del mio comportamento nei tuoi confronti?" Faccio a mia volta una domanda scomoda e la zittisco. Mi alzo in piedi e afferro il mio cellulare "Ora basta ti chiamo un taxi.. ricordi il tuo indirizzo?" Realizzo che non so dove abita e disturbare Saray per chiederlo è fuori questione. Lei mi guarda come se non avesse capito nulla "C'è l'avrai un posto dove andare, cazzo!" Protesto. Incredibile che me la trovo sempre tra i piedi. Ora inizio a capire come si sentiva in carcere quando ero io la rompicoglioni. Penso che voglia solo farmela pagare. Getto la spugna "Va bene per stanotte resterai nella mia camera degli ospiti" sbuffo rumorosamente e la invito ad alzarsi. Dopo qualche tentativo mi rendo conto che non si regge in piedi. Le prendo un braccio e me lo metto sulle spalle e poi mi aggrappo alla sua vita con l'altro "Sappi, Zulema Zahir, che me la pagherai.. con gli interessi!" penso ad alta voce. 

"Stai zitta che in fondo la cosa ti sta divertendo" mi risponde a tono, nonostante il suo stato sa perfettamente che ho un conflitto interno a causa proprio di questo contatto fisico. 

"E meno male che non ti fa niente" commento ridendo ed entriamo in casa "Totalmente immune all'alcol e alle droghe.. che stronzate!" la prendo in giro.

"Sono totalmente in grado di intendere e volere" dice a voce un po' troppo alta.

"Cerca di fare silenzio, se mi svegli Sofia t'ammazzo!" Saliamo le scale barcollando "Ma quanto cazzo pesi?!" Ride. Adoro la sua risata. Non la sento spesso purtroppo. Rischiamo di cadere più volte ma alla fine arriviamo nella mia camera degli ospiti. Faccio per mollarla sul materasso ma lei si aggrappa a me e cadiamo insieme. Cerchiamo di soffocare le nostre risate per non svegliare nessuno. Mi giro e me la ritrovo a pochi centimetri dal mio viso.

Per qualche minuto siamo immerse nel nostro silenzio, dovrei alzarmi e andare via ma non ci riesco. "Sei felice?" 

 "Cosa?"  Le chiedo confusa. 

I suoi occhi parlano da soli "Rispondi e basta" 

Non ha alcun diritto di chiedermelo. Mi accorgo che ha ancora la tuta elegante del compleanno "Vuoi qualcosa di più comodo?" 

"Una maglietta andrà benissimo" annuisce, sembra una bimba, non c'è nemmeno l'ombra dello scorpione temuto da tutti.

"Aspetta qui" mi alzo e vado a frugare nel mio armadio, trovo una maglietta nera larga e gliela porto.

Si alza sui gomiti e mi osserva "Ma quella è mia!" mi fa notare.

Guardo meglio l'indumento: Cazzo. "No Zule.. non sei l'unica ad avere una maglietta nera nell'armadio" speriamo che sia abbastanza ubriaca da non notarlo "Ce la fai da sola?" Spero che mi dica di sì. 

"Ma certo" fa per alzarsi ma ricade sul materasso. Questa serata non fa altro che migliorare.

La giro e faccio scorrere la zip lungo la schiena. Le sfilo l'indumento. Non la guardo, so quanto è riservata e so anche quanto poco autocontrollo mi rimane. Le infilo la maglietta partendo dalla testa e poi inserendo le braccia. Lei si risistema meglio sul materasso e poi le tiro su le coperte comprendola interamente "Sa di te" mi blocco e la guardo. Maca, è ubriaca e non sa cosa sta dicendo. "Sei molto bella" aggiunge guardandomi.

"Zulema da ubriaca parli decisamente troppo" rido e faccio finta di nulla, domani non si ricorderà nulla di tutto questo "Perciò cerca di non dire cose di cui sicuramente ti pentirai". Proprio perché la situazione è questa decido di togliermi un dubbio, forse non è politicamente corretto ma chissene frega "Perché mi hai chiesto se sono felice prima?" 

"Perché ho bisogno di sapere.." Dal suo sguardo mi rendo conto che ha bevuto per poter essere sincera con me, non è mai stata brava ad aprirsi "..che ho fatto la scelta giusta" è piena di rimpianti, ed è comprensibile vista tutta questa storia.

Mi siedo sul letto accanto a lei, i nostri occhi non si staccano "Non ha importanza.. non si torna indietro" dico secca, diretta, non voglio parlarne. Non posso mentirle perché non mi crederebbe, lei sa sempre quando dico delle cazzate. E se adesso dicessi che sono felice saprebbe che non è vero.

"Se sei felice.. non ne parleremo più, ma se non lo sei.. vieni con me.. possiamo farlo" le manco, glielo leggo in faccia. Sta dicendo tutto quello che avrei sempre voluto sentirle dire e il cuore mi sta dicendo di baciarla, di smettere di allontanarla. Ma io non sono ubriaca, ho ancora tutte le mie insicurezze, le mie paure e la mia testa è fin troppo lucida.

Vederla così vulnerabile mi spezza il cuore, mi uccide pensare a quello che sto rifiutando. Ma so che ho ragione, sento che alcune lacrime mi stanno solcando il viso "Vorrei poterti credere" ma non mi sente, si è addormentata. Appoggio le labbra sulla sua fronte e le lascio un leggero bacio "Sei il mio incubo, Zulema Zahir"

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Buongiorno Splendori☀️

Ridevo mentre lo scrivevo.. che folli😂

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