Paura

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Mi sveglio di soprassalto, Genaro è rientrato in camera sbattendo la porta. "Ma che cazzo!" Protesto "Si può sapere che ti prende??"

"Che mi prende?!? Scherzi vero?!?! C'è una persona nella camera degli ospiti e non me lo hai detto!!!!" È arrabbiatissimo e appena pronuncia quelle parole mi ricordo di una certa moretta ubriaca.

Spalanco gli occhi e mi alzo "È ancora qui?"

"Sì, è di là" capisco la sorpresa ma una reazione così mi sembra esagerata.

"L'ho sentita ieri e aveva bisogno di un posto dove stare" mento in parte perché dire la verità lo porterebbe solo a farmi troppe domande, mi avvicino incrociando le braccia dietro al suo collo "Che dovevo fare? Lasciarla per strada? Era tardi, dormivi e non volevo svegliarti.. a proposito, non avevi il turno presto?" Gli chiedo con i miei occhioni da cerbiatto e il mio sorriso amorevole.

Lo sciolgo come sempre "Sì amore, infatti adesso devo andare" mi stampa un lungo bacio "Anche se vorrei approfittare della tua amica come babysitter, e spassarmela un po' con te" aggiunge, sgrano gli occhi e divento rossa pensando a questa situazione ipotetica molto imbarazzante. Un'ideona eh.

"Prima il dovere e poi il piacere" mi limito a dire. Usciamo dalla camera mano nella mano e lo accompagno alla porta, mi dà un ultimo bacio intenso e lascia la casa.

Non finisco nemmeno di chiudere il portone che la sento dietro di me "Buongiorno Bionda"

Mi giro e le sorrido, sono quasi sicura che mi abbia vista salutare Genaro. Indossa ancora la maglietta che le ho imprestato, spero che non si ricordi gran parte delle cose accadute durante la notte "Buongiorno" vado in cucina "Vuoi fare colazione?" Mi raggiunge.

"Si grazie" si siede su uno sgabello della penisola e mi osserva. Solo adesso mi rendo conto di non indossare i pantaloni ma solo una maglia larga, in realtà non è niente di nuovo perché mi ha già vista così e anche forse più scoperta. Non sapendo cosa dirle, mi volto per versare il caffè nelle tazze così non sono costretta a guardarla "Grazie per.. insomma lo sai"

Il suo tono è quello distaccato e superficiale di sempre, probabilmente pensa di potersela cavare in questo modo ma stamattina sono in vena di litigare "Perché?"

Mi guarda, non sa bene cosa dirmi "Te l'ho detto perché.. e vorrei che fossimo sincere.. per una volta"

"Io lo sono sempre" le rispondo sulla difensiva.

"Sappiamo entrambe che non è vero" dovevo immaginare che lei sapesse cosa mi passa per la testa "Senti Maca.. in fondo ti sto solo chiedendo di darmi fiducia"

Merda si ricorda "Vuoi fiducia? Va bene Zulema allora rispondi a questo: hai intenzione di vivere una vita normale senza rapine?" Le chiedo a bruciapelo senza mezzi termini. Non mi risponde, lo sa che ho ragione. Finisco il mio caffè e la guardo, non so bene cosa provo nel dirle ciò che sto per dire ma so che devo farlo "Anche se fosse.. Quanto pensi di resistere eh? Una settimana? Due? Sappiamo entrambe che non vuoi questa vita. Vuoi il brivido della vita spericolata e io ti capisco, credimi, ma sono una madre" la conosco, so che non può essere felice vivendo una vita del genere, siamo due opposti anche in questo. La voglio ma semplicemente non posso. Sofia si merita una stabilità che Zulema non riuscirà mai a darci.

"Ti stai nascondendo dietro alle tue convinzioni, Macarena" pronuncia il mio nome interamente e questo fa un grande rumore.

Scuoto la testa "Zulema tu ti dimentichi che so chi sei.. hai bisogno dell'adrenalina, dell'imprevisto, per sentirti viva. Perché essere felice è qualcosa che ti spaventa e io non posso cambiare questa parte di te, solo tu puoi farlo" siamo ancora una volta due persone spezzate dalla vita. Lei è spezzata. E io non posso aiutarla, non più.

"Io sono qui, Maca" pronuncia il tutto come un sussurro spezzato, ormai piangiamo entrambe.

"Ma dov'eri prima?" Le chiedo. Prima quando ero incinta e non sapevo dove cazzo sbattere la testa, prima che capissi che l'amavo, prima che decidessi di voltare pagina, prima che partorissi, prima che incontrassi il mio compagno. Prima.

"Non puoi incolparmi di essermi sacrificata per te" il suo sguardo deluso e ferito, quasi di rimprovero.

"Non lo sto facendo.. non lo faccio.." scuoto la testa e faccio il giro per asciugare le sue lacrime "..ma credo che la cosa giusta da fare sia preservare quello che rimane di me e proteggere quello che sono riuscita a costruire faticosamente" ho paura. Lei forse non lo capisce ma la mia è solo paura.

"E che cosa ti saresti costruita eh? Una vita piena di bugie! Lui non sa nemmeno chi sei! Non ti conosce! La tua bolla rosa prima o poi scoppierà!" Si arrabbia e mi allontana, non solo fisicamente, "Sai quanto mi costa dirti queste cose?"

Mi innervosisco quanto lei, ancora una volta capisco il suo punto di vista ma lei non capisce il mio "E tu sai quanto mi fa male dirti di no?" Urlo con le lacrime "Perché non puoi semplicemente lasciarmi stare, eh? Non lo capisci che mi fai male?! Vederti mi fa male, Zulema!" Sono arrabbiata con me ma è più facile prendermela con lei "Non posso riavvolgere il nastro e fare finta di niente, lo capisci? Ho una figlia che si merita molto di più di una madre criminale.. voglio di più di quello che avevamo in quella roulotte" prendo un respiro profondo "Non importa se il mio comportamento non rispetta le tue aspettative.." so che sto distruggendo tutto e che probabilmente non si mostrerà mai più vulnerabile. Le prendo il viso e appoggio la fronte contro la sua. Me lo permette. Non mi manda via. Sono convinta di quello che dico e sono pronta a pagarne le conseguenze "Ti prego.. lasciami andare"

Io la odio ma odio molto di più il fatto che la amo e che lei sarà sempre importante per me, si porterà via una parte di me e sono sicura che nessun'altra persona riuscirà a sostituirla ma ho bisogno di credere che sarà così. Mi studia, probabilmente capisce ogni cosa, anche quello che non sto dicendo e mi ricorda "Non mi hai risposto"

Sono esausta e voglio solo che se ne vada. Decido di mentirle, sperando che non se ne accorga. "Sì.. Genaro mi rende felice"

Ride "Non è vero" si avvicina al mio volto e mi guarda dritto negli occhi, ha di nuovo il controllo delle sue emozioni "Sai Bionda.. dovresti sapere che so sempre quando menti"

Mi avvicino ancora di più al suo volto, sono arrabbiata e la fisso gelida "Per fortuna.. questi non sono affari tuoi..e ora vattene"

Non se lo fa ripetere, la sento salire le scale e dopo poco scende vestita come ieri sera "Ti ho lasciato la mia maglia nera sul letto" esce e mi lascia da sola con i miei pensieri:

La tua bolla rosa prima o poi scoppierà.

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No spoiler.. dico solo: C'è aria di burrasca.

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