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YELENA

Bucky spinge il bacino contro il mio, con il braccio bionico mi attira più verso di se e mi morde il collo. Amo il suo lato selvaggio, è un invito implicito a rotolarci sotto le lenzuola. Passa la lingua sulle labbra puntando lo sguardo verso le mie, dopodiché mi bacia intensamente, mi morde il labbro inferiore e sorride guardandomi negli occhi. Sto per fare lo stesso ma con la coda degli occhi vedo Avri correre verso la sua camera. Spingo Bucky affianco a me per alzarmi dal letto, tu mi ferma prontamente confuso e frustrato.

"Dove vai bambolina?"

"Avri ha bisogno di me"

Bucky alza gli occhi al cielo, si porta le mani sul viso e sospira pesantemente. Mi dispiace davvero interrompere la nostra sessione di coccole speciali, ma Avri è molto più importante di questo. È la mia persona, e sono certa che farebbe lo stesso per me.

"Io ho bisogno di te adesso"

"No, il tuo pene ha bisogno di me. Non fare il bambino, torno tra cinque minuti!"

Gli lascio un ultimo bacio spinto per poi correre nella camera affianco. Avri è in piedi davanti al sua armadio e ci ravana dentro. Prende alcuni vestiti e li butta sul letto, busso alla porta aperta ed attiro la sua attenzione.

"Hey"

"Ciao"

Mi saluta con un sorriso malinconico. Mi preoccupo quando tira fuori un borsone da sotto il letto, ci infila i suoi vestiti e l'intimo. Mi siedo accanto ad esso e le afferro i polsi.

"Non tornerai in Massachusetts, non te lo permetto"

"Non me lo permetti? E chi sei la mia padrona?!"

La guardo confusa, non capisco da dove venga tutto questo malumore, questa acidità. Questa mattina abbiamo riso e scherzato, ha fatto la sua solita nuotata mattutina ed è andato tutto bene. Che cos'è cambiato?

"Ho bisogno di staccare da tutto, da te e Bucky che fate l'amore e che vi baciate e che mi sbattete in faccia quanto siete felici. I miei genitori che sorridono e vanno in giro felici, pure Thor fa sesso abituale con gente a caso, ed io sono infelice e triste!"

Esclama per poi lasciare il borsone sul letto, fa qualche passo per la stanza facendo respiri profondi. Succede questo quando Avri non ha attenzioni per qualche ora, è fatta così. Ogni tanto però mi da così sui nervi, mi verrebbe voglia di tirarle un ceffone per farla riprendere.

"Se tu ieri non mi avessi costretta a stare accanto a Steve.."

"Oh quindi è questo il problema, è sempre Steve al centro di ogni discorso"

"Come scusa?"

Mi guarda più che arrabbiata, è ovvio che è arrabbiata ed io sono la sfortunata su cui si abbatterà la sua ira. Non ha importanza se le sorrido o se le regalo una vacanza rilassante, Avri ha voglia di litigare con qualcuno ed io sono qui.

"Ho passato quattro anni a chiamarti al telefono ogni sera, ed ogni volta Steve aveva fatto qualcosa. Quando vi siete lasciati sono stata felice perché non avrei più dovuto ascoltare le tue lamentele su Steve, ed ora tu sei qui e ti lamenti di Steve. Se lo ami torna con lui, non rovinare la mia serata romantica con il mio ragazzo"

Avri mi guarda con gli occhi pieni di lacrime, so che non è tristezza è nervosismo. Piange perché è l'unico modo che ha per sfogare la rabbia. Sentiamo i passi pensati di Bucky lungo il corridoio, poi appare alle mie spalle con uno sguardo scocciato.

"Litigare non serve a nulla"

"Oh sta zitto tu. Il massimo del vostro romanticismo è prendervi a morsi e tirarvi pugni, siete strani e tossici più di me e Steve"

"Già ma almeno noi ci amiamo e stiamo insieme. Tu invece ti chiudi in bagno a piangere e ti lasci mangiare viva dall'invidia. Lasciatelo dire, Avri, sei una pessima amica. Tutto gira intorno a te e a Steve, mi hai mai chiesto come va con Bucky? Se sono felice? Se sto bene? No, perché ogni volta tu sei quella da ascoltare e da accudire!"

"E tu invece sei quella strana senza amici, perché non hai amici al di fuori di me o Kate? Tutti hanno paura di te perché hai quello stupido accento russo!"

Mi ferisce molto, sopratutto perché è la verità. La sua parte oscura svanisce non appena Avri si ripete le parole in testa. Mi guarda dispiaciuta, fa un passo verso di me ma io faccio retro fronte e mi chiudo in camera. La sento discutere con Bucky a proposito di quello che ha detto, poi lei se ne va sbattendo la porta e Bucky torna in camera. Fingo di dormire perché non ho alcuna voglia di parlarne. Bucky si arrende a questa cosa, si spoglia e si mette a dormire affianco a me.

AVRI

Guido decisamente troppo veloce, credo di aver superato il limite di velocità di almeno venti chilometri orari. Da qualche minuto ha iniziato a diluviare, il vento non aiuta molto ed io mi ritrovo in una vera e propria tempesta. La casa sul lago non è molto distante da New York, diciamo quaranta minuti in macchina. Ci abbiamo vissuto durante il blip poi siamo tornati a New York ma solo dopo che gli Avengers hanno riportato indietro le persone. Papà ne è uscito quasi distrutto da quella battaglia, le ferite erano molto gravi ma si è rimesso. Non posso evitare di sentire un profondo senso di colpa per quello che ho detto a Yelena, ho totalmente torto, ed ancora una volta faccio scappare via le persone che amo. Capisco ora che cosa intendeva Steve, ero così accecata dalla rabbia e dalle mie idee che non mi accorgevo delle mie azioni e di quello che dicevo. Potrei avergli detto cose orribili durante le nostre liti e nemmeno me lo ricordo. Al momento ho bisogno di stare da sola e lavorare su me stessa, chiamerò la dottoressa Raynor, le chiederò di prendermi in cura e di aiutarmi ancora. Svolto sul sentiero che porta alla baita, è il posto perfetto per pensare, è isolato e nessuno potrà distrarmi dai miei pensieri. Sprofondo con una ruota nel fango, do gas nella speranza di liberare la ruota ma è bloccata. La pioggia non sembra volersi fermare ma la fortuna è che la casa è a qualche metro oltre la curva. Prendo un respiro profondo prima di scendere dalla macchina ed iniziare a correre verso il portico, la pioggia è così fredda e in un istante sono zuppa dalla testa ai piedi. Fortuna che corro veloce. Cerco nella borsa le chiavi ma non le trovo, la svuoto sul portico per trovarle prima ma nulla da fare. Mi fermo non appena sento dei passi, la casa è disabitata da qualche anno, e se ci fosse entrato un senza tetto o un ladro? Non faccio in tempo a pensare perché la porta si spalanca. Dall'altra parte non ci trovo un uomo rozzo, poco curato e con la barba lunga. Ci trovo Steve che mi guarda confuso e con una mazza in mano.

"Avri? Che cosa ci fai qui?!"

"Che diavolo ci fai tu qui? Questa è casa mia fino a prova contraria"

Il vento si alza e mi fa rabbrividire, mi porto le mani sulle braccia scoperte per riscaldarmi. Steve mi afferra per un polso e mi porta dentro la baita, che invece è calda ed accogliente. Ho paura di dover stare qui con Steve finché la tempesta non sarà finita.

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