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Cammino tra gli scaffali canticchiando una canzone sentita alla radio. Steve dietro di me spinge il carrello stando in silenzio, forse aspetta che tutto questo finisca. Siamo arrivati al Lago, dobbiamo solo comprare da mangiare. Non dobbiamo comprare mote cose, giusto i pasti principali e la colazione. Steve si ferma al reparto di pesca, come se ne sapesse qualcosa, io invece vado avanti finché non trovo il reparto dei pannolini, i ciucci e tutte quelle cose per il bambino. Mi sento soffocare per un istante, presto anche noi dovremmo comprare queste cose. Sfioro la confezione del classico ciuccio di gomma marrone, immagino il bambino, con le guanciotte piene e gli occhi azzurri come quelli di Steve.

"Hey.."

Mi giro di scatto trovando Steve, ha in mano una canna da pesca ed un secchio di vermi. Guarda per un attimo gli articoli esposti, e poi guarda me.

"Va tutto bene?"

"Sì, stavo dando un'occhiata. Hai intenzione di pescare?"

Indico la canna con un gesto della testa, dopodiché riprendo a camminare nella corsia. Il Capitano annuisce, vorrei chiedergli se c'è spazio per me, ma non ne ho voglia. Non mi va di iniziare una discussione sul perché siamo qui, che faccia ciò che gli pare.

"Abbiamo finito?"

Annuisco, dopodiché mi dirigo alla cassa. Prendo delle liquirizie ed una rivista scandalistica, dovrò pur fare qualcosa mentre pesca. Steve paga tutto ed io vado in macchina. Lui mi raggiunge poco dopo, con uno sguardo un pò teso.

"Non ti va bene se pesco?"

Ha un tono accusatorio, classico tono che inizia una discussione. Mette in moto la macchina, mentre io abbasso il finestrino e mi allaccio la cintura stando attenta alla pancia, che cresce sempre di più.

"La dottoressa ha detto di fare delle attività insieme"

"Vieni a pesca con me allora"

"Per stare zitta a fissare l'acqua stagnante?"

Steve sospira ma non controbatte, riprende la strada fino alla nostra baita, immersa nel nulla. Sistemo le poche cose che abbiamo comprato, mentre Steve pulisce il portico e cerca il contatore della luce, così da avere almeno quella. Mi siedo sul divano per rilassarmi, anche se è impolverato e puzzolente. Leggo un articolo sull'ennesima figuraccia fatta da una star del pop, ad una premiazione, quando sento un tonfo alla pancia. Non è doloroso, ma è spaventoso. Rimango immobile, respiro lentamente e fisso la pancia cercando di capire che cosa stia succedendo, quando succede di nuovo.

"Steve... Steve corri!"

Esclamo in panico, sento un tonfo e poi i passi pesanti del Capitano. In pochi istanti è vicino a me con uno sguardo terrorizzato.

"Cosa? Che c'è?"

"Non lo so, ero ferma ed è successo qualcosa, credo che il bambino.."

Gli afferro il polso e lo costringo a mettere la mano sulla mia pancia. È così grande che la copre quasi tutta. All'inizio è confuso, quasi scocciato, ma poi il bambino si muove ancora, e lui sussulta. Ci giriamo nello stesso momento, Steve ed io rimaniamo molto vicini ed entrambi sorridiamo commossi dai primi movimenti del bambino.

"Si sta muovendo, credo siano i calcetti. La Mamma mi ha descritto cosa si prova, ma è così strano viverlo"

Steve non leva la mano, nemmeno quando io levo la mia da sopra di essa. Aspetta l'ennesimo movimento, che non tarda ad arrivare, scalcia più forte di prima.

"È la cosa più bella che io abbia mai sentito"

Sussurra guardandomi negli occhi. Annuisco in accordo con lui, dopodiché rimetto la mia mano sulla sua.

"Prova a parlarci"

Alzo la maglietta e mi sdraio sul divano, Steve fa il giro e si inginocchia davanti alla pancia. È così strano essere al quarto mese pur essendo solo di poche settimane. Ringrazio la dottoressa per aver fatto sì che io e Steve vivessimo questo momento insieme, per puro caso.

"Ciao, sono Steve.. tuo padre. Tu non ne hai idea, ma mi stai rendendo l'uomo più felice di questo mondo"

Lo dice guardandomi negli occhi. Lascia un bacio proprio sopra l'ombelico, mio padre dice che è il modo più veloce per trasmettere amore al piccolo, tramite il cordone. Lo faceva sempre quando aspettavamo Morgan, ed io ero così invidiosa. Volevo anche io il suo amore, e lui me lo dava eccome, mi riempiva di baci ogni volta che mi vedeva triste. Steve accarezza la pancia dolcemente e continua a parlare.

"In questo momento siamo al lago, la Mamma non ama molto questo posto, ma io sì. Mi fa riconnettere con la natura, mi libera la mente. Sono così ansioso di conoscerti, di insegnarti tutto quello che so"

Mamma è una parola che ancora non sento mia, io non mi sento una Mamma, ma sono sicura che prima o poi mi sentirò tale. Istintivamente porto una mano tra i ciuffi biondi di Steve, lo accarezzo come lui fa con me. Alza lo sguardo su di me e mi sorride.

"Non so che altro dire, ma ricordati che io e tua madre ti amiamo incondizionatamente"

"Sì è così"

Mi lascio scappare qualche lacrima per la commozione, che Steve spazza via con il pollice. Bacia un ultima volta l'ombelico, dopodiché si avvicina al mio viso e per un attimo credo che mi baci le labbra, ma invece mi bacia la fronte. Sono un pò delusa da questa cosa, ma allo stesso tempo sono grata di poter condividere queste emozioni con lui.

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