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STEVE

Non ricordo l'ultima volta che mi sono distrutto le nocche in questo modo, credo di non averlo mai fatto. Anche se le mani mi fanno così male, continuo a colpire il sacco sporco del mio sangue. Ho un dolore dentro, mi lacera lo stomaco, il cuore e la testa. Ho dato fiducia ad Avri e lei mi ha distrutto ancora. Mi sono fidato delle sue scuse, ho pensato che potevamo farcela insieme ed invece eccoci qui. Non ho avuto sue notizie per giorni, ho sentito quella paura che le fosse successo qualcosa, ma poi Bucky mi ha mandato quel messaggio ed io ho capito ogni cosa. Ha provato ad abortire, non pensavo facesse sul serio, credevo che dopo la mia minaccia avesse fatto un passo indietro, ma non è stato così.

"Steve!"

Esclama Bucky a gran voce facendomi fermare. Riprendo fiato mentre sento la pelle sopra le nocche bruciare, ho delle fitte che si irradiano in tutte le mani fino al polso ed il sangue gocciola dalle bende.

"Perché non ti siedi?"

"Perché non mi va, che cosa vuoi?"

Non credo di essere ingiusto con Bucky, avrebbe dovuto dirmi la loro posizione, così da raggiungere Avri ed aiutarla. Non volevo urlarle in faccia o altro, volevo prendermi cura di lei e starle accanto. Le avrei fatto cambiare idea su di noi, sul bambino. Ma invece Bucky mi ha chiuso fuori, come se quello non fosse mio figlio.

"Che cosa voglio? Voglio che tu ed Avri vi sediate a parlare di questo casino!"

"Io volevo farlo Bucky, ma tu ti sei mezzo in mezzo, mi hai tenuto lontano da lei!"

"Aveva bisogno di un attimo per pensare, per riflettere sul bambino, su di te e.."

Gli rido in faccia divertito dalle sue parole. Avri non ha pensato a me un istante, ha deciso di non volere il bambino e se n'è andata. Doveva parlarne con me come due adulti, come due persone che si amano.

"Ti prego ascoltala"

Borbotta prima di andarsene. Per un attimo penso che si presenti Avri al posto di Bucky, ma invece non entra in palestra. L'ennesima delusione. Mi siedo su una delle panche a causa di una fitta più forte delle altre, credo di essermi rotto un paio di dita, mi tolgo le fasce ma me ne pento subito. Ho bisogno di Bruce. Lo trovo in cucina con Nat, lei indossa una delle sue magliette ed entrambi hanno i capelli spettinati. Bruce si ricompone non appena mi vede, entrambi abbassano lo sguardo alle mie mani e sussultano.

"Che hai fatto Capitano?"

"Credo di essermi rotto le dita... o le mani"

Appoggio le mani sul bancone, Bruce srotola le bende e controlla al di sotto dove la carne è lacerata. Fa male molto più di quanto sembra. Per fortuna non mi chiedono spiegazioni, Nat prende il kit di pronto soccorso mentre Bruce mi porta nel laboratorio. Al suo interno ci sono Tony ed Avri. Mi guarda per un istante ma poi abbassa lo sguardo.

AVRI

La sua presenza mi fa uno strano effetto. Mi sento così in colpa ed in imbarazzo che sento un bruciore allo stomaco. Steve ha le mani grondanti di sangue, e sono sicura che sia colpa mia. L'ho sentito discutere con Bucky, ero fuori dalla palestra e volevo entrare, ma poi me ne sono andata.

"Che hai combinato?"

Domanda mio padre quando vede le mani di Steve. Lui sposta lo sguardo su di me, per poi sorridere amaramente e schiarirsi la voce.

"C'era una mosca"

"Dev'essere stata una mosca parecchio grande"

Mio padre mi fa un sorriso divertito che ignoro volutamente. Non c'è nulla di divertente in questa situazione. Abbiamo avuto una chiacchierata breve ma intensa. Mi ha promesso che qualunque cosa succeda lui sarà al mio fianco, che non è deluso da me e che mi sosterrà in ogni decisione che prenderò. Passiamo i prossimi minuti in completo silenzio, mentre Bruce disinfetta le mani di Steve.

"Grazie"

Steve lascia il laboratorio senza guardare nessuno in faccia. Papà mi da un colpetto sulle costole e mi ordina silenziosamente di seguirlo, così prendo un respiro profondo e lo seguo fino al giardino sul retro.

"Steve possiamo parlare?"

"Oh adesso vuoi parlare? Beh io non voglio parlarne Avri, ho bisogno di un attimo per riflettere"

Lo dice con un tono sarcastico, è ovvio che mi sta prendendo in giro. È così arrabbiato che si è distrutto le nocche a furia di tirare pugni. Ed ancora una volta è tutta colpa mia, faccio del male alle persone che amo senza accorgermene, e poi piango come un idiota.

"Sai in realtà ho tutto chiaro. Tu sei tossica, Avri, consumi tutto l'amore che ti sta intorno e lo trasformi in odio. Ed io non voglio questo per mio figlio, quindi puoi anche andartene dopo il parto, puoi sparire o scappare"

"Non voglio questo Steve"

"No? Allora che cosa vuoi? Che cosa vuoi?!"

Urla con gli occhi lucidi e pieni di dolore. Scrollo le spalle non avendo una risposta, so solo che non voglio perdere Steve e non voglio perdere me stessa o i miei obbiettivi. Non so se ho paura, se io sia egoista. Non so nulla, vorrei solo dormire finché la mia vita non sarà più semplice.

"Andiamo in terapia, la dottoressa Raynor è disponibile. Avevamo detto che l'avremmo gestita in modo diverso"

"Infatti l'avevamo detto e tu sei scappata via invece di parlare con me, mi hai ignorato ancora ed ora pensi di cavartela così? Parliamone avanti!"

Afferra due sedie dal portico e le sbatte una davanti all'altra poi si siede su una e mi aspetta. Mi siedo un pò titubante sotto il suo sguardo arrabbiato. Incrocia le braccia al petto ed aspetta paziente che io dica qualcosa.

"Ho riflettuto su di me, sul bambino e su di noi e.."

"Noi? Non ci sarà un noi Avri. Io e te abbiamo chiuso, questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, io e te non esistiamo più. Io ed il bambino sì. Cercherò di essere un buon padre per lui o lei, ma io e te non saremo nulla"

Si alza dalla sedia e mi lascia sola in giardino. Me lo merito, è quello che mi merito per averlo ferito e per essere scappata via. È inutile piangere sul latte versato, ora devo solo rimboccarmi le maniche e cercare di prendere sul serio la terapia. Lascerò che Steve si calmi un pò e poi cercherò di farmi perdonare.

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