Steve accosta la macchina poco distante dallo studio della dottoressa Raynor, si gira a guardarmi con un sorriso di incoraggiamento. Ogni volta che esco da questo posto mi sento più triste e turbata, penso che oggi discuteremo a proposito di me e Steve, come ogni seduta in realtà. Dovrei toccare argomenti diversi, come ad esempio la mia insicurezza ed il mio egoismo verso determinate situazioni. Vorrei solo entrare lì dentro ed uscire senza problemi, senza la paura di rovinare ogni cosa come ho già fatto in passato."Sarò qui quando avrai finito"
"Non c'è ne bisogno Steve, posso tornare in metro"
Lui insiste per venire a prendermi, così gli dico l'orario in cui uscirò. Rimango qualche altro minuto in macchina, voglio godermi questo momento più che posso. Steve si avvicina a me finché le sue labbra non sono sulle mie, è un bacio a stampo molto semplice che poi si trasforma in qualcosa di più.
"Ti amo"
"Anche io Ti amo Capitano"
Lo bacio per l'ultima volta prima di scendere dalla macchina. Ha sempre indosso un completo perfettamente stirato, oppure una camicetta color pastello. Mi chiede di aspettare nella Lobby adiacente alla scrivania, mi siedo su una delle poltroncine poste contro la parete ed afferro uno dei tanti giornali sull'economia, non ci capisco nulla ma sembro intelligente. Mi limito a guardare le figure stampate, ci sono persone che si stringono la mano sorridenti, salvadanai con monetine gialle fluttuanti ed altre figure inerenti all'economia. La segretaria richiama la mia attenzione e mi invita a sistemarmi nel solito studio con la carta da parati strana. Ormai sono di casa qui dentro. Mi siedo sul divano di tessuto ed aspetto pazientemente la donna che si fa viva dopo qualche istante. Ha sempre la solita espressione stanca, ma sono solo le dieci del mattino.
"Buongiorno. Com'è andata la settimana?"
Domanda per nulla interessata a questa domanda. Le parlo della mia rappacificazione con Steve e di come mi sembra che tutto stia tornando come prima, niente stress e niente preoccupazioni. Potrebbe centrare Steve e le nostre sedute di rilassamento personalizzate.
"Bene. Ti va di parlare dei tuoi genitori?"
"Di Tony e Pepper? Sì che cosa vuole sapere?"
"No, dei tuoi genitori biologici"
La guardo confusa, i miei genitori biologici sono morti parecchio tempo fa, non capisco il nesso tra la mia vita nel presente ed il passato. Comunque do fiducia alla dottoressa, dovremmo pur iniziare da qualche parte per capire meglio.
"I miei genitori biologici credo fossero dei volontari, o comunque avevano un associazione umanitaria, non ricordo bene. Ricordo però che viaggiavamo per il mondo, siamo stati in Etiopia, e in Asia"
Mi sono dimenticata di loro troppo allungo, i miei ricordi erano chiusi in un baule nella soffitta del mio cervello. Mi sento un pò in colpa, erano dei genitori amorevoli, ho perso tutto ciò che gli apparteneva però.
"Un giorno siamo partiti per l'Afghanistan, c'erano donne e bambini che avevano bisogno di cibo, cure mediche e noi siamo partiti senza battere ciglio. Avevo una babysitter, dovevo rimanere fuori città in un luogo sicuro. Invece la mia Babysitter mi portò da loro, non ricordo il perché, forse stavo male. Ricordo poco della loro morte, ma la mia Babysitter morì con loro e poi in qualche modo sono finita sul Jet privato di Tony Stark"
Quella parte della storia la ricordo bene. Tony mi portò via con se, in realtà mi nascose in un luogo sicuro e poi tornò a prendermi. Ricordo che Pepper gli urlò contro che non avevano bisogno di una bambina a cui badare, e che sari stata meglio con dei genitori veri. Era ancora la sua segretaria ed è toccato a lei ad accudirmi per i primi giorni. Dopo la rivelazione di Iron man e tutto il casino che ci fu dopo, Tony mi portò alla casa sul lago ed iniziò a fare il padre. Mi dava i biscotti al cioccolato, mi vestiva con le sue magliette e faceva shopping su amazon per comprarmi vestiti veri, ma puntualmente sbagliava la taglia. È stato un ottimo padre.
"Quindi ricapitolando, hai visto morire i tuoi genitori e la tua babysitter, e poi Iron Man ti ha salvata?"
Domanda confusa. Annuisco, credo sia andata così, potrei aver confuso un pò le cose, ma ricordo bene che Tony mi portò via dall'Afghanistan con il suo Jet privato. Probabilmente Tony ricorda bene com'è andata, deve farlo.
"Più o meno. Non li ho visti morire, Papà mi ha detto che sono morti. Io ho sentito un grande tonfo, probabilmente uno sparo o una bomba, la mia Babysitter cadde per terra e mi disse di nascondermi. Così io iniziai a correre e mi nascosi da qualche parte, non ricordo onestamente. Tony sa meglio di me la storia"
"Capita che alle volte il nostro cervello elimina dei ricordi traumatici, è un meccanismo di difesa. Probabilmente la tua insicurezza deriva proprio da questo. I tuoi genitori sono mancati, la tua babysitter ti ha lasciata. Eri tutta sola e spaventata, Tony mi ha detto che ti ha trovata accucciata dietro a degli scatoloni con uno sguardo impaurito. Dopo quel giorno non hai parlato per diverse settimane, credeva fossi muta ed ha provato a comunicare con te attraverso la lingua dei segni, ma tu lo fissavi stranita"
Abbasso lo sguardo verso le mie unghie, che inizio a stuzzicare. Mi porto il pollice alle labbra per mordicchiare le pellicine e per alleviare il nervoso. Ho dimenticato i miei genitori per tutto questo tempo e mi dispiace. I miei genitori sono stati dei bravi genitori e mi amavano tanto.
"Hai paura che Steve possa lasciarti sola, non vuoi rivivere il trauma di perdere tutto quello che hai, perciò ti allontani. Da qui deriva l'insicurezza e l'egoismo. Ti privi dell'amore per non soffrire, ma non è una buona strategia"
"Si sbaglia, io nemmeno li ricordavo i miei genitori o quello che è successo. È colpa dell'Hydra se sono così, mi hanno fatto il lavaggio del cervello con l'elettronica choc. Ricorda?"
La dottoressa scrive qualcosa sul taccuino, la sveglia impostata sul suo cellulare suona, segno che la seduta è finita. La dottoressa mi propone di parlare con Tony e di ricordare come sono andate le cose, per capire meglio la sua teoria. Io annuisco semplicemente anche se non credo che serva a qualcosa. Steve è fuori ad aspettarmi come promesso, mi sorride dolcemente ma poi si accorge che sono turbata. Mi fa qualche domanda a cui io rispondo a monosillabi. Ora voglio solo andare a casa e parlare con Tony, sicuramente ricorderà quel giorno come lo ricordo io. Ero troppo piccola per accorgermi della morte dei miei genitori, non ricordo nemmeno i giorni successivi alla loro morte. Ricordo solo che Tony è diventato mio padre non appena mi ha trovata. Entro in casa con l'obbiettivo di cercare Tony, ma invece mi chiudo nella mia camera e faccio un sonnellino.
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Not the same
FanfictionSono passati quattro anni dall'inizio del College e due dalla rottura tra Steve ed Avri. Le cose per loro non funzionavano più, Steve aveva delle aspettative troppo alte, mentre Avri era davvero troppo impegnata con lo studio. Tornata a casa, però...