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La testa di Steve pesa sul mio petto, ma non lo voglio svegliare. Voglio godermi il suo profumo, il suo calore. Il suo braccio è attorno ai miei fianchi, Viktor mi si materializza davanti, sussulto sorpresa. Porto le braccia intorno al corpo di Steve, per proteggerlo il più possibile, anche se so che è una proiezione, un allucinazione data dalla presenza di Viktor nel mio cervello.

"Ma che bel quadretto, e pensare che sono io quello che porterà il caos. È sempre stata una mia passione"

Non dico nulla, non gli rispondo. Lo ascolto e basta. Viktor si siede sul letto accanto ai miei piedi. Accavalla le gambe e ci appoggia un gomito sopra per sostenere il mento. Mi guarda con un ghigno divertito, sembra aspettare qualcosa. Sussulto a causa da un dolore che si muove dentro di me. Viktor batte le mani ridendo, mi mostra i denti marci, dopodiché si alza e fa un inchino.

"Ci vediamo tra poco splendore!"

Se ne va dalla mia testa, lo sento abbandonare ogni connessione con me, a quel punto non mi rimane altro che scuotere Steve con tutta la forza che ho. Mi si rompono le acque proprio mentre Steve apre gli occhi e si guarda intorno confuso.

"Mi si sono rotte le acque"

Sussurro tra l'eccitazione ed il terrorizzato. Presto vedremo il bambino, ma potrebbero portarcelo via ed ucciderlo. Sono in un vorticoso limbo di emozioni, mi viene quasi la nausea per dolore che si irradia in tutto il corpo.

"Cazzo, cazzo!"

Il Capitano mi prende in braccio senza un minimo di sforzo, si fa strada lungo il corridoio, poi giù per le scale fino alla cella. All'interno di essa c'è un lettino d'ospedale, accanto ad esso tutti i macchinari utili per monitorare i parlamentari vitali miei e del bambino. Negli ultimi giorni tutti si sono preparati all'arrivo imminente del bambino. Si sono allenati ogni giorno, hanno fatto riunioni su riunioni, ed ora so che hanno un piano. Sono fiduciosa, e mi fido abbastanza di loro.

"Vado a svegliare gli altri. Tu fai la respirazione, e cerca di stare qui dentro finché non torniamo"

Annuisco terrorizzata, Steve esce dalla cella e si richiude la porta alle spalle. Mi circonda un silenzio inquietante, mi scappa la pipì per la tensione, ma mi trattengo. Presto sarà tutto finito.

*******

Steve mi stringe la mano e posa dei baci lungo tutto il dorso, mi accarezza i capelli e respira con me, come abbiamo imparato al corso pre parto, alla prima ed unica lezione che abbiamo fatto. Vengo distratta da una figura che entra nella cella, è una donna alta, con un abbigliamento insolito, sembra essere in pigiama. Dietro di lei c'è Bruce con una serie di Valigette.

"Ciao Avri, sono la dottoressa Abbott, sono qui per far nascere il tuo bambino"

Sorride gentile, cerco di fare lo stesso anche se le fitte diventano sempre più forti. È come avere tutto il corpo in tensione, le budella che si rigirano lentamente ed il sangue che brucia come lava incandescente. È strano.

"Quanto crede che ci vorrà?"

Domanda Steve con voce preoccupata. Istintivamente porto la sua mano accanto alla bocca e gli lascio dei baci sul dorso, ne ha bisogno in questo momento. Sento che ha paura di perdermi, è terrorizzato. La dottoressa pensa che non ha idea di che cosa ha a che fare, e che quindi non sa darci una risposta.

"Un travaglio normale può durare anche quattordici ore, il vostro bambino però non è un bambino normale. Devo visitarla, devo capire quanto è dilatata"

A quel punto sia Tony, che Bruce, spariscono dalla stanza, mentre invece Nat e Pepper rimangono con me. Sono davvero grata di averle qui, mi danno conforto e mi fanno sentire a mio agio, anche in una situazione così.

"Thor come va lì sopra? Ci sono movimenti?"

Papà comunica attraverso la radio, mentre sale le scale seguito da Bruce. Non posso sentire la risposta dello zio del tuono, ma immagino che sia negativa. Se ci fosse qualcuno Nat non sarebbe qui, e nemmeno la Mamma. Mia e Morgan sono dai genitori di Pepper, in qualche modo sapevamo di doverle allontanare da qui, perciò la Mamma le ha portate in Florida dicendo loro di fare una vacanza, e che i Nonni sentivano tanto la loro mancanza. I due coniugi sono delle persone normali, vivono in una cittadina circondata dalle paludi, un luogo perfetto dove nasconderle.

"Ora sentirai le mie dita fredde, non ti preoccupare però. Respira profondamente e rilassati"

La dottoressa si infila dei guanti rosa, prima di controllare la mia dilatazione, sotto al lenzuolo bianco. Guardo il soffitto mentre lei mi esamina, le sue dita mi danno un pò fastidio, e si mischia al dolore delle contrazioni. Per mia fortuna toglie la mano da sotto il lenzuolo, il guanto è sporco di liquido amniotico e sangue.

"Stai andando alla grande, mancano cinque centimetri e possiamo iniziare a spingere. Ti darò qualcosa per aiutarti con la dilatazione, va bene?"

"Farà male al bambino?"

Interviene Steve, la dottoressa scuote la testa mentre prepara la siringa da iniettare direttamente nelle mie vene. Bruce mi ha inserito la flebo prima che arrivasse la dottoressa, la quale sembra impressionata. Inietta tutto il liquido, dopodiché ci dice di aspettare che faccia effetto, e monitora il battito fetale.

"Arrivo subito"

Sussurra Nat sperando di non farsi sentire, è preoccupata, il che significa che la battaglia sta iniziando. Io e Steve ci scambiamo un occhiata, il Capitano mi lascia un bacio sulla fronte e mi fa appoggiare la testa sulla sua spalla.

"Qualunque cosa succeda sappi che Ti amo"

Sussurro per poi lasciargli un bacio alla base del collo. Steve sussurra un ti amo con una voce talmente roca che quasi penso che stia per piangere. Rimaniamo con la fronte unita per un periodo piuttosto lungo. Il bruciore nel basso ventre si intensifica ed io sento il bisogno di spingere, la dottoressa mi controlla un ultima volta prima di annuire. Si infila i guanti, avvicina a se una specie di culla e tira su il lenzuolo.

"Ok Avri, facciamo questo bambino"

Non appena pronuncia quelle esatte parole, il lampadario sopra di noi dondola a causa di una botta al piano di sopra. Gli spari, le urla ed il caos causato da Hulk si fanno sentire, ed è ovvio che la battaglia è iniziata.

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