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STEVE

Raggiungo il laboratorio, dove Avri, Tony e Bruce mi stanno aspettando. Bruce pensa che il bambino cresca più velocemente rispetto al normale, e che quindi sia il mio bambino. Onestamente ha senso, ma sono troppo orgoglioso per fare un passo indietro. Avri è seduta su un lettino di spugna, comprato su Amazon da Bruce. Non possiamo più fare le visite in clinica, sarebbe troppo strano e farebbe troppa notizia. Non voglio che quel bambino venga sbattuto in qualche laboratorio per fare degli esperimenti, che sia mio oppure no. È pur sempre un bambino.

"Ce ne hai messo di tempo"

Borbotta Tony quando si accorge di me. Avri non mi calcola di striscio, immagino sia ancora incazzata per la nostra ultima chiacchierata, dove le ho dato della troia. Mi sento abbastanza in colpa, e vorrei chiederle scusa, ci ho provato in questi giorni. Ma lei cambia stanza ogni volta che ci incrociamo.

"Allora? Hai preso il campione ieri, dove sono i risultati?"

Sbuffo ansioso di sapere il verdetto. Bruce mi mostra il computer su cui sta lavorando, è la sequenza del dna del bambino.

"99,9999% di compatibilità ti basta come risposta?"

Sento un enorme sollievo nello stomaco, ed anche gioia, ma poi ricordo che Avri non mi parla e non ha alcuna intenzione di farlo. Mi siedo sul divanetto contro la parete, e lascio che Bruce studi il dna sullo schermo.

"Il bambino possiede le stesse varianti genetiche di Steve, e di Avri. Questo significa che potrebbe essere un perfetto miscuglio di voi due, potrebbe avere la forza e la velocità, ma anche la capacità di rigenerare i tessuti e di sopravvivere alla morte. Credo che dobbiamo aspettare e monitorare il bambino. Ciò che è certo è che la gravidanza avanza velocemente, ogni settimana avanza di due, perciò immagino che entro quattro, cinque mesi, il bambino sarà qui"

Quattro o cinque mesi non è il tempo che mi aspettavo, e sicuramente non se lo aspettava nemmeno Avri. Anzi, sembra al quanto terrorizzata da questa notizia. Non siamo pronti, per niente, io e lei non facciamo altro che litigare e urlarci contro, e farci del male. Non è così che immaginavo il primo figlio, lei dovrebbe essere mia moglie, dovremmo vivere in una bella casa da copertina, e dovremmo amarci alla folia. Sono passate tre settimane dall'ultima volta che ho baciato le sue labbra, che ho toccato il suo corpo, e mi manca tutto ciò. Sono disposto ad andare in terapia, ma non voglio più continuare così, non voglio più stare lontano da lei.

"Eccolo, dovrebbe misurare sette centimetri, più o meno, e pesare quattordici grammi. Almeno, così dice il tuo libro"

Borbotta Bruce indicando l'oggetto nelle sue mani. Legge le prime righe sotto il capitolo terzo mese e sembra al quanto affascinato dalla creazione del bambino.

"Cresce in fretta il mostriciattolo, lo troverò a ravanare qui dentro, per cercare i miei propulsori o i miei giocattoli, come sua madre"

Sorride Tony emozionato dalla figura di suo nipote. Avri fissa lo schermino sulle sue gambe con un sorriso e gli occhi lucidi, questa immagine mi accende il cuore più di quanto pensassi, mi fa venire voglia di baciarle le labbra e di stringerla a me. Invece guardo mio figlio da un angolo della stanza. Avri se ne va dopo aver stampato le foto, ed io la seguo a ruota, voglio parlarle una volta per tutte. Mostra le ecografie alle sue madri come se fosse un premio scolastico, con un sorriso così emozionato. È chiarito che qualcosa è cambiato in lei, forse la maternità la sta rendendo più amorevole, o il bambino ha annientato ogni sua paura a riguardo.

"È bellissimo Avri, stai per avere un bambino ed io mi sento così vecchia"

Pepper scoppia a piangere facendo ridere noi altri, le due si abbracciano amorevolmente. Tutto ciò mi ricorda la prima volta che l'abbiamo incontrata, dopo la battaglia di New York. Era molto timida e spaventata, mi fissava nascosta dietro ad un muro, e quando mi sono avvicinato è scappata via spaventata. Era così piccola e carina ed ora è la donna della mia vita.

"È così sorprendente tutto questo"

Borbotta Thor con una voce strana, si schiarisce la voce un paio di volte prima di alzarsi ed avvicinarsi ad Avri, la quale sembra divertita. È chiaro che anche Thor sia commosso, ma vedere quel gigante commuoversi è strano.

"La vita che ti cresce dentro... mh-hm"

Si schiarisce la voce ancora, dopodiché appoggia la mano sulla pancia leggermente evidente di Avri, e sorride. Si inventa che ha da fare, ma secondo me va in bagno a piangere.

"Possiamo parlare?"

Prendo Avri per un braccio, lei si gira verso di me con un espressione truce ma poi annuisce. Si spostiamo in giardino, lei si siede sulla panchina di ferro ed io la seguo a ruota.

"Il bambino sta arrivando, è ora di deporre le armi e parlare un pò con la dottoressa Raynor, ci farebbe bene"

"Io ho smesso di farti la guerra"

"Mi stai evitando da giorni"

"Non è così. Mi sto concentrando sulla terapia e sulla gravidanza. Sto leggendo quel libro per essere preparata al bambino, non ti sto ignorando"

Mi mordo la lingua per non dire altro, e iniziare così una lite. Non ce lo possiamo permettere adesso, così faccio un respiro profondo e rincomincio da capo.

"Andiamo in terapia, proviamo ad andare d' accordo per il bambino, ed il resto verrà con il tempo. Per favore"

Mi abbasso alla sua altezza e le prendo le mani, lei annuisce semplicemente e cerca di non guardarmi negli occhi. La prima cosa da fare sarà dimenticarci del orgoglio e la seconda sarà la comunicazione. Noi non paliamo, arriviamo al punto in cui esplodiamo dalla rabbia e ci facciamo del male. Basta con questo loop, basta con ogni cosa negativa. Dobbiamo concentrarci sul bambino prima di ogni altra cosa, e poi su di noi. Non rinuncerò a lei, questo è sicuro, ma non posso amarla così.

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