STEVEFatico ad aprire gli occhi all'ennesimo lamento della bambina, che mi sveglia ogni due ore, più o meno. Sono sicuro che percepisce la mia tensione, la tristezza. Vorrei che Avri fosse qui con me, vorrei vederla allattare al seno, e fare tutte quelle cose che leggeva nei libri. Allungo un braccio verso la culla, scuoto la bambina delicatamente sperando che si riaddormenti, ma lei inizia a piangere più forte.
"Ok, va bene.. sei proprio come tua madre quando hai fame"
Borbotto per poi alzarmi. La prendo la tra le braccia e la porto al piano di sotto con me, il suo biberon di latte in polvere è nel frigo, lo scaldo sul fornello, poi strofino la tettarella contro le sue labbra e lei spalanca la bocca per bere. È così bella da togliermi il fiato, proprio come Avri. Non credevo di poter creare qualcosa di così perfetto. Scendo le scale ancora, e senza rendermene conto sono al capezzale di Avri. Diventa ogni giorno sempre meno pallida, ha ripreso a respirare, il suo battito cardiaco è debole ma presente, e le sue ferite stanno guarendo. La osservo silenzioso, le pupille sotto le palpebre si muovono ogni tano. All'inizio pensavamo si svegliasse da un momento all'altro, ma Bruce non ci ha dato molte speranze. La piccola spinge via la tettarella usando la lingua, allontano il biberon dal suo viso per poi metterla seduta e batterle dolcemente la mano sulla schiena. Pepper mi ha fatto vedere un paio di volte, ed alla fine è stato piuttosto facile.
"Steve"
Sussulto quando Avri sussurra il mio nome, Bruce ci ha detto di mantenere la calma quando vediamo altri miglioramenti, ma proprio non ci riesco. Appoggio la piccola sulla spalla e scuoto Avri.
"Andiamo Bambina, sono qui. Segui la mia voce... sono qui!"
Esclamo forse troppo forte. Sono esausto, ho bisogno di lei al mio fianco. Avri cerca di muoversi, ma non ci riesce, sembra bloccata da qualcosa, poi smette di muoversi, e di parlare. Torna nello stato di coma in cui è rimasta per giorni. Non riesco più a trattenere la tensione che ho addosso, cerco di fare respiri profondi come mi ha insegnato la dottoressa Raynor, ma alla fine la mia emotività ha la meglio su di me. Appoggio la bambina sul petto di Avri, poso una mano sulla sua schiena per evitare che cada e premo la fronte contro quella di Avri. Mi sento in uno spazio sicuro dove poter lasciarmi andare, così faccio l'unica cosa che mi sono costretto a non fare negli ultimi giorni. Stringo gli occhi prima di sentire una lacrima che cade da essi, poi un altra ed alla fine singhiozzo come un bambino di due anni. Anche la piccola sembra perdere il controllo, inizia a piangere ed urlare.
"Steve"
Sussurra ancora, ma questa volta è diverso, questa volta ha un tono. Sollevo lo sguardo pensando di trovarla con gli occhi chiusi, invece incontro il suo sguardo sollevato, ma colmo di lacrime. Per un attimo smetto di respirare, il sangue va in ebollizione, ed il cuore martella così forte che sembra stia per scoppiare. Singhiozzo più forte senza vergognarmi, sono così esausto che potrei perdere i sensi.
"Shh, sono qui.. sono qui e non andrò più da nessuna parte"
Consola me e la piccola, come una Mamma saprebbe fare. Le bacia la testa piena di capelli castani, mentre accarezza i miei. Aspetta paziente che ci calmiamo, poi si mette a sedere ma geme dal dolore. Si porta la mano allo stomaco, proprio dove è stata accoltellata.
"Devi fare piano, chiamo Bruce se vuoi"
Lei scuote la testa, ma mi chiede di regolare il lettino, in modo che possa stare seduta. Non appena è comoda, mi appoggia una mano dietro alla nuca e mi spinge verso di lei. Le nostre labbra si toccano dopo giorni di solitudine, ha un sapore così buono nonostante sia morta per giorni, assaporo ogni sensazione che mi provoca. Dei brividi si fanno strada lungo la mia schiena, i peli del copro si rizzano e la pelle si riempie di brividi. Solo lei è in grado di farmi provare tutto ciò, ci separiamo lentamente, sento già la sua mancanza. Rimaniamo fermi per qualche istante, con la fronte unita, la sua mano resta alla base del mio collo ed accarezza la pelle con il pollice. Si gode il calore del mio corpo, ed io mi godo il suo respiro caldo contro il mio labbro superiore. È nostra figlia a separarci, con un lamento. Aiuto Avri a stenderla sulla schiena, sul suo braccio. Le prende una manina e se la porta al naso per annusarla.
"Ciao, sono la Mamma"
Sorride guardando la piccola negli occhi, che a sua volta la guarda rapita. Avri le passa il pollice sul dorso della mano per accarezzarla, poi fa lo stesso con le guance ed il nasino.
"Stavo per fare un errore imperdonabile, spero tu possa perdonarmi un giorno"
Sussurra con voce spezzata, poi si gira verso di me con gli occhi piedi di lacrime e mi ripete la stessa cosa. Non sa però che l'ho perdonata, che tutte le cose che dico quando sono arrabbiato, in realtà, sono enormi cazzate. Come il non essere più nulla per lei, non posso non essere nulla per lei. Ho passato due giorni senza la sua voce nelle orecchie, il suo corpo premuto nel mio, e i suoi baci dolci, e sono impazzito dal dolore. La realtà dei fatti è che lei ha un pezzo del mio cuore, che non riuscirò mai a riprendermi.
"Dobbiamo darle un nome, Dio, come abbiamo potuto dimenticarlo!"
Si batte una mano sulla fronte facendomi rossi dire, poi ci pensa su intensamente. Si può notare il cipiglio tra le sue sopracciglia, e gli occhi persi nella sua mente. Guarda la bambina un altra volta per poi annuire.
"Ho un nome, ma puoi sempre dire di no"
"Tu inizia a dirlo"
Sorrido divertito. Lei sposta lo sguardo sulla piccola, fa un respiro profondo, sembra far fatica a parlare, ma poi annuisce e si gira di nuovo a guardarmi.
"I-io ho visto mia madre, mentre ero in coma. Mi ha detto che è orgogliosa di me, che lei e mio padre sono sempre vicini a me. Mi ha fatto capire quanto io sia fortunata ad avere te, e la bambina, e tutti gli altri. E sopratutto, lei è fortunata perché sarà sempre circondata da persone che la ameranno incondizionatamente. Perciò... che ne pensi di Love,Camille, Sarah Rogers Stark?"
"È un nome incredibilmente lungo, per una bambina così corta"
Avri scoppia a ridere per poi darmi una sberla sul braccio. Sono così innamorato di lei, e della bambina, che potrebbe darle un nome orribile ed io lo accetterei. Love sarà il suo primo nome, ma avrà anche il nome delle sue nonne, e penso che non ci sia nulla di più perfetto.
"Lo amo, e vi amo"
Sussurro sulle sue labbra. Avri si sporge ed elimina la poca distanza che si è creata. Ancora una volta mi fa sentire il Re del mondo, e questa volta non siamo in una bolla, è il mondo esterno. Ci separiamo solo per qualche istante. La prendo in braccio stando attento alle ferite, salgo due rampe di scale e porto le mie ragazze in camera. Avri fa fatica a staccarsi da Love, ma alla fine la appoggia nella culla e le accarezza il corpicino finché non si addormenta. Dopodiché fa lo stesso tra le mie braccia ed io la seguo a ruota.
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Not the same
FanfictionSono passati quattro anni dall'inizio del College e due dalla rottura tra Steve ed Avri. Le cose per loro non funzionavano più, Steve aveva delle aspettative troppo alte, mentre Avri era davvero troppo impegnata con lo studio. Tornata a casa, però...