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Oggi è un giorno speciale, è il compleanno di Steve. Compie la bellezza di cento quattro anni, una perfetta annata. Il piano escogitato da noi donne è semplice. Oggi c'è la prima lezione del corso pre parto, finirà poco prima delle cinque, il che è perfetto. Gli ho fatto gli auguri stamattina, ma nulla di speciale. Poi lui è andato al campo, e ci ha dato modo di organizzare tutto nei minimi dettagli. Lo terrò lontano abbastanza allungo da poter sistemare il giardino, e quando torneremo a casa sarà tutto pronto. Perfetto. Devo molto a Steve, anzi, gli devo tutto. Il minimo che io possa fare è organizzare una perfetta festa di compleanno, con tutte le persone che lo amano e il meglio che possa avere. Mi preparo per il corso, faremo esercizi sulla respirazione, ma decido di vestirmi comunque comoda. Indosso una salopette e mi lego i capelli in una coda alta. Ultimamente trovo molto comode le tutine e le salopette, anche se sono un pò scomode per andare in bagno. Steve entra mentre proprio cerco di infilare le scarpe, anche se la pancia non mi permette di piegarmi.

"Hey sei pronta?"

"Non proprio. Mi aiuti con le scarpe?"

Steve sorride, si abbassa sui talloni e mi aiuta ad infilare prima la destra. Le allaccia come fa con i suoi scarponi, e nasconde i lacci all'interno. Dice che così non inciamperò, ma per mia fortuna non sono ancora caduta.

"Sei agitata?"

"No, in realtà. Sull'opuscolo c'è scritto tecniche di respirazione, quindi immagino che sarà semplice e veloce"

Mi offre le sue mani per alzarmi, io le accetto molto volentieri. Ha le mani ruvide e callose, ma stranamente non mi dispiacciono. Forse il mio corpo ricorda quelle mani in modo molto più piacevole. Mi lascio guidare al piano di sotto e poi in macchina. Steve si limita a parlarmi della sua mattinata folle, con tutti i cadetti che facevano gli auguri di compleanno, e dei bellissimi cupcakes con il disegno del suo scudo, e della bandiera degli Stati Uniti. Raggiungiamo il luogo prestabilito in orario, i genitori sono giù tutti seduti su un tappetino da Yoga colorato. Ci liberiamo delle scarpe e ci nascondiamo in ultima fila, senza dialogare troppo con le altre persone nella stanza. L'insegnante inizia la lezione dopo qualche istante, non appena tutti i partecipanti sono presenti. Inizia con le presentazioni, a turno ogni genitore deve fare una breve presentazione, noi siamo ultimi per fortuna.

"Ciao, sono Avri e lui è Steve. Attualmente siamo alla ventiduesima settimana. Non sappiamo il sesso del bambino perché vogliamo aspettare alla nascita"

"Siete sposati?"

Io e Steve scuotiamo la testa all'unisono ma non aggiungiamo altro. Il corso inizia, i padri devono mettersi dietro le mamme, con il petto appoggiato alla mia schiena, ed la mia testa appoggiata alla sua spalla. Steve appoggia le mani alla pancia, senza pensarci, è un gesto quasi involontario.

"I Papà avranno un compito importante durante il parto, sostenere la Mamma. Sarete voi che, insieme al personale medico, aiuterete la vostra compagna con la respirazione. Vi mostrerò come fare, e voi lo farete con me"

Ci mostra la tecnica, che poi noi ripetiamo. Steve sembra divertito dal continuo hihi-uh che si sente provenire da noi Mamme, cerca molto spesso di nascondere un sorrisetto o una risata. Proseguiamo verso le spinte, quando farle e quanto lunghe. Tutte informazioni che il mio cervello registra, mentre Steve sembra perso nei suoi pensieri. L'insegnante ci saluta sperando di rivederci la prossima settimana, probabilmente alcuni genitori mollano il corso prima di finirlo, per cause maggiori o per altri fattori. Ma noi lo finiremo, abbiamo bisogno di questo corso per avvicinarci di più.

"Ti va di andare a mangiare qualcosa?"

Propone Steve quando mette in moto la macchina. Mi sento un pò una stronza a dirgli di no, ha quello sguardo bellissimo e dolce, che mi rivolge quando vuole passare più tempo con me. Forse il corso lo ha davvero avvicinato di più a me. Stringermi in quel modo, e tenermi le mani sulla pancia, deve avergli fatto lo stesso effetto che ha fatto a me. Mi sono sentita al sicuro, protetta ed invincibile. Ho davvero pensato di poter tirare fuori quel mostriciattolo senza sforzo.

"Scusa Steve, sono davvero stanca. Possiamo passare da casa per riposare un pò? Poi andiamo dove ti pare, promesso"

Lo vedo un pò deluso, forse voleva passare il resto della giornata con me, per festeggiare il suo compleanno. Mi sento davvero una stronza, ma presto capirà. Spero vivamente sia felice di quello che ho preparato, che si senta come mi sono sentita ieri al Baby shower. Con tutti i nostri amici, con le nostre famiglie.

"Non ti preoccupare, possiamo anche guardarci un film insieme, e poi guardare i fuochi d'artificio in giardino"

Gli prendo la mano e me la porto alle labbra, per poi lasciargli un sonoro bacio sul dorso.  Steve mi sorride di rimando, ma so che è un pò deluso dal mio rifiuto. Arriviamo a casa in perfetto orario, ho chiesto espressamente a tutti di non posteggiare le auto davanti al complesso, ma nei garage sotto di esso. Ovviamente nessuno mi ha svoltato, e tutte le auto sono in bella vista.

"Però.. c'è tanta gente"

Borbotta Steve con un sorrisetto. Mi guarda come sapesse quello che ho fatto, ed io vorrei urlare. Non è più una sorpresa adesso, mando comunque un messaggio a Yelena per farlo nascondere. Steve cerca di guardare sul mio cellulare, ma lo nascondo prima che possa leggere il messaggio.

"Andiamo Bambina, cerchiamo di scappare dalla festa di tuo padre"

Steve mi circonda i fianchi con un braccio, mentre camminiamo verso la porta. Rimane un pò deluso quando entriamo dentro, e sente un silenzio tombale. Saliamo il primo piano, la luce si accende d'improvviso e gli invitati urlano Sorpresa a Steve, che si limita a sorridere imbarazzato.

"Me la paghi questa"

Mi sussurra ad un orecchio, prima di raggiungere i presenti per ringraziarli degli auguri. Scappo al piano di sopra per cambiarmi, mia madre mi ha obbligata ad indossare un abito elegante, nonostante sia una festa con un mucchio di alcol e trombette. Steve sembra anche divertirsi ad un certo punto della serata, gioca a biliardo e ride alle battute di Rhodey, anche se sono squallide e le ha dette mille volte. Lo porto in camera sua per dargli il mio regalo di compleanno, è un orologio da polso con incisa una frase, non è nulla di speciale, ma so che lo apprezzerà. Anche se il suo orologio con la foto di Peggy rimarrà sempre appeso sopra il suo letto.

"Come fai a camminare così veloce con quelle gambette corte, e quel pancione?"

Borbotta divertito, lo zittisco con un gesto della mano. Lo faccio sedere sul letto e gli porgo il mio pacchetto, che afferra con un sorriso incuriosito. È stato piuttosto costoso far incidere una frase su un Rolex, Steve apre la scatola e rimane affascinato da ciò che vede.

"È bellissimo, Bambina"

Lo tira fuori dal suo astuccio, e lo guarda attentamente. Si nota che gli piace davvero, e che non sta mentendo. Altrimenti avrebbe avuto un sorriso freddo e distaccato.

"Guarda dietro"

Steve gira l'orologio e sposta il cinturino per guardare l'incisione scritta dietro.

Ti amo 3000

"So che è una cosa mia e di mio padre, ma sento la stessa cosa per te. Ogni volta che sono con te mi sento protetta, e completa. Stare con te è come stare sotto una coperta calda, nella posizione perfetta e comoda, durante un temporale con la persona che ami di più al mondo. Tu sei la persona che amo di più al mondo, e lo farò per il resto della mia vita. E non solo in modo romantico Steve, tu sei il padre del mio bambino e non ci sarà mai un legame più forte di quest..."

Steve non mi lasca finire la frase, mi afferra per i fianchi e mi schiaccia contro il suo corpo. Unisce le sue labbra alle mie in un bacio talmente intenso da farmi sciogliere. Mi accarezza le guance come se fossi il gioiello più prezioso sulla terra, ed è così che mi fa sentire. In un attimo ci troviamo stesi sul letto, uniti nel modo più puro che io conosca, con lo scoppiettare dei fuochi d'artificio come colonna sonora.

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