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I raggi del sole mi scaldano tutto il copro, sembra di essere sotto una coperta di lana. Cerco di rilassarmi il più possibile, cullata dall'acqua sotto di noi che si muove appena, e dal fischiettio di Steve. Alla fine mi ha convinta a venire con lui a pescare, lui pesca, io mi godo solo l'aria pulita ed il sole. Ammetto che non credevo di poter resistere alla noia, ma invece mi sento in pace.

"Ne ho preso uno!"

Esclama Steve per poi alzarsi in piedi, il movimento fa dondolare la barchetta di legno. Istintivamente mi metto seduta, mentre Steve lotta con il povero pesciolino. Lo porta sulla barchetta, lo afferra tra le sue grandi mani e sorride vittorioso.

"Vuoi dargli un bacio o prima di ributtarlo nel lago?"

Me lo avvicina alla faccia con uno sguardo divertito, il suo odore mi fa venire la nausea e quasi vomito sull'acqua verde del Lago. Gli spingo via il polso cercando di essere il più seria possibile, ma non ci riesco a finisco con il ridere.

"Che schifo, senti che puzza Steve!"

"Andiamo dagli un bacino, non sta respirando per avere un tuo bacino"

"Smettila!"

Esclamo senza riuscire a smettere di ridere, Steve lo ributta nel Lago con una strana euforia, non la mette di prendermi in giro per la mia faccia schifata, non mi è mai piaciuto il pesce, lo sa bene. 

"Vi porterò ogni Weekend al Lago, sono sicuro che il bambino amerà pescare, come lo amo io"

"E se fosse una femmina?"

Steve scrolla le spalle, abbandona la canna da pesca per un attimo per darmi la sua completa attenzione. Mi piace questa tranquillità, la leggerezza che si è formata tra me e Steve. Vorrei che fosse così ogni giorno. Mi manca il vecchio Capitano, che mi prendeva in giro per le mie cadute, e che faceva le torte con me. Passavamo interi pomeriggi a guardare SpongeBob con i pop corn, oppure stavamo semplicemente in giardino a chiacchierare come due amici. Mi manca tutto ciò, e lui sembra notarlo.

"Ho qualche esperienza, ricordi come mi facevi impazzire? Volevi saltare sulle mie gambe, e poi fare le torte, e due secondi dopo volevi fare l'aeroplanino e poi di nuovo le torte. Eri un Tornado, ed onestamente spero che la bambina non prenda questo particolare di te"

"Non si muove molto"

Prendo una sua mano senza pensarci e la porto sulla mia pancia. A quel punto la bambina sembra risvegliarsi ed inizia a scalciare. È come se Steve avesse una connessione speciale con lei, o lui. Non ne dubito, forse mi odia, dal momento che ho cercato di interrompere la gravidanza. Ringrazio ogni giorno me stessa per aver cambiato idea, mi sarei persa tutta questa gioia.

"Tu dici?"

"Lei ti ama, Steve, sei il suo genitore preferito. Vedrai che farò un totale casino e mi odierà anche più di adesso"

Steve mi accarezza la pancia con il pollice, mi guarda dispiaciuto, poi si avvicina ed appoggia la sua fronte alla mia.

"Sarai una madre stupenda, e lei, lui, ti amerà come ti amo io"

Sembra pentirsi per un momento di quelle parole, serra la mascella e strizza gli occhi. Nonostante questo però non si separa da me, inspira profondamente ed espira, solleticandomi le labbra con il suo fiato caldo. Riapre gli occhi e li punta nei miei. Sono quasi tentata di baciarlo, ma questo infrange una delle regole della dottoressa, così sono io a separarmi da lui.

"Ti va se torniamo a terra? Ho davvero bisogno di andare in bagno"

Steve annuisce soltanto, ritira la canna e rema verso la riva. La prima cosa che faccio è correre in bagno, la bambina potrebbe avermi tirato un calcio ben piazzato sulla vescica. Riesco a malapena a raggiungere la tazza, per quanto mi scappa.

"Che cosa vuoi mangiare stasera?"

Steve ravana nel frigo, dove c'è molta carne, della verdura, frutta e molti maccheroni al formaggio in scatola. Domani ripartiremo per New York ed un pò mi dispiace, ma non possiamo sempre stare qui. Dobbiamo saper vivere in armonia anche a casa.

"Ti va di andare al ristorante? È l'ultima sera che staremo qui"

Steve annuisce, anche se non sembra molto convinto. È vero, dovremmo stare soli, senza distrazioni e via di fuga, ma forse una serata fuori ci farà bene. Voglio provare a vedere cosa succede, magari scatterà quella scintilla che manca al nostro rapporto. Magari scopriremo che uscire insieme, senza romanticismo, non è poi così male. Non abbiamo programmato un uscita, quindi non ho alcun vestito carino o outfit elegante. Ma ricordo l'armadio dei miei genitori, ancora intatto e mai svuotato. Ci trovo un vestito di mia madre molto bello. È di un color bianco sporco, con una linea di bottoni che parte dal seno e termina sulle ginocchia. Ha uno scollo a v non troppo accentuato, ma che con la pancia risulta più profondo. Steve entra proprio mentre mi guardo allo specchio, lo guardo attraverso lo specchio attaccato all'armadio. Mi guarda silenzioso, con uno sguardo un pò perso.

"È tanto brutto?"

"No, sei stupenda"

Sorride poi come uno stupido ed abbassa lo sguardo. Apre anche lui l'armadio trovandoci una camicia bianca di mio padre. Si leva la sua maglietta sporca di polvere, rimanendo così a petto nudo. Mi siedo sul letto a causa di uno strano tremore alle gambe, guardo il suo torace nudo, come se non l'avessi mai visto, i pettorali sono ben definiti e sodi, proseguo verso il basso tra gli addominali, e poi sulla sua v che porta dentro i pantaloni. Steve si schiarisce la voce con un ghigno sul viso. Si allaccia i bottoni lentamente, senza smettere di guardarmi negli occhi, mi alzo dal letto decisa a prendere una boccata d'aria fresca. Ne ho davvero bisogno in questo momento. Prendo un elastico che trovo sul tavolo da pranzo e mi lego i capelli in una coda alta, dopodiché mi infilo le scarpe.

"Siri mi ha consigliato un ristorante a qualche miglio da qui, è una trattoria"

"Andrà benissimo"

Gli sorrido anche se sono davvero in imbarazzo per il lungo sguardo che gli ho rifilato. Steve si abbassa alla mia altezza, appoggia le mani sulle mie cosce mandandomi scosse di piacere in tutto il corpo, gli basta così poco per eccitarmi e mandarmi il cervello a quel paese. Steve lo sa bene l'effetto che mi fa, e la cosa gli piace.

"Va tutto bene? Sembri.."

"Fa solo caldo qui dentro, ho una fame allucinante, andiamo a mangiare e basta!"

Mi alzo seguita da lui, sorride divertito, sapendo perfettamente che è lui che mi provoca tutto questo caldo. Afferra il suo portafoglio dal tavolo e se lo infila nella tasca posteriore dei pantaloni, mentre io recupero la mia borsa ed esco dalla baita. Durante il tragitto in macchina, Steve mi sfiora la coscia ogni tanto, con la scusa di prendermi per mano. È strana come cosa, non lo faceva da tanto, forse è segno che stiamo tornando quelli di prima. Per tutta la cena conversiamo e scherziamo, Steve mi ruba qualcosa da piatto ed io faccio lo stesso con lui, e prima di andare a dormire guardiamo le stelle sdraiati sul prato fresco.

Not the same Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora