Steve è decisamente più tranquillo rispetto alle altre volte, i tre giorni isolati ci hanno aiutati molto. Si può notare da chilometri di distanza il suo buon umore. Di solito c'è sempre un pò di tensione quando siamo insieme, invece ora è tutto tranquillo. Quando siamo tornati a casa, io mi sono chiusa in bagno per farmi una doccia, e lui ha riposato un pò. Siamo stati qualche ora lontani, poi mi ha portata al cinema a guardare una commedia. La dottoressa entra nella stanza come suo solito, con la tazza di caffè e il taccuino sottobraccio, sorride appena ed ormai il suo pessimo umore non mi preoccupa più, probabilmente la dottoressa Raynor è nata incazzata con il mondo."Allora, com'è andata?"
È pronta a scrivere, ma forse Steve la sorprende con il buon esito della cosa. Forse anche lei si aspettava che mandassimo tutto all'aria, ed invece abbiamo abbandonato il sentiero tossico che la nostra vita ha intrapreso anni fa.
"All'inizio siamo stati un pò freddi e silenziosi, ma poi siamo andati a pescare e a cena fuori. Il bambino ha scalciato per la prima volta ed è stato strano, siamo tornati nella bolla"
"E quando siete usciti dalla bolla, com'è andata?"
Probabilmente non siamo usciti dalla bolla, Steve mi guarda come mi guardava prima del bambino. Mi sorride, e mi cerca. È come se non fosse successo nulla, ed onestamente non saprei dire se è un bene o un male.
"Non stiamo più litigando, siamo tornati ieri mattina ma abbiamo continuato a fare delle cose insieme. Siamo andati al cinema ieri sera, e poi abbiamo chiacchierato in giardino con la nostra famiglia"
"Sei silenziosa, Avri, come ti senti?"
Mi fa notare la dottoressa. Scuoto le spalle senza sapere che cosa dirle, non sono silenziosa, sto solo ascoltando quello che dice Steve. Non sento la necessità di aggiungere o contestare quello che dice, in quanto è tutto corretto.
"Sto bene"
"Com'è andato il Weekend alla casa sul Lago? Voglio sapere la tua versione"
Non trovo la cosa utile, ma mi attengo a rispondere alla dottoressa.
"È andato tutto bene, all'inizio eravamo un pò.. appesantiti, ma poi ci siamo lasciati andare. Il bambino si è mosso e Steve si è avvicinato per sentirlo. Credo sia tutto merito del bambino se ci siamo riavvicinati molto"
La dottoressa annuisce, ma non da un giudizio o un parere, ci lascia liberi di raccontare com'è andata. Probabilmente sta analizzando le varie informazioni, per decidere se sono progressi oppure no. Spero vivamente per la prima opzione sono stanca di tutto questo dramma nella mia vita.
"Bene, sono fiera di voi. È chiaro che state facendo dei passi avanti. Vi consiglio di fare un corso pre parto, oltre che aiutarvi con il bambino, vi darà un idea di quello che accadrà dopo il parto. Come sarà prendersi cura di un neonato. Perciò fatemi sapere come va"
La dottoressa ci fa altre domande, facciamo degli esercizi di fiducia ed altri alla base della pazienza e della comunicazione. Steve usciva dalla seduta con uno sguardo quasi sollevato, invece adesso è sereno, senza nessun pensiero a riguardo. O almeno sembra così. Prima di tornare a casa ci fermiamo in un negozio per comprare quello che serve al bambino, è un pò presto, ma sempre meglio che essere impreparati.
"Quale vorresti?"
Domanda davanti a cinque modelli diversi di culla, uno più bello dell'altro. Ce ne sono così tante, di doversi colori, materiali e sono tutte così perfette. Mi avvicino ad una di esse, quella che mi ha colpito di più. È una culla in legno chiaro, ha il materasso alzato, perciò io e Steve non faremo alcuna fatica nel metterlo al suo interno. Intorno ad esso ci sono delle sbarre così da proteggere il piccolo dalle cadute o altro, ed al si dotto c'è uno scomparto dove riporre le sue cose. È molto semplice ma bellissima.
"Sì anche io avevo pensato a questa. E poi è bianca, è perfetta per entrambi i sessi. Così non sbaglieremo"
"Possiamo tornare anche tra qualche giorno, dopo che Bruce ci avrà detto del sesso del bambino sapremo meglio che cosa comprare"
Steve si acciglia, schiarisce la gola e sembra parecchio a disagio. Ho forse detto qualcosa di sbagliato? Si gratta la nuca, prima di aprire la bocca per parlare.
"Vorrei aspettare fino alla nascita, per sapere il sesso del bambino"
"Perché?"
Mi chiedo che differenza faccia per lui. Non sapere il sesso del bambino è sbagliato, dobbiamo capire che cosa comprare, i colori e la cameretta. E se facessimo un ambiente più adatto per una bambina? E se ricevessimo vestiti del colore sbagliato o dello stile sbagliato? Il sesso è importante.
"Non lo so, è più emozionante"
"L'emozione è uguale, se scopri il sesso domani, con me"
Steve si porta le mani sui fianchi e respira profondamente. Sento che da questo piccolezza ne uscirà una lite, non dobbiamo fare così, dobbiamo rimanere sulla bella strada con il sole e gli uccellini che canticchiano, invece di riprendere quella triste e cupa piena di corvi e lampi nel cielo. Dobbiamo prendere una decisione insieme, ed onestamente sono disposta a sacrificare la mia decisione per il bene del nostro rapporto.
"È così importante per te sapere il sesso del bambino adesso?"
Domanda poi quasi affranto da questa cosa. Io scuoto la testa, cerco di ignorare la mia curiosità per accontentarlo. Non cambia nulla se aspetto qualche altra settimana. Ne mancano davvero poche al parto, e so che andrà tutto bene.
"No, non ha importanza Steve, posso aspettare"
"Ne sei sicura? Perché posso anche fregarmene di tutto"
"Dovremo litigare sul nome, quindi..."
Steve si lascia scappare un sorriso, dopodiché mi preme le labbra sulla fronte. Sono molto soddisfatta per come abbiamo gestito questa cosa, un pò meno sul dover aspettare fino al parto, ma è solo una sciocchezza. Consiglierò a tutti dei colori neutri per sicurezza, nel caso in cui volessero regalarci qualcosa.
"Hey, a proposito, vorrei fare la festa per il bambino. Tu che ne dici?"
"Ci sto, te la concedo. Ma ti prego, niente giochi strani con i preservativi!"
Scoppio a ridere ed ometto che quel tipo di giochi si fanno per altre feste. Alla fine compriamo poche cose, come la culla, alcuni vestitini, e un pupazzo a forma di bradipo, ma solo perché Steve sostiene che sia la mia copia sputata. Prima di tornare a casa, mi porta a mangiare un gelato e ne portiamo qualcuno per il resto della famiglia.
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Not the same
FanfictionSono passati quattro anni dall'inizio del College e due dalla rottura tra Steve ed Avri. Le cose per loro non funzionavano più, Steve aveva delle aspettative troppo alte, mentre Avri era davvero troppo impegnata con lo studio. Tornata a casa, però...