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Mi rigiro nel letto ancora ed ancora, non riesco a togliermi dalla testa il reverendo Stryker, so che è in agguato, e che presto verrà a farci visita. Potrei ucciderlo con un gesto della mano, ma sono comunque terrorizzata. E se prendesse il mio bambino? E se non riuscissi a tenerlo al sicuro? Sussulto quando Steve accanto a me scatta a sedere, ispirando dalla bocca violentemente. Ha la fronte imperlata di sudore, ed il respiro affannato.

"Hey.. shh era solo un incubo"

Gli accarezzo una guancia, afferro le sue mani e me le porto sulla pancia per fargli sentire che lui è qui, che stiamo bene. Steve mi porta a cavalcioni su di se, appoggia la fronte contro una mia spalla e mi stringe con tutta la sua forza, ma senza farmi male.

"Stiamo bene, Steve, noi stiamo bene"

Il suo respiro si calma leggermente, gli accarezzo i capelli, gli lascio dei baci sul collo e lui mi accarezza la schiena. Solleva la testa solo per baciarmi a stampo, ha gli occhi lucidi ed un espressione terrorizzata.

"Va tutto bene"

"Non va tutto bene... abbiamo fatto un casino... siamo andati da lui e lo abbiamo istigato"

Mi sento il cuore in gola per la nuova informazione, sono così furiosa con loro, ma allo stesso tempo sono preoccupata per Steve. È chiaro che prova un senso di colpa per ciò che ha fatto, e probabilmente non voleva nemmeno istigare il sacerdote. Sa che cosa comporta tutto ciò, che cosa è a rischio in questa faccenda.

"Risolveremo anche questa, abbiamo ancora tempo Steve. Torna a dormire, non mi succederà niente"

Gli prometto guardandolo negli occhi. Steve annuisce, si sdraia sulla schiena e si gira su un fianco. Faccio lo stesso, premo la schiena contro il suo petto e mi lascio avvolgere dalle sue forti braccia. Lo sento russare qualche secondo dopo, così mi lascio andare e mi addormento anche io.

Mi risveglio alle prime luci dell'alba, non ho più voglia di dormire, così mi alzo. L'orologio sul mio cellulare segna le sei del mattino, mi faccio una doccia fredda per svegliarmi, e dopo essermi vestita scendo a fare colazione. In cucina non c'è nessuno, è una di quelle poche volte in cui la casa è silenziosa, tutti dormono e si possono sentire gli uccellini canticchiare. Mi siedo in giardino, con la mia tazza di cereali ed un bicchiere d'acqua. Dei passi dietro di me mi fanno sussultare e girare, è Bruce, con una tazza di caffè ed uno sguardo stanco.

"Buongiorno tesoro"

Si siede accanto a me, guarda il giardino davanti a se stando in silenzio. Non c'è molto da dire in effetti, c'è una grande probabilità che morirò, la mia sfortuna è che tornerò in vita, ma senza il mio bambino. Se dovesse succedere qualcosa a questo piccoletto, sento che non potrei più alzarmi, mi lascerei morire ancora ed ancora. Forse un giorno morirò senza risvegliarmi.

"Non te lo dico spesso, ma ti voglio bene"

Sussurro guardando Bruce, che sembra al quanto confuso. Si chiederà come mai glielo sto dicendo adesso, beh forse è meglio esprimere i miei sentimenti a tutti, così che se dovessi morire, o se dovessi perdere mio figlio e scatenare la mia parte oscura, loro sapranno che li amo immensamente tanto.

"Anche io, ma non fare così, non pensare di dover morire. Noi non lo permetteremo"

Posa la sua tazza di caffè per terra e mi guarda dritta negli occhi. Anche lui, come tutti gli adulti di questa casa, hanno visto i video, e la propaganda anti mutanti che Stryker sta divulgando sui social. Tutti sanno che Stryker ha una squadra che porta a termine il suo lavoro, e dubito che quegli assassini abbiano mai mancato un colpo.

"Steve stanotte ha avuto un incubo, era così spaventato e posso giurare che aveva gli occhi lucidi. Non l'ho mai visto così"

Bruce abbassa lo sguardo alla sua fede nuziale, la rigira pensieroso. Sono così concentrata su di me, sul bambino e su Stryker, che non ho pensato all'eventualità che uno di loro possa morire, possa ferirsi o perdere molto più di quanto io possa perdere.

"Non voglio perdere nessuno di voi, siete la mia famiglia!"

Mi lascio scappare un singhiozzo, Bruce si alza dalla sua sedia e si abbassa alla mia altezza per stringermi in un abbraccio. Il suo profumo mi riscalda e mi rassicura un pò. So che lui non morirà, non può morire. Ma Nat, Yelena, Bucky, i miei genitori e gli altri possono farlo. Ed io mi sento così impotente, è solo a causa mia se quelle persone minacciano la mia famiglia.

"Non succederà, bambina, te lo prometto. Tirerò fuori il ragazzone verde e schiaccerò quei dannati malati di mente, uno ad uno. Ne abbiamo passate di peggio,e non sarà un fanatico religioso a distruggere questa famiglia. Chiaro?"

Annuisco, anche se sono ancora un pò dubbiosa al riguardo. Bruce mi asciuga le lacrime e mi lascia un bacio sulla fronte. Era proprio quello di cui avevo bisogno, essere rassicurata da Bruce. Finiamo le nostre colazioni in silenzio, godendoci il suono della natura, Bruce poi mi invita a passare del tempo con lui in laboratorio, mentre lavora ad uno dei suoi esperimenti sul dna, ed io non dico di no. Il suono del campanello ci distrae dalla nostra conversazione, Natasha spunta da un angolo della cucina con una Glock in mano. Si avvicina alla porta con cautela, guarda dallo spioncino, dopodiché apre la porta. Sul tappetino c'è una lettera, è chiaramente del reverendo. Lancia un occhiata a Bruce, che mi porta in laboratorio, mentre lei va a svegliare gli altri.

Not the same Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora