STEVEMuovo la gamba su e giù nervoso, non sono mai stato così teso in tutta la mia vita. Questa notte ho pensato affondo, sono stanco di avere paura, di aspettare il momento in cui perderò tutto. Ora basta, è arrivato il momento di rimboccarci le maniche e lottare. Non resterò qui a passare gli ultimi giorni a spaccare le cose e urlare contro tutti. Ho un piano, e gli altri mi dovranno ascoltare. Tony è sempre l'ultimo ad arrivare, mi fa venire il nervoso alle volte, stiamo parlando di mio figlio, e di sua figlia non di degli estranei.
"Era ora, che diavolo stavi facendo?"
Sbuffa Nat proprio come tutti noi. Tony scrolla le spalle, sembra un pò imbarazzato. Si limita a sedersi al suo solito posto, con quello che sembra una tisana bollente. Con il caldo che fa?
"Steve perché ci hai chiamati qui?"
Domanda Bucky assonnato. Sono le dieci del mattino, dovrebbe essere già pieno di caffè, pronto a lavorare. Ha delle occhiaie scure sotto gli occhi, i capelli spettinati e un aria abbattuta. Potrebbe essere colpa di questa situazione, tutti noi ci stiamo preparando ad una guerra che sappiamo che ci distruggerà.
"Sono stanco di aspettare che accada qualcosa, stanco di avere gli incubi la notte, di avere paura che tutto ciò che ho mi venga portato via ancora. Ho un piano, e voglio che voi mi ascoltiate attentamente"
Mi alzo in piedi ed afferro la scatola dei vecchi giochi di Avri, dove ci sono i modellini degli Avengers, quelli che Avri ha collezionato fino ai dodici anni. Tony alza gli occhi al cielo nel vedere la sua, dice che non rispecchia la sua bellezza reale, che lui è più muscoloso, più alto, tutte critiche inutili.
"Quando Avri ed il bambino saranno pronti, noi dovremo essere più pronti. La portiamo nella cella non appena le si rompono le acque. Non possiamo farla partorire noi, e Bruce e Tony non credo vogliano vederla.. in certi modi"
I due scuotono velocemente la testa, come immaginavo. Mi sento molto più sicuro se Avri partorirà affiancata da una levatrice, istruita a dovere, con delle competenze decisamente superiori a quelle dei due uomini qui presenti. Un conto è fare qualche ecografia, ed un contro è il parto. Ci sono enormi rischi ed io non sono disposto a correrli.
"Perché nella cella?"
Interviene Bucky confuso. Ottima domanda amico, penso tra me e me.
"Perché è il luogo più sicuro della casa. Solo io e Tony sappiamo il codice, e le pareti sono state rinforzate. Perciò anche se arrivassero alla cella, non potrebbero entraci in alcun modo. Ma comunque noi saremo in prima linea"
All'interno della scatola c'è la casa di quei criceti di cui Avri era ossessionata. La posizioni dietro le nostre action figure, e sistemo quest'ultime in modo da creare una formazione solida. O almeno ci provo.
"Non sappiamo quanti saranno, chi verrà, ne da dover verranno. Ma al momento questo è il meglio che posso fare. Cerchiamo alleati, persone disposte a combattere con noi, per Avri"
La stanza è nel totale silenzio, fissano tutti la formazione che ho realizzato in una notte. È da perfezionare, dobbiamo sicuramente chiedere un aiuto, ma sento che ce la faremo, che ne usciremo distrutti ma vincenti.
"Posso chiedere l'aiuto a Valchiria, potrebbe mandarci qualche soldato dalla nuova Asgard"
"Ottimo"
Batto le mani ed indico Thor, gli altri invece stanno in silenzio. Continuano a pensare al piano, forse pensano che sia una pazzia e che moriremo. Ma è meglio tentare e morire, piuttosto che accettare la morte e basta. Noi non facciamo così.
"Sì beh ho qualche amica che mi deve un favore"
Sorride Nat per poi lanciare uno sguardo a Yelena, che sembra capire quello che sua sorella intende. Ogni istante che passa mi sento sempre più positivo, sento che supereremo quesa cosa, e metteremo uno punto a quella organizzazione di malati di mente. Non faranno più del male a nessuno. Scappo via non appena la riunione è conclusa. Avri dorme ancora, ha un espressione così tranquilla. Mi stendo accanto a lei, la quale si muove non appena sente il mio peso sul letto. Sbatte gli occhi un paio di volte, e solo quando mi ha messo a fuoco, si rilassa e si avvicina a me. La stringo contro il mio petto, anche se la sua pancia non ci lascia molto spazio. Le bacio dolcemente la fronte, il collo e poi le labbra. Avri ricambia il bacio, sembra quasi averne bisogno. L'altro giorno mi ha spaventata a morte chiudendosi nella cella, per fortuna ha cambiato idea molto velocemente, ogni tanto la sento parlare con quel tipo. Gli tiene testa, cerca di ignorarlo anche se non è facile.
"Stanotte ti sei mosso così tanto, ero preoccupata"
"Non è nulla di grave. Abbiamo un piano, non posso dirtelo, ma abbiamo un piano"
Lei capisce il perché. La sua mente è come una chiamata aperta con i nostri nemici, non manderò tutto al diavolo così. Le accarezzo i capelli, e la schiena, mentre il bambino scalcia toccando la mia pancia. È la sensazione migliore al mondo, ed in questo momento vorrei rimanere così per sempre.
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Not the same
FanfictionSono passati quattro anni dall'inizio del College e due dalla rottura tra Steve ed Avri. Le cose per loro non funzionavano più, Steve aveva delle aspettative troppo alte, mentre Avri era davvero troppo impegnata con lo studio. Tornata a casa, però...