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Guido lentamente per New York, forse non ho voglia di tornare a casa per sentire quella tensione che ho creato, o forse non voglio peggiorare la situazione con la mia presenza. Steve è infelice se sono nella stessa stanza con lui, o se vengo nominata in un discorso. È come se fossi diventata il suo peggior nemico, la dottoressa Raynor dice di avere pazienza. Faccio degli esercizi con lei, per questa settimana c'è la comunicazione. Devo riferire tutto quello che provo a tutti, se sono felice o triste, se sono pensierosa o arrabbiata, devo comunicare con la mia famiglia così che le mie paure diventino più facili da gestire, e così che gli altri possano aiutarmi a riflettere e procedere nel modo giusto. Arrivo a casa dopo qualche minuto, ma rimango in macchina ancora un pò. È ora di cena, probabilmente tutti stanno mangiando, o mi aspettano. Dovrei scendere e raggiungere la mia famiglia, ma non ne ho voglia, sento che se entrassi in casa rovinerei la cena a tutti. Al momento è questo il punto fisso nella mia testa. Slaccio la cintura e scendo dalla macchina solo quando sono pronta, salgo le scale lentamente e poi apro la porta. Friday mi saluta gentilmente con un ben tornata a casa Avri.

"Hey Avri, giusto in tempo!"

Esclama mio padre dal piano superiore. Salgo le scale per ritrovarmi con tutti gli occhi puntati addosso, tranne per Steve, lui mi ignora da diversi giorni. L'ultima volta che mi ha rivolto la parola mi ha detto di essere tossica e che trasformo l'amore in odio. Mi ha fatto male, anche se è la verità.

"Bruce ha fatto lo stufato!"

"Non ho fame"

"Peccato che ti sta crescendo un cucciolo di umano dentro il corpo, ed il cucciolo di umano ha molta fame e voglia di crescere"

Insiste Tony per poi riempirmi un piatto con lo stufato, delle carote e dei broccoli. Mi siedo a capo tavola tra Morgan e Thor, quest'ultimo mi passa il cestello del pane con un sorriso. Cerco di essere il più invisibile possibile, lascio che la mia famiglia sia spensierata e cerco di finire di mangiare il più in fretta possibile.

"Avri com'è andata la seduta?"

Mio padre porta l'attenzione su di me, mi guarda con quel sorriso amorevole che dovrei apprezzare, ma che invece odio. Mi sta praticamente costringendo a fare l'esercizio della dottoressa, scommetto che quest'ultima gli ha riferito tutta la seduta, parola per parola.

"Bene"

"Sei sicura?"

Annuisco cercando di essere convincente, tanto lo sa che è andata male e che ho pianto per tutto il tempo. Il senso di colpa è così alto che quasi non riesco a dormirci la notte, è inutile scusarsi, Steve mi odia e non crede più quello che dico. Quindi ingoio il rospo e sopravvivo alla giornata.

"Parlarne davanti a tutti mi fa sentire a disagio"

Allontano il piatto da me, anche se non ho mangiato molto. Ho lo stomaco completamente chiuso, vorrei davvero farmi una dormita di nove mesi, dieci, così che io possa partorite senza essere vigile.

"Ok, allora se vuoi possiamo mangiarci un pò di gelato e farci le maschere e parlarne"

"Papà non sei una mia amica, e non mi serve tutto questo. Apprezzo davvero che cerchi di coinvolgermi durante la cena e fare domande sulla mia terapia, ma vorrei che tu non lo facessi"

"Non risolverai le cose stando nascosta in un angolino"

Steve alza le sopracciglia e sorride, vorrei poter sentire i suoi pensieri, ma sono chiusa fuori da tutti loro. Le uniche che posso ascoltare sono quelle degli sconosciuti, quella della segretaria, e quella delle mie sorelle, non riescono a tenermi fuori.

"Non mi sto nascondendo in un angolino, è stata una giornata lunga, sono stanca e voglio solo farmi una doccia e andare a dormire. Posso andarmene oppure devi continuare a... Dio, lo sto facendo ancora"

Sussurro sentendo poi la gola bruciare. Gli ormoni mi rendono più emotiva, più ansiosa, e spaventata, arrabbiata. È come se non riuscissi più a controllare nulla nella mia vita. Fisso il soffitto per evitare di far scendere le lacrime, e sembrare una totale idiota. Odio essere incinta al momento, il mio corpo sta cambiando più velocemente, sono sicura che presto sarò grossa e mangerò come un bue.

"La seduta è stata difficile, ho pianto per tutto il tempo come un idiota, a causa degli ormoni"

"È normale, io piangevo se vedevo la pubblicità della carta igienica con i cuccioli"

Interviene Pepper divertita. Me la ricordo in realtà, e ricordo anche che mi faceva appoggiare l'orecchio alla sua pancia per sentire Morgan. Amavo sentirla muoversi, e poi il suo profumo da neonata, era così buono.

"È stato difficile?"

Domanda Tony con un sorriso soddisfatto. Steve alza lo sguardo e lo punta su di me per un istante, annuisco ammutolita dalla gola che bricia e dalla voglia di piangere a causa del profumo di Morgan da neonata. È così palloso piangere ogni venti minuti, è imbarazzante.

"Sono lacrime di coccodrillo, io faccio un casino totale e poi me ne pento. Sono impulsiva e mi lascio condizionare dalla rabbia, vorrei davvero che le cose tornassero come prima, ma so che non succederà e questo mi rende triste"

Guardo Steve per tutto il tempo, anche se lui mantiene lo sguardo contro la parete. Mio padre gli tira un calcio da sotto il tavolo, che lui restituisce con rabbia. Non voglio spingere Steve a parlarmi, mi sta ascoltando e questo basta al momento.

"Ti stai impegnando, però e questo è sufficiente al momento"

Mi rassicura Yelena con un sorriso. Steve si alza senza dire una parola, sale le scale e si chiude nella sua camera sbattendo la porta. È ancora furioso con me, ma del resto, come non esserlo.

"Andrà meglio"

Sussurra Thor in un mio orecchio. Mi fa un occhiolino, dopodiché si alza come Steve e se ne va anche lui. Piano piano tutti finiscono di mangiare e se ne vanno, ed a quel punto tocca a me e Papà sparecchiare e lavare i piatti. Ne approfitta per parlarmi della seduta, mi motiva a continuare così e a non arrendermi con Steve. Spero davvero di poter aggiustare le cose anche se al momento è tutto così incerto.

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