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Steve muove la gamba su e giù innervosito, si guarda intorno, sospira e si muove sul divanetto. È agitato, forse crede che usciremo da qui peggio di come ci siamo entrati ma non è così. È vero, affronteremo i nostri problemi, e litigheremo, ma alla fine le cose andranno per il verso giusto. O almeno spero. Si lascia scappare un sospiro di sollievo quando vede entrare la dottoressa, si alza per stringerle la mano e si presenta ufficialmente.

"So già perché siete qui, ma voglio sapere nel dettaglio il problema fondamentale della vostra relazione, cos'è che vi porta al punto di esplodere?"

Io e Steve ci guardiamo per un istante, si fa avanti per primo per rispondere alla dottoressa, ed io semplicemente ascolto, cosa che non faccio mai.

"Noi non comunichiamo, non esprimiamo i nostri pensieri ed i nostri sentimenti. Crediamo semplicemente di essere nel giusto e non cerchiamo di trovare un compromesso, mai"

"Capisco. Allora iniziamo da questo, come ti sei sentito quando Avri ha deciso di abortire?"

Abbasso lo sguardo sapendo perfettamente che mi sentirò una merda. Ne abbiamo parlato un paio di sedute fa, ho ammesso di aver ignorato Steve e di aver preso la mia decisione, perché ero convinta che fossi l'unica a doverla prendere. Ma in effetti Steve è il padre del bambino, e merita di scegliere se avere il bambino o no, o almeno di essere ascoltato.

"Ero arrabbiato e confuso. Perché non avere il bambino se ci amiamo, se viviamo insieme, se siamo già una famiglia? Per molti è la realizzazione di un sogno"

"Ma per altri è un punto di arrivo, superato quel traguardo non potrai tornare indietro"

Intervengo anche se non è la cosa migliore in questo momento. Vorrei fargli capire il mio punto di vista, così che riesca a trovare delle risposte alle sue domande. Avrei voluto fare le cose con calma, rispettare la tradizione del matrimonio, e poi figli. Avrei voluto iniziare lo stage senza alcun pensiero se non me stessa e la mia carriera.

"Magari superato il traguardo ci sarà qualcosa di più bello ad aspettarti, non ha importanza, la cosa importante è che tu hai delle persone che ti sosterranno sempre. Io, tuo padre, la nostra famiglia, tu non sarai mai da sola, se tu cadi io cado con te"

Si gira a guardarmi con occhi pieni di amore, era da tanto che non lo vedevo così. Gli sorrido genuinamente, finalmente sto accettando questo cambiamento importante, sto rivalutando le mie priorità.

"Che cosa ne pensi Avri? Comunica con Steve"

"Mi sento protetta ed amata da tutti loro, e lo apprezzo"

"Ma?"

Insiste la donna. Prendo un respiro profondo e mi giro su un fianco per guardare Steve.

"Ma questo non significa che devo lasciar perdere i miei sogni, le mie ambizioni. Voglio guadagnarmi il rispetto delle persone, e con le mie forze non con il nome di Tony"

"Potrai farlo comunque. Ti fai frenare dalla paura di quello che penseranno le altre persone, hai paura di essere giudicata e questa cosa non ti porterà da nessuna parte. Sei incredibilmente intelligente, sei forte, e sono sicuro al cento per cento che sarai una madre meravigliosa, devi solo lasciarti andare, goderti il momento. E se qualcuno ti rompe le scatole, sono pronto a rompergli il naso"

La dottoressa scrive qualcosa nel suo taccuino, attirando così la nostra attenzione. Stiamo forse andando male? A me sembra il contrario, mi sento molto più sicura e sollevata di questa rappacificazione con Steve.

"Mi sto appuntando alcuni esercizi da farvi fare. Per la prossima settimana voglio che scriviate una lista delle vostre paure, ne parleremo insieme e cercheremo di spuntarle una ad una. Niente cazzate come i ragni o il buio, voglio che siate sinceri al cento per cento. Per il momento voglio che passiate del tempo insieme, che ritroviate il piacere di condividere un pasto, di stare insieme senza tensione. Riuscite a farlo?"

Annuisco prontamente così come Steve, dopodiché ce ne andiamo. Steve mi apre la portiera come un gentil uomo e sale dopo di me in auto.

"Ti va di andare a mangiare al Hard Rock caffè?"

"Mi piacerebbe molto... possiamo parlare del bambino se ti va"

Steve mette in moto la macchina, guida nel suo solito modo e mi fa rilassare molto. Mi sento davvero più sollevata, forse la terapia è proprio quello che ci serviva, ma so che non riporterà le cose come una volta.

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