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STEVE

Non c'è nessun posto qui dentro che riesca a distrarmi dai pensieri e dall'odio che provo verso me stesso. Sento Avri piangere ogni notte, la sento stare male a causa della gravidanza e mi odio perché non riesco a superare ciò che ha fatto. Odio doverle stare lontano e non potermi godere questi istanti con lei, ed odio il fatto che continuo ad amarla immensamente, continuo a sperare che le cose migliorino. So di dover fare un passo indietro, di dover riflettere su come trovare un punto di incontro con Avri. Non le porterò via il bambino, se mi dimostrerà che lo vuole crescere ed amare, so che Avri sarebbe una madre perfetta, amorevole e protettiva come solo lei sa essere. Sono sicuro che non appena vedrà il bambino, non appena sentirà il suo profumo, si innamorerà di quel piccolo esserino. Ma c'è anche una parte di me che ha paura, temo che Avri possa scappare via ancora, che possa lasciarmi solo ad occuparmi di un neonato. Forse Buck ha ragione, dovrei deporre le armi e sedermi con lei a parlare come due adulti, forse dovrei chiedere aiuto ad una persona che conosce Avri meglio di tutti noi. Guido per venti minuti fino allo studio della dottoressa Raynor, la quale accetta di parlare con me nella sua pausa pranzo. La segretaria mi manda delle occhiatine da gatta morta.  È attratta dal super eroe, non da me, non da Steve Rogers che ha messo incinta la donna che ha visto crescere, e che l'ha chiamato zio fino ai tredici anni.

"La ringrazio per avermi ricevuto durante la sua pausa pranzo"

La dottoressa mi guarda annoiata mentre mastica un insalata. Il rumore della mascella che tritura il cibo è quasi disgustoso, ma lo sopporto. Probabilmente non mi dirà una sola parola su Avri o sui suoi progressi, ma le chiederò di aiutarmi a capire che cosa devo fare.

"Io non ce la faccio più ad odiarla. Ieri le ho detto che è solo un incubatrice per me, ed ho visto una tale tristezza nei suoi occhi. Ho visto il suo cuore spezzarsi ancora di più. Ho bisogno di perdonarla, ma non ci riesco"

"Perché? Lei non ha abortito, o mi sbaglio?"

"Ci ha pensato. Mi ha ferito sapere che voleva sbarazzarsi del nostro bambino, come se fosse un errore. Io ho passato metà della mia esistenza da solo, senza una famiglia, senza amore. Poi ho ritrovato Bucky, ho trovato gli Avengers e Tony. Ho pensato che fossi felice, che avevo tutto, e poi mi sono innamorato di Avri ed ho capito che volevo di più. Mi basta guardare Tony e Pepper, per capire che mi manca tutto. Voglio l'amore che hanno loro, l'amore che solo un figlio può darti ed Avri voleva portarmi via quell'amore"

La dottoressa mette da parte la sua insalata, si pulisce le labbra con un fazzoletto di stoffa e sospira. Probabilmente sente i suoi pazienti lamentarsi per tutto il giorno, dev'essere sfiancate ad un certo punto.

"Posso onestamente dire che cosa vedo nel futuro di tuo figlio?"

Annuisco incuriosito da questa cosa. Probabilmente sarà qualcosa che non mi piacerà sentire, Avri e Bucky si lamentano sempre di quello che la dottoressa tira fuori in seduta, spesso vedo i due affranti dopo ogni seduta.

"Vostro figlio crescerà con due genitori che non si amano, che si ignorarono e non si parlano. Noterà ogni occhiataccia, ogni risposta acida e penserà che l'amore non è reale, che non sarà mai in grado di trovare l'amore. Vedrà le altre famiglie felici e si chiederà che cosa c'è che non va nella sua famiglia, si sentirà confuso, frustrato ed alla fine si allontanerà da voi due, vi darà la colpa per ogni cosa ed arriverà ad odiarvi. Perciò la mia domanda è, vuoi questo per tuo figlio?"

Scuoto la testa incapace di dire una sola parola, la dottoressa annuisce, dopodiché afferra un bloc notes e scrive qualcosa, che però non mi mostra.

"Voglio che tu porti Avri in un posto tranquillo, magari con dei bei ricordi. Voglio che parliate con il cuore aperto, che vi fidiate l'uno dell'altro e che troviate un punto di connessione. Altrimenti lo faremo nel mio ufficio, e non sarà una bella esperienza, fidati"

Mi caccia via dal suo ufficio con un espressione incazzata. Prima di tornare a casa faccio una lunga passeggiata, vado a trovare Peggy per cercare delle risposte anche da lei, io ed Avri ci amiamo, ma non dobbiamo per forza essere una coppia, no? Possiamo essere dei genitori che si amano e che amano il proprio figlio, ma senza la parte romantica. Torno a casa prima di cena, cerco Avri e la trovo in camera sua con la musica a palla. Busso un paio di volte ma non risponde, così entro e spengo la musica, la ragazza si sposta il cuscino dalla testa, pronta ad incazzarsi con chiunque abbia interrotto quello che stava facendo, ma poi si ferma a guardarmi e si mette a sedere.

"Andiamo al Hard Rock caffè per cena, ti va bene?"

"Io e te?"

"Sì. Non credere chissà che cosa, mh?"

La sua espressione da speranzosa passa a delusa. Ancora una volta mi sento un pezzo di merda, mentre scendo le scale fino al piano inferiore. Mi sento il cattivo della situazione che spezza il cuore alla fanciulla indifesa. Sento ancora quel dolore nel petto, quando ho saputo che voleva abortire, quella rabbia mista ad angoscia. Per un attimo mi sono sentito vuoto, solo, e la cosa che mi fa più incazzare è che nessuno se ne accorto, nessuno si è interessato a me.

"Sono pronta"

Avri attira la mia attenzione, ed anche quella dei presenti in cucina. C'è un silenzio tombale, Nat e Pepper smettono di preparare la cena per un istante, e Thor smette di affettare le zucchine, in realtà sembra che stia cercando di affettare il tagliere ed il marmo sull'isola, per quanto sbatte forte il coltello.

"Bene. Andiamo"

Mi alzo e senza aspettarla raggiungo la macchina. Avri è più lenta di me, sale in macchina quando accendo il motore ed allaccio la cintura. Guido il più in fretta possibile, il suo profumo è come una pozione d'amore. Ricordo quando appoggiavo il naso sulla sua pelle per odorare quel profumo così dolce e sensuale, mi faceva impazzire, e lo fa tuttora.

"Grazie per quello che stai facendo"

"Lo faccio per mio figlio, non per te"

Chiarisco subito, lei annuisce con le guance rosse ed il mento tremante. Si concentra sulla città che scorre fuori dal finestrino, mentre io faccio respiri profondi e cerco di smetterla con questa acidità.

"Vuoi continuare così per sempre? Credimi sto pagando più di quanto immagini"

"Voglio che nostro figlio abbia due bravi genitori, invece che due persone che si odiano"

"Facciamo delle regole di base. Non litigheremo davanti al bambino, faremo i genitori insieme. Prenderemo le decisioni insieme senza discutere, e fingeremo che va tutto bene"

"Sono d'accordo"

Scrollo le spalle come un idiota, è solo la rabbia che mi fa parlare. Non è questo che avevo programmato, stiamo litigando anche adesso. Mi fermo ad un semaforo, Avri sblocca la portiera e scende dalla macchina. Faccio lo stesso beccandomi dei clacson dalle macchine dietro.

"Dove stai andando?"

"Me ne torno a casa, Steve, non c'è bisogno di offrirmi la cena, mi hai detto tutto quello che dovevi dirmi. Se vuoi farmi la guerra fa pure, ma io mi arrendo, io non ce la faccio più. Ho sbagliato, e me ne pento, sbaglio ogni singola volta e me ne pento. Ma ci sto lavorando, dovresti almeno darmene atto!"

"Devi darmi del tempo, pensi che domani mi sveglierò ed avrò dimenticato?"

Lei non mi risponde, cammina nella direzione opposta, mentre scatta il verde. Non mi rimane altro che salire in macchina e continuare per la mia strada. Io ho provato a parlarle, lei si è messa sulla difensiva, quindi adesso non è più un mio problema.

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