8

239 12 1
                                    

"Vai a parlarci, non è intimidatoria come pensi." Panda diede una pacca sulla spalla a Nanami e la spinse verso la ragazza con gli occhiali, che aveva appena vinto in uno scontro corpo a corpo contro Megumi. 

"Beh? Che c'è?" Chiese lei stranita dopo essere stata fissata negli occhi dalla primina senza che le dicesse cosa volesse.

"Maki Zenin. Grado simpatia 7%"

 "Ehm..." Nanami riportò lo sguardo su Panda. Quest'ultimo la incoraggiò stringendo il pugno. 

"Salmone." Disse Inumaki seduto accanto a Panda sulle scale.

"Volevo chiederti se puoi insegnarmi le arti marziali." Chiese finalmente.

"Solo questo?" Si chiedeva perchè le ci era voluto tanto per chiederle una cosa simile.

"Sì..." 

"Vieni. Dai il cambio a Megumi." Nanami annuì con la testa e la seguì nel campetto. Intanto passò la bottiglietta d'acqua che aveva tenuto in mano all'amico.

"Allora, partiamo." Senza nemmeno aspettare un momento partì all'attacco. Nanami riuscì a schivarla appena, il cuore cominciò a battere molto forte mentre sentiva l'adrenalina iniziare a scorrere nel corpo. Era pronta per tutto. 

Neanche un secondo dopo si trovò prona terra con entrambe le braccia bloccate da una sola mano della ragazza.

"Non hai un minimo di base." Constatò lei rialzandosi.

"Ma è difficilissimo pensare mentre si è in queste situazioni..." Si lamentò lei con un bernoccolo in testa. 

"Se non pensi muori."

"Maki, devi essere più gentile con la ragazza!" Esclamò Panda da lontano.

"Stai zitto tu!" Ribattè Maki con tutti i peli rizzati. Poi si girò verso di lei allungando una mano ma guardando da un'altra parte. "Alzati, ti insegno la mia mossa di prima."

"Okay!" Nanami si fece aiutare, un sorriso caldo in viso. Maki partì con una voce maldestra e le fece vedere passo passo la tecnica. 

"Devi essere veloce mentre lo fai. Aggira l'avversario e..."

"Okay, penso di aver capito..."

"Allora ripartiamo." Disse lei. Nanami annuì, era più sicura di sè in quel momento. 

Non per molto, infatti Maki le diede solo il tempo per fare la mossa appena insegnatagli, il colpo finale non andò a buon fine e si ritrovò di nuovo a terra, la bocca piena di terra.

"Ecco, ora hai imparato come controattaccare ad una mossa del genere." Sorrise la senpai.

"Gr-grazie." Si rimise a sedere. 

"Devo dire che è brava, ma più che altro sei tu troppo scarsa." 

"Che c'è?" Chiese Maki non vedendola alzarsi e silenziosa.

"Zenin-senpai! Voglio continuare, per favore!" Gli occhi dorati si riempirono di iniziativa. Voleva dimostrare a Nami che non era poi così tanto scarsa. 

"Non chiamarmi Zenin! E se vuoi continuare alzati."

"Grazie mille! Maki-senpai allora." 

Continuarono ad allenarsi, ogni volta che si trovava a terra si rialzava da sola. Le ferite che accumulava le considerava medaglie, dimostravano il suo impegno e segnava ogni volta qualcosa di nuovo che aveva imparato. Passò così tanto tempo che quando si voltò non vide più nessuno seduto alla ranpa di scale scavate nella pietra.

"Per oggi possiamo finire." Disse Maki affaticata. Cosa diavolo pensava quando aveva accettato di allenarla? Era come un okiagari koboshi ogni volta che si rialzava. 

Island In The Sun ‖ Jujutsu KaisenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora