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"Mi dispiace ma non è nessuna sorta di tecnica malefica." Concluse Gojo tastando quello strano disegno sulla ragazza. 

"Allora che è?" Esclamò Megumi aggressivo, non verso il professore, era solo molto, molto agitato. La zona sottostante agli occhi era stata occupata da un velo violaceo.

"Infatti, non può essere un tatuaggio." Osservò Itadori. 

Gojo girò a destra e a sinistra il viso della ragazza, poi la lasciò andare. "Niente da fare, possiamo però aspettare che si svegli e chiederglielo."

I ragazzi ruotarono gli occhi al cielo.

"Parlando d'altro, ho sentito che sei riuscito a realizzare un dominio." Disse Gojo a Megumi.

"Incompleto." Non serviva a niente, che serviva quanto diventasse forte se aveva di nuovo perso una persona cara?

"Non sappiamo quando si sveglierà?" Provò a chiedere Nobara.

"Sta bene. Per non aver mangiato niente." Disse Ieiri. "In qualche modo non ha bisogno di nutrirsi."

"E poi, si era svegliata il secondo giorno, l'abbiamo trovata fuori dalle coperte. Da quel momento in poi non lo ha più fatto." Disse Nobara. 

"Quindi questa specie di simbolo non ha niente a che fare con il coma." Osservò Gojo. "Puoi stare tranquillo Megumi, non è la stessa cosa di Tsumiki."

"Mi ha promesso che saremo andati a fare shopping a Shibuya ad Halloween. Sicuramente si sveglierà." Affermò Nobara. "...se non lo fa, ci penso io a svegliarla."

Nessuno le rispose e la stanza piombò nel silenzio.

"Io devo andare." Disse Ieri. Era una delle poche persone che riusciva a usare la tecnica di inversione quindi era sempre molto indaffarata. 

Pure Gojo si rimise in piedi ma si fermò subito quando sentì un mormorio provenire dalla ragazza dormiente. Pure gli altri tre presenti tesero le orecchie.

"... non... mangiare... è plastica... Aki..."

"Chi?" Sussurrò Yuji confuso.

"E' suo fratello minore." Rispose Megumi.

"Ahh, sì, mi ricordo." Ricordò il professore. "Starà facendo un brutto sogno allora."

Megumi si chiese quanto sapesse quell'uomo della situazione di Nanami.

"Certo che sia te che lei non parlate mai di voi..." Si lamentò Kugisaki. 

Quando tutti si rilassarono, dalla bocca della ragazza uscì un'altra cosa.

"...me..."

"Me?" Ripetè Gojo, come se la stesse incitando a continuare.

"...megumi."

L'aria si condensò, con esso si fermò il respiro del ragazzo.

Tutti i presenti saettarono gli occhi su di lui.

Sembrava non avesse ancora realizzato la cosa, immobile com'era, ma lo sguardo, lo sguardo non stava mentendo. C'era un uragano che stava nascendo dal fondo di quelle iridi verdi e presto avrebbe travolto tutto.

"Megumi."

Il ripetersi del suo nome fece sorridere maliziosi gli altri tre. 

Quelle tre sillabe si rivelarono così soave pronunciate dalle sue labbra. Erano sature di preoccupazione, quel tono agitato, di angoscia tirò un filo interruttore dentro di lui e il cuore cominciò a battere forsennatamente. Era la gioia di scoprire la sua importanza, che lo stesse pensando, forse sognando. Era compiacimento.

Island In The Sun ‖ Jujutsu KaisenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora