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"Che? La famosa sorella di Fushiguro?" Nobara si avvicinò alle due e si mise a fissare la ragazza. "Non ci credo. Non potete essere fratelli, avete un'aura completamente diversa!"

"Giusto! Io mi ero immaginato tipo un Fushiguro versione femmina." Disse Yuji che ricevette un pugno da Fushiguro, appena arrivato.

"Lei è Tsumiki, mia sorella. Non abbiamo legami di sangue ma mio padre e sua madre si sono sposati quando eravamo piccoli e poi ci hanno abbandonato a fare la bella vita non so dove."

Alla parola abbandonato Nanami si irrigidì, sarebbe quello che avrebbe fatto...

"Eh? Fushiguro si sta aprendo con noi? Itadori, è il momento di comprare un po' di gratta e vinci."

"Smettetela, non è da scherzarci." Disse Maki.

"No, tranquilli. Non ci offendiamo." Li rassicurò Tsumiki sorridente.

"Non mettermi parole di bocca."

"Sei più scontroso del normale, è successo qualcosa?" Chiese Tsumiki per poi guardare Nanami, anche lei distratta. 

"No."

"Quindi, lei sa... del nostro mondo?" Gesticolò Nobara.

"Sì, me lo ha spiegato Gojo-san quando mi sono risvegliata. Inizialmente ero preoccupata, per Megumi, ma adesso che vi ho conosciuto, sono rassicurata."

"Non ti preoccupare, tuo fratello è in buone mani." Rispose Itadori con un espressione fiera, Nobara si aggiunse a lui in una posa.

"E' il nostro sottoposto più fidato, il tuo Fushigurino."

"Smettetela." Digrignò il ragazzo sotto ai denti, ci mancavano solo loro a imbruttirgli la giornata. "Siete imbarazzanti."

"Imbarazzanti noi?" A Nobara si accese una lampadina, si precipitò su di Nanami. "Te che eri alle medie con lui, raccontaci il suo passato imbarazzante da aspirante teppista! Sai che quando stavi facendo la bella addormentata siamo stati alle vostre scuole medie e ci siamo incappati in due scemi che lo chiamavano Fushiguro-san?"

"Imbarazzante?" Nanami si mise a pensare. "In realtà era molto cool."

"Ah.. giusto, non lo dovevo chiedere a te." Nobara scosse la testa delusa. Guardò Megumi e poi lei, doveva essere successo qualcosa tra i due perchè girava un'aria completamente diversa da quella mattinata. Pensava di sapere il motivo. "Vieni da me stanotte, ho bisogno di parlarti."

-

"A Megumi piace, vero?" 

"Che?" Poco dopo il ragazzo annuì, grattandosi la nuca.

"Da quando? L'ultima volta, quando l'abbiamo invitata a casa, non era così... il tuo sguardo quando la guardi."

"Non lo so... ma quando l'ho scoperto, ero già dentro, a fondo."

Forse era quando gli aveva teso la mano e portato fuori dalla sua classe; forse molte ore più tardi, sotto al cielo stellato; forse qualche minuto da lì, le frasi scambiate; forse dopo la finta morte Itadori, lontana in quella missione, quando aveva smesso di rispondergli al cellulare; o ancora più tardi, vederla abbracciata al senpai Okkotsu. Pian piano, quel sentimento era cresciuto e cresciuto e nel momento in cui si è palesato, l'aveva travolto, quasi soffocato.

Tsumiki sorrise. Osservò la ragazza in questione giocare con il panda parlante. "Ti sei dichiarato?"

"No." E la colpevole era davanti a lui.

"Fallo. Perchè ti guarda allo stesso modo. Fallo prima che sia troppo tardi. Ho questa impressione."

-

Nobara era strana, l'aveva praticamente obbligata a dormire da lei senza spiegare niente. Erano seduti sul suo letto, lei la stava fissando.

"Non c'è nessuna novità con Fushiguro?"

"No." Rispose lei con tono poco deciso. "Mi sono un po' persa ma il professore mi ha fatto ricordare di una cosa inevitabile... non voglio mettermi con lui."

"Perchè?!" Aveva già perso la pazienza.

"Perchè sì."

"Senti, se per caso il motivo per cui non vuoi fidanzarti è perchè hai paura che vi lasciate... tanto accade sempre! Non devi preoccuparti del futuro!" Nobara cercò di non parlare di quello che aveva scoperto quel pomeriggio.

"Non ho mica un futuro di cui preoccuparmi." Sussurrò lei.

Nobara fece finta di non sentire. "Quello lì è innamorato di te! Tutti quelli che hanno gli occhi te lo possono confermare. Lui stesso me lo ha confermato, che aspetti?"

La ragazza restò in silenzio, torturando il cuscino tra le braccia.

"Mettiamo le cose in chiaro. So tutto. Mi hanno detto tutto, Gojo e Fushiguro. So che tra un po' te ne andrai da noi. Diciamo che ho interesse a farti mettere con lui, così che non ci abbandonerai."

Dopo un tempo che sembrava infinito, ricambiò lo sguardo di Nobara che deglutì in attesa della sua risposta.

"Grazie, ma ho le idee chiare. Non voglio che sia triste, voglio che si dimentichi subito di me quando me ne andrò, così può trovare un altro ed essere felice. Questo è quello che voglio."

"Davvero?" Chiese la ragazza di fronte a lei. Nanami annuì. "Allora perchè stai piangendo?"

"Mh?" Si toccò il viso, era bagnato. Pulì via ogni sorta di prova. "Un po' di riluttanza ce l'ho, non posso eliminarla. Però, è veramente quello che voglio."

"Ah." Nobara si lanciò indietro, sdraiandosi a pancia in su. "Sei sempre così, a pensare agli altri. Non ho bisogno di un altro Itadori tra i piedi. Che ti costa essere un po' più egoista? Anzi, sei pure cieca! Pensi davvero che sia quello che lui vorrebbe? Nel voler perpetrare i tuoi discorsi e ideali eccezionali e splendidi, stai strozzando quelli di Fushiguro. Altruismo che sfocia nell'egoismo."

"..."

"Invece di stare qua a pensare al suo bene secondo te, vacci a parlare direttamente." Con un balzo si rialzò.

"Nobara, il fatto che me ne andrò è segnato. Non è che se mi metto con Fushiguro cambierà qualcosa. La mia fine era in quel letto ospedaliero, non dovevo nemmeno essere qui."

Nobara si morse le labbra, gettò un cuscino verso di lei per nascondere gli suoi occhi arrossati. "Stronza. Ti prendi un posto nella mia vita e poi vuoi alzarti e andartene senza permesso! Chi ti credi di essere? Io, Kugisaki Nobara, ti ho dato un posto!"

"Scusami." Nanami posò da parte i due cuscini e la abbracciò. "Nessuno può restare fino in fondo. Come ho detto, io la mia vita l'ho già terminata e non avrei dovuto nemmeno essere qui. Grazie per il posto, una persona migliore, più carina, ci siederà sopra, un giorno."

"Guarda bene di andare all'inferno. Stronza." Singhiozzò lei ricambiando l'abbraccio.

"Ci penserò su." Si aggiunse all'amica, al pianto silenzioso.

"Pensare? Ci andrai. Farò in modo di chiamare tutti a bruciare un po' di soldi per te. Almeno non avrai le pezze al culo."

Risero.

"Nanami?"

"Sì?"

"Ti sbagli se pensi che farò sedere qualcun'altro sul tuo posto. Lo lascerò libero. Quando ti annoierai dei fuochi dell'inferno, se vuoi ritornare qui tra noi, ti aspetterà."

Island In The Sun ‖ Jujutsu KaisenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora