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"Quindi sì, le dita sono al sicuro, Però hanno portato via gli uteri maledetti che conservava l'istituto. E' filato via come uno struzzo."

"Chi?"

"Un tipo con la faccia rattopata. Non è... come si chiama, Mahito? Quello che quella specie di dio ha torturato."

"Sì."

"Peccato, avevo proprio voglia di esorcizzare qualcuno." Sebbene il tono leggero, si poteva percepire un leggero fastidio e rabbia.

"Comunque," Nanami passò ad un altro argomento, "perché non ha spiegato poi a Yuta che non sono morta? Mi aveva promesso di farlo."

"Ah quello." Sembrava essersene ricordato solo in quel momento. "Mi è passato completamente di mente."

"... forse dovrei comprarmi un nuovo cellulare il prima possibile."

"Certo, se hai problemi economici chiedi pure al tuo sensei preferito, che sono io. Però fallo dopo questo incontro. Su, andiamo dai tuoi compagni."

-

"Mi sembra un po' troppo grande..." Yuta cercò di sistemarle l'elmetto come poteva ma questa pendeva da un lato all'altro.

"Va bene così." Rispose Nanami.

"Fa fare a me." Maki si fece avanti spostando via il ragazzo, sistemò i capelli disordinati della ragazza lasciando qualche ciocca in avanti e strinse i lacci. Il tutto mentre quest'ultima sorrideva come una scema. "Che ridi?"

"Grazie."

"Lo sei sempre, ma oggi sei particolarmente scema." Maki fece un passo indietro mentre si fingeva irritata.

"Ho capito delle cose. Sono veramente felice di essere qui." Disse lei prendendo in mano la mazza da baseball.

Ora come ora, il desiderio di proteggerli era cresciuto come non mai.

"Però, Yuta, non sei fin troppo calmo?" Osservò Panda confuso.

"Salmone." Toge annuì, gli occhi violetti saettarono tra il suo compagno e la kohai.

"Cosa?" Poi capì, si riferivano a ciò che era successo a Nanami. "Nanami doveva essere così fin dall'inizio, no?"

"Che sta dicendo?" Panda sbatté le palpebre.

"Tonno."

"Deliri di un pazzo. Probabilmente lo shock è stato troppo alto." Commentò Maki. "Comunque, davvero te la senti di giocare?"

"Ho lasciato un segno su tutte le palle da baseball! Non è vietato usare la tecnica, no? Quindi li colpirò sicuramente." Affermò lei, non poteva identificare gli oggetti in aria ma li aveva segnati con la sua tecnica.

"Lasciala fare. Yuta dovrebbe averle curato tutto." Disse Panda a Maki.

"Sì... per gli occhi non ho potuto fare niente." Lo sguardo si fece triste.

"Senape." Toge gli diede una pacca sulla spalla per rassicurarlo.

"Non è niente e lo sai più di tutti. Posso concentrarmi meglio."

"Sì, però..." In realtà a differenza di Nanami, Yuta sapeva e si ricordava di poco. Ciò di cui era certo era la realtà di quel legame esoterico e che in un'altra vita era stati familiari, lui il fratello minore. "Non voglio che pure qui tu sia-"

"Non pensarci. E se continui a preoccuparti mi arrabbio." Disse lei minacciosa.

"Va bene." Rispose lui sapendo che non lo avrebbe mai fatto, qualcosa gli diceva che non si sarebbe mai arrabbiata con lui.

Island In The Sun ‖ Jujutsu KaisenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora