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"Ti sta bene il rosso, come la prima volta che ti ho incontrato." Stava cucendo un vestito per lei, i capelli corvino scendevano sulle spalle formando una cortina lucente. Avvicinò il filo rosso alle labbra rosee e unì i denti per spezzare il filo.

"Non sei cambiata per nulla in questi dieci anni. Uguale a quel giorno. Pure il tempo si è fermato attorno a te perchè vuole toccarti più a lungo."

Ridacchiò e le guance si arrossirono. Era maturata in una adolescente nel fiore dei suoi anni, si era sorpresa quando scoprì che era di sesso femminile. 

"Continuerai a lavorare in quella sartoria?"

"Certo. Non mi voglio sposare, ho già una promessa da mantenere." 

Stava ancora pensando al suo amico? Gli umani sono davvero longevi nel sentimento, o era solo lei?

-

Mahito non fece in tempo a finire la frase che la sua testa si deformò sotto il calcio di Itadori, liberatosi con tutte le forze dalla sua mano. La maledizione di livello speciali si paralizzò, il suo colpo lo aveva toccato nell'anima. Era perchè era abituato ad avere qualcuno dentro di lui? Per questo conosceva i contorni di essa.

"SUKUNA!" Gridò Itadori tirando il braccio della compagna attorno alla sua spalla. "Farò qualsiasi cosa! Potrai usarmi come ti pare! Guarisci Junpei e Kimura!"

Mahito restò a guardare aspettando che Sukuna accettasse il vincolo, il piano era ad un passo dall'essere compiuto.

"Mi rifiuto." Una bocca spuntò sulla sua guancia. Mahito restò sorpreso.

"Che godimento, che spasso! Tu che offri tutto, la dignità, il futuro per chiedere aiuto a me! Perchè da solo non puoi salvare niente e nessuno! Sei proprio patetico! Mai visto uno più mentecatto di te! Me ne starò qui a guardare quella patetica a ugual modo tuo morire."

E, nelle tenebre della notte senza stelle, Sukuna si abbandonò ad una risata spietata e diabolica a cui si aggiunse Mahito.

Ahh, giusto... loro... poteva metterla come gli pareva ma... erano sempre maledizioni.

"Yu...ji. Per-perchè?" Junpei cercò di strattonare i suoi pantaloni ma appena li toccò perse la forza e si accasciò a terra.

"Ops! E' già morto? Lo avrò mutato troppo velocemente. Sarà stato per questo." Mahito si pulì le lacrime agli angoli degli occhi.

"Ti ammazzo." Tutte le belle parole che aveva detto fino a quel momento erano diventate solo una gigantesca bugia. Ciò che voleva fare, dal profondo del cuore era...

"Vediamo chi ride fino all'ultimo." Mahito saettò lo sguardo alla ragazza che stava tenendo Itadori. Era ricoperta del suo stesso sangue. Chissà come faceva a reggersi ancora in piedi senza crollare. 

"Come, sei pimpante solo adesso? Dove eri quando il vostro caro Junpei è stato trasformat-" Ancora un'altra volta fu interrotto da Itadori e il suo pugno, questa volta il danno era aumentato esponenzialmente. Fu scaraventato non tanto lontano perchè colpì una sorta di muro. Non era una parete bensì un intero pezzo di strada che si era erso in alto e ad una velocità insana una decina di spine trapassarono il suo corpo e colpirono dritto la sua anima. Il responsabile di quell'attacco, Nanami, stava esasperando il suo corpo ma non si sarebbe fermata. Era riuscita a metabolizzare quel veleno.

Fece svanire le spine non appena Itadori si lanciò su di lui ma la maledizione fece nascere dei aculei dal suo corpo che trapassarono il corpo del ragazzo. Come risposta Yuji allungò le mani verso il suo viso e picchiò con la sua stessa testa. Senza fermarsi diede un altro calcio sui denti. 

Island In The Sun ‖ Jujutsu KaisenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora