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Nobara?

"Aa-"

Un frastuono e corsa, si era sbagliata o aveva pure sentito per un istante la voce di Yuta?

"F-fushiguro?" Chiese lei cercando di individuare chi le aveva fatto visita.

"Scusa." Megumi la lasciò andare, il viso bollente. Aveva agito senza pensare, non era da lui. Continuò a sentire il cuore battergli nei timpani e non stava rallentando, nemmeno dopo essersi staccato da lei. Non avrebbe mai pensato che il suo corpo fosse capace di reagire in quel modo.

Era innamorato, era la conferma. Quando era successo? Non riusciva a trovare il filo logico e la mente non riusciva a pensare ad altro se non al tiepore del corpo della ragazza. Forse era così, l'innamoramento, come un ruscello che pian piano accumulava acqua e senza accorgersi, si trasformava in un fiume. Aveva pensato funzionasse come un colpo di fulmine che ti travolge in un istante ma a pensarci l'amore a prima vista aveva poco senso.

"Scusami..." Mormorò poi un po' disconesso, a mente più lucida ebbe improvvisamente paura di poter essere detestato. L'aveva aiutata senza permesso, per poi finire per bloccarla tra le sue braccia. Se non fossero entrati Kugisaki e i senpai Okkotsu e Maki non pensava che l'avrebbe lasciata andare in tempi ragionevoli.

-

"ARGH, ridatemi un paio di occhi che non hanno visto." I tre erano seduti accanto alla pista da corsa.

"Non stanno viaggiando un po' troppo in fretta?" Chiese Yuta con fare preoccupato.

"E perchè? C'è un ritmo prestabilito?" Maki alzò un sopracciglio. "Sono affari loro."

Nobara sospirò teatralmente. "Ho come la sensazione di un padre che deve lasciare la figlia ad un altro uomo."

"Saranno affari loro." Commentò di nuovo la ragazza sistemandosi gli occhiali.

"Volevo solo pettegolare, Maki. Il gusto del pettegolezzo, non ne sei a conoscenza?"

"Se non serve a dare una lezione agli Zen'in non mi interessa, per niente."

-

"Scusa per cosa..." Chiese Nanami facendo forza con le braccia e mettendosi a sedere composta. Non sentì risposta.

"Puoi passarmi qualcosa dal mio armadio..." Chiese di nuovo. Lo sentì finalmente muoversi verso quella direzione, quindi si sbottonò la camicia e se la levò, rimanendo in reggiseno. Non era molto sveglia su quel genere di cose. Dopo una vita passata da non vedente, non le importava molto di come il suo corpo venisse visto dagli altri. Aki la ammoniva spesso, di essere più attenta e picchiare i bulli che le alzavano la gonna, ma lei non capiva. Su quel fatto era rimasta alla bambina di sette anni. Cosa c'era di particolare nel vedere dei pezzi di carne?

"Cosa dovrei prend-" La sua voce si bloccò sulla fine.

"Qualsiasi cosa, per esempio una maglietta. Non mi cambio i pantaloni, tanto non devo andare in missione." Gojo le aveva dato del tempo di riposo.

Lo sentì rovistare nell'armadietto e alla fine dirigersi verso di lei.

"Grazie." Ringraziò. Il ragazzo non fiatava.

"Torno in camera." Lasciò per poi quasi scappare da lì.

"Facciamo colazione insieme?" Si affrettò a chiedere Nanami ma era già sparito.

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"Non pensavo davvero che fossi tornato! E' la migliore sorpresa degli ultimi tempi!" Era davvero una bella giornata. Si mise a toccare il viso del ragazzo, per rinfrescare la memoria.

"Avevi detto che ti facevi passare il tuo numero di telefono..." mormorò Yuta bloccando una sua mano.

"Scusami, non ho fatto in tempo a comprarne uno..."

"Perchè costavano troppo." Maki la interuppe. Non gli aveva detto niente sul coma di Nanami come su suggerimento di Panda.

"Come troppo! Te ne compro subito uno io!" Yuta sbarrò gli occhi incredulo, ci aveva davvero creduto.

"Chissà quanto guadagnano i livelli speciali." Disse Nobara mentre girava il suo cappuccino. Erano a fare colazione allo scarso ristorante della scuola.

"Non faccio tanto caso a quanto mi danno." Yuta disse una cifra facendo una media del mese e Nobara si pietrificò.

"Okkotsu-senpai, ritiro tutte le frasi che ho detto maledicendoti! Sei ufficialmente il nostro salvadanaio vivente." Nobara mise una mano sul petto e si piegò in avanti con aria legale. Peccato non c'era Yuji con lei, così non era la sola a fare la sciocca.

"Certo." Sorrise Yuta, prendendo per serio quello che disse.

"Che? Ho sentito sì o sbaglio? Maki..." Nobara stava lacrimando, sbattè gli occhi verso Maki.

"Branco di idioti..." La ragazza si tenne il ponte del naso alzando gli occhiali.

"Però..." Yuta prese la parola. "Adesso che sono tornato posso occuparmi io di te! Non c'è più bisogno che lo chiedi a qualcun'altro... tipo Fushiguro."

Nanami sbattè le palpebre. "Sì, certo."

"Non ce n'è il bisogno." Fushiguro fece la sua entrata nella sala facendo scendere il silenzioo. Yuta smise di sorridere mentre Nanami ritirò subitanea le sue mani dal viso del ragazzo.

Maki emise un sospiro impercettibile e si alzò dal tavolo. "Io qui ho finito di mangiare. Andiamo. Dico a te, idiota."

"Eh?" Sentendosi chiamare, Yuta abbandonò per un attimo l'espressione accigliata. Guardò perso la sua compagna. "M..ma..."

Alla fine si alzò e la seguì lanciando un ultimo sguardo al tavolo.

"Hai fatto andare via il mio salvadanaio, Fushiguro." Si lamentò Nobara mettendo il cucchiaino in bocca. Quell'altro non si degnò di rispondere. Si mise a mangiare la sua porzione che le due avevano preso prima.

"Dov'è Itadori?" Chiese Nanami.

"Boh, sarà a dormire." Rispose Nobara. "Lo chiamo?"

"No, portiamogli la colazione altrimenti. Se vuole dormire facciamolo dormire."

Fushiguro non partecipava alla conversazione.

"Comunque... guardate che sono riuscita a fare." Esordì Nanami invocando la sua tecnica malefica. Una specie di armatura movente venne creata dal nulla dietro a lei. "Mi spinge ed è molto più facile così con la carrozzina che camminare con l'uso delle radici."

Fece vedere agli altri quanto fosse flessibile e preciso nei movimenti.

"Ma che figata!" Disse Nobara alzandosi a toccare quella carcassa metallica. Era davvero resiliente quella ragazza, sempre a trovare le soluzioni invece che abbattersi. Spese qualche secondo a fissare Nanami e sorrise. "... ti stimo."

"Kugisaki Nobara. Grado di simpatia 65%"

"Ultimo elemento sbloccato. Acqua."

Una serie di informazioni inondarono il suo corpo e la scioccarono.

"WOW! Cos'è questo?! Kimura?" L'esclamazione di Itadori arrivò prima di lui. Si precipitò sull'armatura, affascinato. "Si può indossare?"

"..."

Nanami ci mise un po' per ritornare tra di loro. "Te ne posso fare una... anche se in realtà questa non mi servirà più..."

Island In The Sun ‖ Jujutsu KaisenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora