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I due senpai sgranarono gli occhi quando si resero conto che il nucleo di tutto, di quella pressione soffocante che aveva riempito la stanza, era Fushiguro, il loro kohai. Attorno a lui, le ombre si erano ingrandite fino al soffitto e prulicavano dense, ad un passo dal trasformarsi in shikigami.

"Fu..fushiguro?" Itadori provò a chiamarlo, stretto a sé. 

Sentendosi chiamare, Fushiguro si voltò verso di lui. Aveva uno sguardo assassino, le palpebre spalancate e il rosso dei capillari, rossi come la rabbia che aveva preso il sopravvento della mente, a tal punto che l'intero corpo stava tremando. Aveva un unico pensiero nella mente. Voleva trovare il responsabile, ridurlo in mille pezzi, strappargli le dita con cui l'aveva toccata, farlo inginocchiare davanti a lei e costringerlo a chiedere scusa fino al logoramento delle corde vocali.

Itadori saltò indietro proteggendosi il viso con le braccia. La sua azione ruppe il fermaimmagine che aveva davanti agli occhi e Fushiguro riprese i sensi, scioccandosi di ciò che aveva appena provato. Ritirò le ombre e tutto sembrò tornare normale, ciò che restava era solo la bassa pressione attorno a lui.

"Scusate..." Riuscì a dire.

"Fushiguro.." Il suo compagno mise una mano sulla sua spalla. "Non sei il solo a odiarlo. La prossima volta che incontrerò quella maledizione, lo ucciderò."

"È stata una maledizione? Chi?"

"Nanami! Perché non vai da Fushiguro?" Intanto Panda si era rilassato, sebbene era un guscio maledetto e non sudasse giurava di aver sentito del sudore freddo scendergli attraverso la schiena. Insieme a Nobara spinsero la ragazza in questione verso Fushiguro. Doveva calmarlo assolutamente, o forse era meglio se andasse in quello stato all'incontro.

Nanami si lasciò spingere senza problemi, infatti era ancora sotto shock da quello che era appena successo. Era l'erede della tecnica delle dieci ombre. Sukuna, il re delle maledizioni, aveva riconosciuto il suo potenziale; Gojo, lo stregone che con la sua nascita aveva cambiato l'equilibrio del mondo, aveva riconosciuto il suo potenziale; suo padre, il massacratore degli stregoni, aveva fatto lo stesso. 

Lo shock era dovuto soprattutto alla realizzazione che che la sua rabbia era stata scaturita da ciò che le era successo. Non avrebbe mai immaginato che tenesse così tanto ai compagni fino a questo punto ma se ci pensava era sempre stato in questo modo, si sacrificava quando lo riteneva necessario per gli altri. Fortunatamente, più tardi, Gojo gli avrebbe fatto una lezione su questo argomento.

"Psst, siamo tutti d'accordo vero? Di nascondere fino a quando possiamo questa situazione a Yuta?" Sussurrò Panda a Maki e Toge.

"Salmone." Annuì Toge rabbrividendo.

"Basta che lo scopra quando sono ad almeno cento chilometri distante da lui." Disse Maki alzando gli occhi al cielo.

"Certo che sarebbe l'ora per lui, capire che non è Rika." Commentò Panda pensieroso.

"Ancora con questa storia? C'è qualcosa tra loro due e basta. Non puoi ignorare il modo con cui lei lo tratta."

"Aspettate, chi e cosa?" Nobara spalancò la bocca. "Io pensavo che... pensavo che..."

"Megumi? Non so di lui ma di Nanami..." Maki premette il pollice al mento ma si bloccò subito. "Perché stiamo ragionando di queste cose inutili? Andiamo, forza, venite."

"Maki pensa che lei sia cotta di Yuta." Sussurrò Panda a Nobara. "Per me Yuta sta guardando un'altra persona attraverso lei. Invece la ragazza prova solo ammirazione verso Yuta, in fondo è suo senpai e la tratta bene, che dico, benissimo."

"Mi stai dicendo che quello lì la sta usando?! Come copia di un'altra?" Urlò Nobara.

"Scaglie di tonno essiccato..." Toge cercò di dire la sua senza successo.

"Quel rimbambito non è capace di arrivare a questo, ok? Non ascoltare Panda." Disse Maki.

"La verità lo sanno solo le parti interessate." Panda si grattò il mento.

"Nanami." Nobara apparve dietro alla ragazza, un'aria grave.

"Che succede?" L'aveva sentita correre verso di lei. Non aveva origliato la loro conversazione visto che era impegnata a parlare con Megumi.

"Mi dispiace interrompere qualsiasi discorso stiate facendo..."

"Non stai disturbando, gli stavo raccontando della missione con Itadori."

"Non me ne frega. Voglio sapere... Chi diamine è questo Okkotsu. Che rapporto hai con lui?"

"Yuta?" Nanami inclinò la testa.

"Sì quello che mi ha impedito di andare a Kyoto."

"Yuta è..." Nobara fissò inorridita il sorriso che spuntò sul viso della ragazza, e lo stava pure chiamando per nome. "Yuta è un bravissimo ragazzo, si preoccupa per noi del primo anno ed è ammirevole quanto sia potente a questa età. Dicono sia solo secondo al maestro, secondo me è vero. È uno dei quattro stregoni di livello speciale. Poi... Ha i capelli neri un po' disordinati e gli occhi stanchi, ha..."

"Non ti sto chiedendo questo. Dimmi che rapporto hai con lui." La interruppe la compagna mentre Fushiguro le lanciò un'occhiataccia.

"Siamo compagni di scuola... Ehm... amici, amici molto stretti." Non sapeva spiegare il loro rapporto. Sapeva solo che le veniva naturale chiaccherare e uscire con lui. Si comprendevano in un attimo.

"Che vuoi all'improvviso?" Chiese Fushiguro pronto a scacciarla via.

"Allora un'altra domanda. Che tipo di ragazzi ti piacciono?"

"Nobara, sei stata attaccata dalla malattia Todo?" Provò a indovinare Nanami.

"Guarda che sono solo discorsi da ragazze. Pettegolezzi va bene? Sono curiosa, poi ti dico il mio tipo."

"Ma io sarei un ragazzo." Si intromise Fushiguro mentre una sua palpebra cominciò a saltare.

"Shh!" Nobara gli lanciò uno sguardo da 'come fai a non capire che lo sto facendo per te?'

Fushiguro si strinse il ponte del naso tra due dita. Ne aveva abbastanza delle sue convinzioni e scenate.

"Direi qualcuno di responsabile." Provò a dire. Tutti i sensi del suo corpo erano sull'allerta, la sola presenza del ragazzo che le stava accanto cominciò a crearle disagio in una discussione del genere.

"E poi?"

"Questo."

"L'aspetto dico, che aspetto ti piace?"

"Non penso che mi cambi qualcosa dell'aspetto." Nanami si alzò gli occhiali per qualche secondo. Però, per quel breve periodo in cui aveva potuto rivedere, ci sono stati momenti in cui fu stupita al punto di immobilizzarsi alla vista di qualcuno...

"Sto vedendo un bel film." Si lamentò Nami della successione di immagini che passarono per la sua mente in un solo istante.

"Mmmh ho capito." Era Yuji, anche lui aggiuntosi ai tre. "Responsabile come Nanamin vero?"

"Sì, quel tipo di responsabile." Rispose lei ripensando a Nanamin.

"Anche a me piace." Commentò lui.

"Nessuno ha chiesto la tua opinione!" Gridò Nobara ma poi abbassando la voce. "Chi è questo Nanamin?"

"Un adulto molto responsabile." Spiegò Yuji.

"Ah, adulto? Ti piacciono quelli più grandi?"

"Non mi piace in quel senso, lo ammiro come persona. E poi non conosco nemmeno persone della mia età." Nanamin era diventato come una figura paterna per loro due.

"...Questi due non sono persone per te?" Nobara si trattenne le risate e nella domanda escluse se stessa.

Nanami fu colta alla sprovvista, si era dimenticata di quella cosa. Adesso che era nel suo corpo però, poteva davvero dirsi tre anni più vecchia di loro, almeno mentalmente. Di fisico due anni, visto che era tornata nella lei diciasettenne.

"...Giusto. E' che vi vedo più come... più piccoli."

A quel punto Nobara non potè più trattenersi e si sbellicò dalle risate ripetendo 'fratellino' a Fushiguro mentre picchiava contro di lui. Il ragazzo mantenne un espressione piatta per la tutta la durata dell'aggressione.




Island In The Sun ‖ Jujutsu KaisenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora