Appena finita la scuola Nanami si ritrovò con Megumi e lo seguì per la strada del palazzetto in cui abitavano.
"Che rapporto hai con quell'uomo?" Chiese Nanami per riempire quel tragitto.
"E' il mio tutore." Non sembrava più arrabbiato, in fondo era passato un intero pomeriggio. La solita quiete composta alieggiava attorno alla sua figura.
"Solo questo?" Alla sua domanda increspò le sopracciglia.
"Un uomo sospettoso che non ha un minimo di tatto e sembra avere l'età mentale di un bambino."
La sua faccia disgustata era divertente. "Avrà anche delle qualità positive."
"No." Nanami rise ancora più forte. Riusciva a farla ridere anche con delle mere espressioni.
Arrivarono quindi a destinazione. Lì, giù sulla strada, poteva vedere la porta d'ingresso dell'appartamento al primo piano.
"È già dentro vero?" Disse lei mentre Megumi girava la serratura.
Megumi annuì. Era sempre di poche parole, avrebbe voluto che si esprimesse di più.
Appena l'uscio fu aperto, Nanami si sentì avvolta dall'odore che portava il ragazzo, così intenso in quella casa. Riconobbe tra l'insieme di stimoli che le arrivarono il profumo che portava Gojo e più leggero, l'odore di bucato steso al sole. L'appartamento era piuttosto piccolo. Dall'entrata si vedeva il soggiorno in fondo al corridoio, c'era un davanzale e vide i panni stesi. C'era qualcuno seduto-sdraiato sul divano di cui vedeva solo le gambe distese, era la fonte del profumo sintetico. La prima porta che si trovava sulla destra era scorrevole e trasparente, doveva essere una cucina, sentiva qualcosa bollire, odore di spaghetti.
"Sono tornato." Disse e subito si sentirono dei passi. Davanti a loro apparve una ragazza della loro età, doveva essere Tsumiki, sbucata dalla cucina. Aveva lo stesso odore di Megumi, solo più morbido. Salutò prima il fratello e poi tutta la sua attenzione si spostò su di Nanami. La fissò un po' incantata, poi le sorrise gentilmente.
"Sei Kimura vero? Piacere di conoscerti. Sono Fushiguro Tsumiki. Puoi chiamarmi Tsumiki. Sei davvero bella."
L'adolescente aveva una voce calma e emanava positività e gentilezza da tutti i pori. Come faceva Fushiguro a pensare quelle cose su di lei?
"Kimura Nanami." Nanami incurvò la schiena in un inchino. "Grazie dell'ospitalità."
"Per niente! Grazie a te per esserti presa cura di Megumi per questo tempo."
"Huh?" Megumi voleva ribattere ma Gojo li aveva raggiunti dal divano in quattro e quattr'otto con quelle gambe slanciate.
"Megumi-chan! Sembri in forma." Non aspettò una risposta e si rivolse alla ragazza al suo fianco.
"Mi ripresento per bene. Sono Gojo Satoru, il più forte." Portava sempre gli occhiali da sole e quel tono e sorriso allegro, poi si abbassò fino alla sua altezza. Improvvisamente pareva più serio, ebbe l'impressione che la stesse esaminando profondamente, tutto il suo corpo e l'interno.
"Piacere." Rispose lei non volendo alzare gli occhi e fare contatto visivo.
"Sei timida? Ti ricordavo più coraggiosa."
"Essere fissata da un uomo di non so quanti anni più grande crea di certo un po' di disagio..."
"HAHAHA." Gojo si raddrizzò tra risate stravaganti. "Ti sei dimenticata l'aggettivo più importante. Un uomo bellissimo."
Nessuno dei due tra lei e Megumi rise a quella battuta (se era una battuta e non un autocomplimento che si era fatto). Tsumiki invece stava ridendo, guardò Nanami.
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Island In The Sun ‖ Jujutsu Kaisen
FanfictionOC/Fushiguro Megumi Accenni a SatoSugu & YutaMaki CONTIENE SPOILER MANGA JJK Cosa succede dopo la morte? E se non è altro che l'inizio di un nuovo viaggio? Storia di un viaggio nel mondo della stregoneria, delle arti occulte, degli spiriti maledetti...