"Oya, sono di nuovo insieme."
"Stai zitto."
Kimura e Itadori erano arrivati al campetto.
"Scusate per il ritardo." Dissero. Gli occhi della ragazza vagarono subito alla figura di Megumi in lontananza, un movimento tanto naturale, come se le sue iridi appartenessero già in origine alle sue verdi e stessero solo ritornando al loro posto.
Si era cambiato e messo una camicia bianca. Stava bene, non sapeva come descriverlo, ma emanava qualcosa di sconosciuto, che le fece stringere l'addome. Era sicuramente qualcosa che non avrebbe provato senza la vista. Qualcosa stava capendo. Ripensò a Yuji e la sua espressione mortificata di poco prima, riusciva a comprenderlo. Allora il fatto di essersi levata i vestiti davanti a Fushiguro...
"Cielo." Buttò fuori mentre ancora fissava il ragazzo. Era quello il gusto della vergogna.
"Assapora..."
"Nami, sei più umana di me."
"Allora ragazzi, organizzatevi in coppie, facciamo un po' di sit-up!"
"Insomma, non c'è qualcosa di più utile, Satoru?" Chiese Panda.
Gojo lo ignorò. "Megumi e Nanami, siete in coppia. Per gli altri... bah, fate come volete."
"Che?!" Gridarono gli altri.
"Scaglie di tonno essiccato..."
"Itadori, vuoi stare in coppia con me?" Chiese un Yuta sorridente.
"Mi fa accapponare la pelle." Commentò Panda nel mentre Yuji accettava con piacere.
"Salmone." Toge si strinse le spalle, il viso pallido.
"Chi fa prima?" Chiese Nanami avvicinandosi al ragazzo. Quella camicia bianca faceva risaltare le sue spalle larghe e quando lo notò si sentì arrossire.
"E' uguale."
Alla fine la ragazza propose di fare per prima. Si mise a terra aspettando che le tenesse i piedi. I muscoli dell'addome le facevano già male per via dell'allenamento con Maki ma riusciva a sopportare quel dolore. Era il minimo in confronto a ciò che aveva provato a Shibuya.
Venne osservata da degli occhi incerti. "Posso?"
"...Sì." Rispose lei stranita. Fino a ieri mattina non si faceva problemi a prenderla in braccio, che era successo?
Il ragazzo avvicinò le mani e fece pressione sulle sue scarpe. Si sdraiò incrociando le mani davanti e si sollevò.
Troppo vicini, ritornò subito giù, nonostante i suoi addominali dolenti pregassero il contrario.
"Kimura... scusami per ciò che è successo ieri mattina." Disse lui dopo qualche piegamento.
"Eh? Cosa?" Nanami si sollevò un'altra volta senza fiato, sbattè le ciglia confusa restando in quella posizione. Almeno si poteva riposare, però, erano davvero troppo vicini. Le pupille del ragazzo si ingrandirono prendendo spazio tra le iridi screziate di verde, ruotò via il viso scappando da quella vicinanza.
"Per il fatto di non averti ascoltato e fatto di testa mia e, di averti poi... ecco quello che è successo dopo, senza il tuo consenso."
Aveva riflettuto su ciò che gli aveva detto, che era spaventata da lui. Non aveva tutti i torti, non era di certo una persona buona. Non si meritava di starle accanto, Itadori era meglio. Tuttavia non riusciva a sopportare la vista di lui accanto a lei.
Itadori Yuji era infinite volte meglio di lui, era l'emblema della bontà, come lei e Tsumiki.
Nella visione del mondo in cui credeva, lui stesso era tra le persone malvagie. La sua azione egoista di salvare Itadori stava mettendo a rischio, alla possibile morte milioni di persone.
Erano perfetti. La pulce nel suo orecchio però, gridava di no. Una fitta persistente al cuore diceva di no.
Adesso la guardava con prudenza. Era innamorato anche lei di lui, vero? Altrimenti si sarebbe staccata. A pensarci bene, non era stata lei a iniziare?
"Io..." Voleva dirgli che non doveva preoccuparsi e che poteva abbracciarla quando e quanto voleva ma qualcosa la fermava e sapeva esattamente cosa. "Allora devo scusarmi anche io per ieri sera. Abbiamo praticamente fatto effrazione in camera tua... e non pesare troppo ciò che ho detto, ero un po' ubriaca."
Prese una pausa, decise di cambiare proprio argomento. "E giusto, anche per l'altra mattina! Non ho pensato a te e mi sono tolta i vestiti. Sarà stato molto imbarazzante... Sai, quanto tempo ho passato senza vista. Mi manca una parte di voi, che però sto recuperando. Non mi importava dello sguardo degli altri, non ho mai curato il mio aspetto. Però, ricordandomi del fatto di Yuji, ho capito che qualcosa è cambiato. Pian piano, penso di star imparando, sto riprendendo in considerazione me stessa."
E il contributo a questo, oltre alla riacquisizione della vista, erano loro. Grazie a loro aveva potuto imparare rivalutarsi, rivalorizzarsi.
Aspettò una risposta dal ragazzo, aveva le guance rosse.
"Itadori." Ripetè Fushiguro.
"Sì." Nanami si grattò la testa, un po' imbarazzata.
"Siete, sempre più amici."
"Sì? Itadori è davvero un raggio di sole..." Nanami pensò di continuare ma si fermò subito quando notò l'irritazione trattenuta di Megumi.
"Senti, vorrei dirti una cosa." Iniziò così ma non riuscì a continuare.
"Megumi-chan!" Era la voce lontana del professore.
La ragazza si voltò verso il maestro e si trovò più sorpresa che mai. Accanto a lui, c'era Tsumiki, sorridente e composta. Si alzò da terra correndo verso di loro.
"Tsumiki!" Esclamò lei raggiungendola. Una pausa per organizzare il discorso. "...Come stai? Ah, io sono Kimura, Kimura Nanami... L'ultima volta che mi hai visto avevo i capelli bianchi e tutt'altra faccia... è una storia lunga."
La sorella le sorrise gentilmente come nei ricordi. I lunghi capelli castani erano raccolti in una coda alta, due ciocche di capelli lasciati cadere ai lati volteggiavano leggere al vento. Senza dire altro si sporse verso di lei e la abbracciò. Nanami rimase impalata.
"Lo so." Si staccò mentre salutò anche il fratello. "Grazie per esserti preso cura di Megumi per un altro anno. Non ha fatto niente di male, vero?"
"Eh? Niente, assolutamente." Guardò Fushiguro in cerca di conferma ma quest'ultimo non disse niente, addirittura ruotò il viso da un'altra parte. "Di' qualcosa... altrimenti sembra davvero che hai fatto qualcosa di male."
"Non mi interessa." Rispose scocciato, era arrivata nel momento meno opportuno.
"Megumi! Non sei migliorato per niente." Commentò Tsumiki riprendendo la parte della sorella maggiore. "Non risponderle così. Adesso capisco perchè non l'hai ancora conquistata."
Il fratello si fossilizzò sul posto.
Gojo si mise a ridere. "Che ragazzo infedele al proprio cuore, vero Tsumiki?"
Il ragazzo si pentì di essersi cambiato quando alzò la mano per tentare di tirare su il suo colletto ma trovò il vuoto. Il pensiero successivo fu quello di guardare la reazione di Nanami con la coda dell'occhio.
Stava sorridendo ma era solo il sorriso che aveva rivolto alla sorella che non se n'era ancora andato: stava fingendo di non aver sentito niente. A quel punto il ragazzo riabbassò la sua mano mentre un enorme sconforto lo mangiava da dentro.
Nanami tirava forzatamente su gli angoli della bocca. Si impegnava a non lasciar trasparire né la gioia né, più di ogni cosa, il tormento che aveva sopraffatto la gioia. Sperò stessero solo scherzando, che non gli piacesse veramente perchè non voleva vederlo soffrire ma si voleva ingannare da sola, nessuno avrebbe abbracciato un amico in quel modo.
"Tsumiki! Ti presento i nostri compagni." Prese il polso di Tsumiki e si allontanò a passi svelti da lì.
Gojo si mise una mano sulla fronte, frustrato. "Argh! Basta, io non faccio più niente. Mi sono stancato!"
Megumi gli lanciò un'occhiata storta e seguì le due.
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Island In The Sun ‖ Jujutsu Kaisen
FanfictionOC/Fushiguro Megumi Accenni a SatoSugu & YutaMaki CONTIENE SPOILER MANGA JJK Cosa succede dopo la morte? E se non è altro che l'inizio di un nuovo viaggio? Storia di un viaggio nel mondo della stregoneria, delle arti occulte, degli spiriti maledetti...