Il cielo era grigio, la neve cadeva leggera su di lui. Era seduto fuori. Quei fiocchi, ognuno unico al mondo, dovevano aver assorbito tutti i rumori perchè non si sentiva nemmeno un cinguettare di uccello.
Era solo, sopra di lui solo il cielo plumbeo e smorto. Rimasto lì all'entrata dell'istituto, era ad aspettare qualcuno, qualcuno che non si sarebbe presentato. Eppure stava lì, con un filo si speranza, e ad ogni movimento impercettibile delle orecchie dei suoi cani divini, alzava la testa, pensando di trovare quella persona; e quindi quegli occhi verdi, che spiccavano così tanto su quello sfondo bianco, si rabbugliavano. Il fermoimmagine del paronama che gli stava dirimpetto non si spezzava, neanche di un centimetro.
Sarebbe tornata quel giorno? Era quasi Natale.
Era il suo compleanno, se lo ricordava ancora, lei?
Compieva sedici anni. Era abbastanza grande, adesso?
Si strinse alla sciarpa di lana. I due shikigami si strusciarono sul padrone, cercando di consolarlo. I guaiti che emettevano davano voce ai suoi pensieri.
Erano passati due mesi. Kimura Nanami era stata promossa a stregone di livello speciale e non si erano più visti. Non si erano più visti se non attraverso quelle veloci occhiate per i corridoi. Andava come una furia. In quanto livello speciale venne riempita con missioni su missioni, sfruttata fino all'ultimo goccio. Dovette trattenere una scarica di rabbia al pensiero di quelle arance marcie.
Per cellulare? Mandava foto, nessuna che la ritraeva, solo paesaggi, nel gruppo che univa il primo e secondo anno. Poche volte si erano scambiati qualcosa in privato, quando partiva una conversazione si limitava a rispondere velocemente e chiudere con la stessa frase, devo andare.
In realtà, qualche foto di lei alcune volte le mandava e in quelle poche fote che salvava poi nei preferiti, la vedeva così magra, così spossata.
Nella frustrazione cominciò ad allenarsi anche lui, a riempirsi. E dopo? Dopo si era pentito, perchè aveva completamente perso i contatti con lei, neppure più un buongiorno e buonanotte.
Si era pentito, era dannatamente pentito di non averle detto ciò che provava quella notte. Solo perchè pensava che le piaceva Itadori? No, la verità era che aveva paura di essere rifiutato, essere abbandonato come era già successo con suo padre.
Rabbrividì all'ennesima brezza ghiacciata, avrebbe dovuto andarsene ma non riusciva. Magari, se avesse aspettato un'ora in più, un pomeriggio in più, l'avrebbe vista apparire, arrivare da quella rampa infinita di scale. Affannata? No, ormai non si affannava più per quel poco sforzo. Cominciò a immaginarla apparire lì, davanti a lui. Il solo pensiero lo proteggeva contro il freddo.
Ad un tratto lo shikigami bianco abbaiò e risvegliò il ragazzo assorto nei pensieri.
Nessuno.
Quindi accarezzò il manto soffice della creatura. Le dita dovevano aver perso della sensibilità per il freddo perchè normalmente il cagnolino era molto più morbido. Sotto al suo tocco, lo shikigami continuò a muoversi, agitato.
"Sta venendo una bufera per caso?" Chiese lui ma l'altro nero non stava dando segni di movimento. Appena lo pensò, anche l'altro si rizzò in piedi. Cominciò a guaire. Tutti e due verso la stessa direzione, la rampa di scale.
Il ragazzo si bloccò, il cuore gli salì in gola e un enorme magone si formò nello stesso punto. Il cervello comandò al corpo di alzarsi ma non riusciva. Sentiva dei passi, era lei? Era lei? Aveva paura a puntare gli occhi lì, aveva paura che la speranza venisse nuovamente distrutta.
Era un rumore di stivali, era una donna. A quel punto balzò in piedi, gli occhi spalancati verso quella direzione. Una figura apparve davanti a lui.
Successe tutto in un istante, il mondo ricominciò ad avere colori, la monotonia del paesaggio innevato diventò il panorama più perdifiato del mondo, per lei. Giusto per lei, in mezzo ad essa. Così piccola, così bella, avvolta in quel giubbotto beige. I capelli erano più lunghi dell'ultima volta, meno curati. Gli occhi rotondi lo stavano fissando con stupore. Erano due occhi stanchi, affaticati, eppure erano così incantevoli, era perchè lo stava guardando. Per quelle iridi scure in quel momento esistevano solo lui, lui e basta. Lui, era lui che stava occupando il riflesso sulla retina, nessun altro. Lui e l'ingresso desolato.
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Island In The Sun ‖ Jujutsu Kaisen
FanfictionOC/Fushiguro Megumi Accenni a SatoSugu & YutaMaki CONTIENE SPOILER MANGA JJK Cosa succede dopo la morte? E se non è altro che l'inizio di un nuovo viaggio? Storia di un viaggio nel mondo della stregoneria, delle arti occulte, degli spiriti maledetti...