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"Vuoi guardare un film?" Nobara si staccò dalla ragazza, dopo un pieno minuto di silenzio tra le due riempito solo dal caldo abbraccio. 

"Sì." Sorrise l'amica guardandola dolce, il gioco di luci e ombre della lampadina gialla la rendeva davvero carina e Nobara comprese a pieno cosa c'era di attraente in quella ragazza, era quello sguardo mite. Era sul punto di chiederle che voleva guardare quando un suono cristallino la interruppe nell'intento.

"E' il mio cellulare..." Nanami prese il cellulare dalla tasca.

"Chi è?" 

"Fushiguro." La ragazza sbloccò il telefono e pigiò sulla notifica. 

"Hai tempo? Vorrei parlarti."

Megumi infilò velocemente il suo cellulare in tasca come una pianta carnivora chiuderebbe le sue foglie al tocco di un insetto. Il suo stato d'animo era però più assimilabile a quello dell'artropode: aveva il  cuore in gola. Già nel momento in cui inviò quel messaggio sentiva il rimorso e gridava dentro di sè per quell'assurdità. 

Il discorso se lo era preparato, da un paio di giorni pensava solo a quello. Ecco, voleva liberarsi di ciò che sentiva, semplicemente. Non gli sarebbe importato della risposta, non gliene sarebbe importato. Si ripeteva la frase nella testa e un po' si stava calmando. 

Non era per nulla certo se lei lo ricambiasse. Qualche ora prima avrebbe detto di sì, in quel momento era certo di no ma sapeva che in un momento successivo avrebbe ripensato di sì. Era davvero illogico, tutto ciò che aveva a che fare con quel mondo. Ripercorse la loro storia, era stata lei ad attaccare bottone e a seguirlo per tutti i corridoi della scuola. Doveva pur essere in qualche modo attratta da lui... almeno all'inizio...

Sentì il cellulare vibrare contro la gamba, lo ripescò. Si stava preoccupando troppo quando lei non gli aveva nemmeno risposto, magari poteva rifiutare. Strizzò gli occhi e guardò lo schermo e poi li strizzò di nuovo.

"Sì. Corri subito qui entro due minuti. <3"

Un'ulteriore casella apparve sulla schermata di blocco riampiazzando quella precedente. 

"Scusa, era Nobara."

Era con Kugisaki, ripetè lui nella mente. Aveva scelto il momento sbagliato, probabilmente avrebbe rifiutato. Cominciò a digitare una risposta. 

"Vengo a trovarti."

Sbattè le ciglia e realizzò il senso della frase dopo averla riletta per due volte. Cominciò a scrivere che era in dormitorio ma si ricordò che probabilmente sapeva giò dove si trovasse per via della sua tecnica. Cancellò e scrisse 'Ok'. 

Se solo fosse così tranquillo come l'okay che aveva scritto. Restò quindi sulle spine finchè sentì bussare alla porta. 

"Avanti..." Poi si diresse all'entrata ricordandosi che aveva chiuso a chiave. Girò la serratura e aprì. Era davvero lei, non Itadori in accappatoio che gli chiedeva il suo shampoo in prestito.

Nanami, molto insolitamente, gli annuì senza dire niente. Pareva irrequieta quanto lui, che sapesse già cosa voleva dirle?

"Buonasera." Disse in imbarazzo, si schiarì la gola e si fece da parte. 

Era l'ennesima volta che la accoglieva in quel dormitorio, se quelle mura riuscivano a sfogliare le pagine delle loro menti, probabilmente li conoscevano meglio di loro stessi.

"Buonasera." Gli rispose una voce ancora più incerta della sua. "Devo dirti una cosa pure io."

Guardò i suoi occhi castani, erano arrossati... 

Island In The Sun ‖ Jujutsu KaisenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora