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"In che senso non ne hai più bisogno?" Chiese Nobara. 

Un bicchiere si spostò senza preavviso. Nobara sbiancò e nello stesso istante un lampo squarciò il cielo. A seguito si sentì un tuono fortissimo. 

"Un temporale?" Commentò Itadori avvicinandosi alle finestre. Solo Megumi notò come Nanami avesse messo le mani sulle orecchie prima ancora che il lampo arrivasse per bloccare quel suono che avrebbe dato fastidio al suo udito sensibile.

"Chi se ne frega del lampo! Che era quel bicchiere?! L'avete visto?"

"Ah! Ma... è tornato tutto soleggiato in un batter d'occhio!" 

Lo stesso bicchiere si sollevò dal tavolo lievitando in aria e successivamente si divise in tre pezzi perfetti, come fosse stato tagliato da qualcosa di affilato. Il tè dentro era sparito.

"Non sono stato io! Cioè, non ho lasciato uscire Sukuna!" Si difese subito Yuji vedendo quei tagli e collegandoli con la tecnica di Sukuna.

"Sono stata io... ho sbloccato l'elemento acqua, posso manipolare i liquidi in tutte le forme, quindi anche l'aria. Ho fatto venire io il tuono. Con questo le ho sbloccati tutti." Spiegò lentamente Nanami. 

"Con..congratulazioni!" Nobara e Yuji si misero ad applaudire. "Vuol dire che non dobbiamo più preoccuparci del meteo? Fa scendere un po' di neve allora."

Nanami era silenziosa. "Vero, devo farlo vedere a Yuta, così può copiarlo e..."

Le sue mani si posarono sulle due gambe, se non fosse per i recettori della mano che le dicevano che erano lì, erano come inesistenti. 

"Ho sbloccato tutti e cinque gli elementi, vuol dire che adesso ho il controllo su tutto... posso resettare il tempo senza effetti negativi e... posso curare."

Le sue mani brillarono di una luce bianca, questa poi si trasferì alle sue gambe. 

Come una magia cominciò a sentire il sedile morbido su cui stava, le ciabatte che stava indossando, sentì le dita dei piedi e la consistenza della plastica di quelle ciabatte. Sentiva il sangue fluire nei due arti inferiori, riusciva a contrarre i muscoli. Fu una sensazione simile allo riscoprire la vista.

Prese a piangere tentando di rialzarsi, la prolungata parestesia la fece cadere in giù. Nobara si attaccò a lei sorreggendola. 

"Grazie..."

"Fai qualche passo, ti reggo io." Rassicurò Nobara. Anche Itadori andò ad aiutarla mettendosi dall'altra parte. 

Megumi non seppe che fare, i due posti erano già stati occupati dagli altri due, rimase impalato. 

"Ah! Un passo! Allunga l'altra gamba! Due! Tre!" Gridò Nobara riempiendo la sala con la sua voce.

"Proviamo a lasciarti andare allora!" Suggerì Itadori smagliante. Megumi si limitò ad osservare la felicità sbucare sul viso di Nanami e il suo sorriso distintivo.

"Non piangere! Devi ridere!" Nobara picchiò sulla spalla della compagna.

Nanami scuotè la testa. "Sono felice, non sto piangendo per questo... è che posso, posso curare i miei occhi, posso ritornare a vedere..."

I presenti si zittirino. 

"Che aspetti allora!" Esclamò allora Nobara.

Nanami alzò e abbassò le mani, indecisa sul da farsi.

"Non è che siamo diventati dei mostri nel frattempo, almeno io sono diventata mille volte più bella." 

Qualcuno decise per lei, le sue mani furono prese e messe sui suoi occhi, erano le mani di Megumi, calde e affusolate. Nanami annuì, sapendo che la stava guardando e attivò la tecnica e il tocco sulle sue mani sparì. 

Island In The Sun ‖ Jujutsu KaisenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora