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"ITADORI!" Nanami riaprì gli occhi con la schiena piena di sudore freddo.

"Non muoverti, Ieiri-san ti ha appena curato." Era la voce di Fushiguro. Fushiguro! Come stava?

Era con dei cerotti sul viso ma per quanto riguardava il corpo, non vedeva ingessature o altro. Accanto a lui era seduta Nobara, anche lei era simile. Nessun pericolo di vita, tirò un sospiro di sollievo.

Si guardò intorno, era seduta sul letto dell'infermieria.

"Menomale state bene..."

"Preoccupati prima per te stessa." Solo allora si accorse che aveva il broncio. Peggio, era proprio furioso. "Non ti permettere più di agire da sola la prossima volta."

"Riguardo a questo..." Nanami non si difese e si lasciò sgridare. "Sono stata troppo presuntuosa. Scusatemi. Itadori? Come sta?"

Silenzio.

"Itadori?" Chiese un'altra volta con la gola secca. Si era scambiato con Sukuna?

"E' morto." Disse Nobara.

Venne assalita dall'impotenza soffocante, sapeva già che sarebbe succeso ma sentirselo dire faceva un altro effetto.

Si strinse la testa tra le mani, tra i capelli corti e sporchi. Prima di realizzarlo le sue guance erano già state bagnate da lacrime amare. Piangeva per la sua debolezza, per l'impotenza, per la sua irrilevanza; ma non c'era tempo per perdersi in lacrime, se le pulì con un braccio. Doveva diventare più forte, solo diventando più forte poteva fermare il corso della storia.

"Il destino non si può cambiare."

"E' tornato il professore?" Chiese rialzando gli occhi, si accorse che anche Nobara aveva delle lacrime agli occhi ma girò subito la testa.

"Sì, è con Ieiri-san. A far... analizzare il corpo di Itadori." Megumi fu sorpreso da quel cambio di atteggiamento.

"E Fushiguro... hai chiarito con Itadori?" chiese lei. Sperava di sì, non sapeva se le sue azioni avessero cambiato il resto delle vicende.

"Sì, gli ho detto che non sono né un eroe né un paladino della giustizia ma uno stregone. L'ho salvato perchè non volevo vedere una persona brava come lui morire, anche se questo significava correre dei rischi, come portare alla morte di altre persone. Non c'è un motivo logico, l'ho fatto in base alle mie emozioni personali e non me ne pento. Gli ho detto così. Mi ha sorriso. Ha detto che il mio punto di vista era più che giusto ma non per questo crede che il suo sia sbagliato."

"Sono felice... potrei dire la stessa cosa di Itadori. E' solo una scelta diversa. Siete entrambi gentili a modo vostro."

"Ha detto che eravamo tutti e due nel giusto. Si può anche dire che abbiamo entrambi torto però."

"Beh, è come chiedersi se sia nato prima l'uovo o la gallina. Finiamo per perdere tutti i capelli se ci pensiamo troppo." Disse Nobara.

"Già," Nanami diede ragione alla compagna, "Dipende dalle scelte personali e a cosa vogliamo credere."

"E per continuare la strada che abbiamo scelto dobbiamo diventare forti, solo così possiamo mantenere le nostre convinzioni. Stai pensando a questo vero?" Continuò lei dando voce ai pensieri del ragazzo. Quest'ultimo annuì. Pure Nobara era d'accordo con lei, i tre ragazzi erano avidi di imparare e diventare più forti.

"Anche il cane divino sta bene vero?"

Megumi annuì. "Grazie per averlo protetto."

"Di niente, ormai ci sono legata."

Island In The Sun ‖ Jujutsu KaisenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora