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La strana scatola che aveva davanti a lui si aprì in quattro dagli spigoli, stirando quello che sembrava carne. Al centro un occhio enorme fissato con quattro spilli metallici, gocciolava sangue.

Gojo mosse il piede per allontanarsi.

"Ehilà! Satoru!" Una voce troppo familiare.

"Eh?" Gojo si girò confuso.

"Da quanto tempo!"

La persona che si trovava davanti era il suo migliore amico che aveva ucciso con le sue stesse mani. Pensò subito che fosse un falso, ma i suoi sei occhi rifiutavano questa possibilità.

Era quello vero; e nella testa di Satoru riaffiorarono i tre anni della sua giovinezza. Fu solo un instante, ma nella sua mente un minuto era già passato da un pezzo.

La soglia della porta dei condannati era una barriera mistica vivente, non esisteva nulla che non riuscisse a sigillare. La condizione era bloccarlo per un minuto della sua mente all'interno dell'area di efficacia del sigillo di circa quattro metri.

Tutto ciò che era attorno a quell'occhio si dissolse e apparve attorno a Gojo, diventò lui l'intrappolato. Non avvertiva la minima energia malefica all'interno del suo corpo, zero assoluto.

"Che errore stupido, Satoru. Perdersi nei propri pensieri durante un combattimento!"

Dei passi frettolosi. "Gojo-sensei!"

C'era, doveva essere proprio lì, insieme a Geto. Sentiva il suo odore ma non la sua energia malefica. Che era successo?

"Oh, sei riuscita a sconfiggere la 'Divinità del vaiolo'? I miei complimenti, Satoru." Disse lui sorridendo al suo maestro. "Non sei messa tanto bene però, sei non ti medichi quell'amputazione morirai presto."

"Chi diamine sei!" Gridò Gojo e Nanami fu sollevata, almeno per poco. Avvolse la zona sanguinante con delle radici per fare pressione.

"Sono Geto Suguru, ti sei dimenticato di me? Che tristezza!" Lo stregone nero si finse ferito.

"Per quanto riguarda il corpo e l'energia malefica, i miei sei occhi mi dicono che sei Geto Suguru... ma la mia anima grida di no! Avanti! Dimmi chi sei!" Nanami non aveva mai visto il professore così agitato e infuriato.

"Accidenti, come hai fatto a capirlo?" Geto, o colui che si spacciava per lui, tirò il filo che aveva sulla testa e la parte superiore del cranio si aprì, rivelando un cervello. "E' una tecnica che mi permette di passare tra corpo a corpo sostituendone il cervello e usare la tecnica incisa in esso. Non hai permesso a Ieiri Shoko di sbarazzarsi del corpo, non ricordi?"

Gojo si stritolò i denti fino sanguinamento.

"Non preoccuparti. Il sigillo si scioglierà presto. Tra cento... no, forse tra mille anni. Niente di personale, è che sei troppo forte e questo intralcia i miei piani."

Sigillo? Il maestro era stato sigillato. Il cervello di Nanami cominciò a girare, per questo non stava attaccando. Sentiva la sua rabbia, il suo cuore pulsante e lo stritolare dei suoi denti.

Il professore era stato sigillato, perchè aveva abbassato le guardie al finto Geto Suguru.

"Lo liberi, adesso." Sputò lei.

"Te? Stai ordinando a me? Nelle condizioni in cui sei dovresti scappare al più presto, perchè tra non molto anche Jogo e Mahito si sveglieranno."

"Nanami." Gojo la chiamò. "Lascio tutto a te e gli altri. Mah. In qualche modo ce la caveremo. E te, hai tralasciato una cosa però. Prima che quel corpo venisse ucciso da me, ricordi chi era stato a ridurlo molto bene?"

Lo stregone nero si sistemò il cranio. "Parli di Okkotsu Yuta? Non capisco cosa ci troviate di tanto affascinante in lui. La sua abilità di copiare in maniera incondizionate le tecniche altrui e la sua illimitata energia malefica, non sono altro che frutto di un vincolo con l'anima della amata. Mi dispiace, ma Okkotsu Yuta non è destinato a diventare il prossimo te."

Si girò verso la ragazza. "Neanche lei, adesso che la finirò."

Ma invece di vederla come si sarebbe aspettato, non c'era niente. Su quella stessa porzione di pavimento piastrellato ci mise piede Mahito, che aveva appena ripreso i sensi.

"Getoooo!" Mahito saltellò da lui. "Che succed-"

Quest'ultimo individuò la spia attaccata sul soffitto e con un colpo la distrusse. Era appartenente a Mechamaru.

"Ci hanno fregati." La faccia dello stregone nero si rabbuiò.

"Allora? Se volete sigillarmi fate in fretta! Primo, tutta questa situazione è squallida. Secondo, non è uno bello spettacolo." Gojo fece una smorfia contrariata.

"Giusto, avrei voluto ammirarti di più, ma la situazione è cambiata. Buonanotte Gojo Satoru, ci vediamo nel nuovo mondo."

"Io adesso vado a dormire ma per te è arrivata l'ora di svegliarti. Fino a quando intendi di farti usare in questo modo, Suguru?"

Il suo corpo andò fuori controllo per un istante. "HAHAHA, incredibile! Non era mai successo una cosa del genere! ...chiusura della soglia."

Il sigillo era stato completato, la soglia ritornò alla dimensione originale, grande quanto una mano.

Nanami era ritornata a un sasso. Era sollevata che gli altri si era già dati una mossa ed entrati in azione. Così, l'informazione sarebbe girata attraverso Mechamaru, e avrebbero saputo che il maestro era stato sigillato. Dovevano riunirsi e andare a salvarlo.

Attese, calciata dai senza poteri impanicati, fino ad una distanza ragionevole e si ritrasformò in persona.

"Grazie Nami."

Cominciò a risalire i piani, si scontrò in due veli successivamente che però riiusciva a passare senza sforzi. Il primo intrappolava i civili, era stato messo già prima che entrassero; ma il secondo... poteva immaginarsi che intrappolasse Gojo.

Risalì in superficie a fatica, scoprì che era stato calato un altro velo. Doveva essere quello il velo che non faceva entrare gli stregoni, il velo di cui parlava Jogo. Il problema era se chi lo avesse calato fosse dentro o fuori dal velo. Se fosse dentro e lei uscisse, non avrebbe più avuto modo di abbassarlo e far entrare gli altri. Se fosse fuori invece doveva assolutamente uscire. La probabilità che fosse fuori c'era, perchè il velo sarebbe diventato molto più forte con il rischio che ne deriva.

Doveva scommettere. Uscì fuori ansante. Ora come ora, aveva completamente prosciugato la sua energia malefica per il dominio ed era stanca morta.

Una realizzazione la colpì. Choso, l'aveva lasciato intrappolato tra le sue radici ma, quando aveva attivato il dominio, aveva richiamato tutto per concentrarsi su quella sola cosa. Quindi, era libero. Avrebbe continuato a fare strage, o peggio, cercare Yuji e Nobara.

Doveva avvisare gli altri, aiutare a calare il velo... Le palpebre caddero come piombo e con un tonfo picchiò terra e svenì.

Island In The Sun ‖ Jujutsu KaisenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora