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"Che è questo sguardo omicida Megumi." Chiese Maki, erano tutti riuniti per l'arrivo della scuola di Kyoto.

"Lascialo stare, è così perchè la sua cara Nanami non gli risponde ai messaggi e alle chiamate. E' un tipo appiccicoso." Disse Nobara teatrale con i bagagli in mano.

"Stai zitta." Sbottò lui, quella volta a differenza delle migliaia di altre volte disse quella frase con molta enfasi, intendeva veramente quello che stava dicendo. Si percepiva un'aria più che tetra attorno a lui.

Nobara si allontanò dal ragazzo. "Sei perfetto per fare gli spettacolini ai bambini, li farai piangere dal terrore."

"Kimura? Non è andata in missione?" Chiese Maki.

"Già." Rispose Nobara. "Neanche a me ha più risposto da quel giorno ma sarà impegnata. Non sono come alcuni tipi che si impanicano su queste piccole cose."

"Ma lo capite che potrebbe..." Megumi volle controbbattere ma non aveva voglia di litigare e sprecare saliva. Sarebbe arrivato Gojo tra poco e gli avrebbe chiesto informazioni.

"Tu, piuttosto, cos'è quella montagna di bagagli?" Chiese Panda.

Un grido disperato segnò la scoperta da parte della ragazza che non sarebbe andati a Kyoto.

"Questa me la paghi! Okkotsu Yuta!! Non ti ho mai visto ma è uguale!!" Si inginocchiò a terra maledicendo il vincitore dello scorso scambio.

"Ehi, sono arrivati." Annunciò Maki. Una schiera di studenti si avvicinò.

"Mmh? Siete venuti ad accoglierci? Che schifo." Disse Mai.

"Kimura, non c'è? E nemmeno Okkotsu vedo." Osservò Todo, una smorfia in viso.

"Zitti e consegnateci i dolci che come minimo ci avete portato da Kyoto, avanti!" Disse Nobara. "Yatsuhashi, kuzukiri, soba boro."

"Salmone."

"Avete fame per caso?" Disse confuso Todo.

"Oh, avanti. Non iniziate a litigare tra voi. Siete incorreggibili." Era arrivata Utahime Iori, la loro insegnante. "Allora, dov'è quel cretino?"

"Satoru non è ancora arrivato." Panda si grattò il mento.

Intanto, in un carrello di metallo.

"Aspetta, mi sto spezzando il collo."

"È il massimo che posso fare... Non respiro!" Disse Yuji in agonia con il naso appiccicato in cima alla testa di Nanami.

"Neanche io sto respirando..." Nanami cercava di tenersi come poteva, un urto e sarebbe finita in mezzo alle gambe del compagno. La situazione era alquanto imbarazzante. Non doveva aver acconsentito all'idea di Gojo.

"Ehi ragazzi, siete pronti? Parto!"

Tutti i loro sforzi di mantenersi in equilibrio andarono a farsi benedire. Nanami batté con la testa sul mento di Yuji che per fortuna aveva la bocca chiusa altrimenti si sarebbe morso la lingua a metà. Il momento dopo la stessa testa si scontrò con ciò che doveva essere il suo petto. Sentì crescere un bernoccolo. Per fortuna non aveva picchiato con il viso perché gli occhiali si sarebbero rotti di certo.

"Scusa, scusa." Disse lei ma poi cadde all'indietro e la situazione si ribaltò.

"Sensei! Faccia piano!" Gridò Itadori dopo essersi trovato la bocca piena di capelli. Il maestro sembrò ignorare la richiesta.

"Scusate il ritardo!" Sentirono la sua voce gridare.

"Ci siamo." Sussurrò eccitato il compagno. Nanami invece era piuttosto in ansia.

Island In The Sun ‖ Jujutsu KaisenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora