Era sdraiato sul letto, a non fare nulla se non fissare il soffitto e la biglia che teneva in mano. Sul comodino la bottiglia vuota di Ramune soda da cui l'aveva preso. Accanto a lui, sdraiato sul materasso, c'era il suo cane divino nero. Scodinzolava a destra e sinistra e gli solleticava il petto.
Stava cominciando a fare freddo con la finestra aperta. Aveva appena fatto una doccia, avrebbe dovuto chiuderlo per evitare un raffreddore. Già sentiva la pelle d'oca sulle braccia scoperte. Non c'era più Tsumiki a brontolarlo il giorno dopo quando diceva buongiorno con il naso tappato, non gli avrebbe più riempito di medicine e fazzoletti o preparato una ciotola di congee caldo.
"Cazzo." Gli mancava. Si girò di lato lasciando cadere la biglia che balzò più volte a terra.
Qualcuno bussò alla porta, doveva essere Itadori, lo ignorò. Dopo alcuni secondi sentì di nuovo lo stesso rumore.
"Vattene!" Alzò la voce. Non aveva voglia di socializzare. Probabilmente voleva chiedergli di andare da lui a smanettare sulla sua console.
"Woof!" Lo shikigami balzò giù dal letto e andò a graffiare la porta.
"Tch. Se non è niente di importante ma qualche solita cazzata ti ammazzo." Si alzò di malavoglia e andò ad aprire.
"Buonasera."
Al suono della voce femminile spalancò gli occhi fin'ora aggrottati.
Non poteva essere.
Saettò lo sguardo verso il basso e si ritrovò davanti a Kimura, la ragazza che gli stava provocando tutto quel malessere. La vide alzare il suo viso verso di lui, due occhi marroni scuri che lo fissavano attraverso.
Indietreggiò nel panico, corse ad afferrare una maglietta mentre sentiva le guance arroventarsi.
"Posso entrare?" Chiese lei ignara di tutto, non aveva compreso perchè fosse scappato via. Sentì un fruscio di stoffa.
"Che ci fai qui..."
"Lo sai. E' da ieri che sei arrabbiato con me." Il ragazzo non rispose, lei lo prese per un sì.
"Siediti." Le offrì la sedia della scrivania. Lui si sedette di fronte, sul letto. La stanza era piccola, se allungava il braccio la poteva quasi toccare. La osservò di sottecchi, si era cambiata dalla divisa da baseball. Per quanto diceva che non riuscire a vedere non le creasse alcun problema... a parte ciò che poteva percepire con la sua tecnica, come faceva con il resto? Con i vestiti per esempio. Provò una fitta al cuore al pensiero.
"Fa fresco qua dentro, non dormire così. Prenderai freddo."
"Lo so." Dopo la comparsa di Okkotsu era sempre più convinto che diceva quelle cose solo per dirle. Tipiche frasi cordiali tra conoscenti.
"Come va con la testa?"
"Bene." La osservò fare un cenno rassicurata.
"Volevo solo dirti che non è come pensi. Voglio solo evitare di addossarti altri pensieri e problemi."
Il motivo vero per cui sembrava che si stessero allontanando invece che avvicinando era altro. Aveva detto che non aveva mai pensato di diventare qualcosa di più con lui. Era quello che voleva ma non poteva controllare il cuore. Se all'inizio riusciva ad avvicinarsi e interagire normalmente con lui era solo perchè sapeva ed era convinta di quella idea. Più si dilungava in questo mondo meno ne era convinta.
"Stai dicendo che non riuscirei a gestirlo, ma Okkotsu-senpai è più grande e maturo?" Accusò lui, sentendosi discriminato per l'età.
"No. Non è così..."
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Island In The Sun ‖ Jujutsu Kaisen
FanfictionOC/Fushiguro Megumi Accenni a SatoSugu & YutaMaki CONTIENE SPOILER MANGA JJK Cosa succede dopo la morte? E se non è altro che l'inizio di un nuovo viaggio? Storia di un viaggio nel mondo della stregoneria, delle arti occulte, degli spiriti maledetti...