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Who do you want if not me
Who Do You Want, Ex Habit

Who do you want if not me ⎯Who Do You Want, Ex Habit

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SELENE

Sono certa che tuoni e lampi stiano infuriando là fuori in questo momento.

Deve essere così perché poco prima che aprissi la porta il vento sbatteva forte contro le finestre della mia camera, filtrando dai cardini deteriorati, costringendomi a tenere accesso il riscaldamento.

Eppure, ora come ora, gli unici suoni che odo sono quelli del mio cuore che batte furiosamente contro il petto e del mio boccheggiare che si mescola ai mugolii pietosi che sfuggono dalle mie labbra quando Peter è troppo impegnato a mettere la bocca su ogni centimetro di pelle per inghiottire i miei gemiti con baci che stracciano pezzo dopo pezzo la restante lucidità mentre di me non rimane altri che una poltiglia ansimante e tremante.

La calma glaciale dei toni, del portamento, e della stessa espressione che sono solita vedere da quando l'ho incontrato ha ceduto il passo alla brutalità e alla ferocia di un animale. E la sento fin dentro le ossa la vibrante pericolosità che trapela da ogni suo poro.

Lo sento nel modo in cui mi stringe, bacia, morde e lecca. Dolore e piacere che mi lambiscono il corpo come una carezza mortale mentre rabbrividisco alla punizione che mi sta infliggendo con la sua bocca in zone che non pensavo potessero farmi bruciare gli occhi e fremere le spalle.

Mi aggrappo al tavolo, conficcando le unghie nel legno come fosse la cosa più vicino a un sostegno in grado di non farmi cadere nell'oblio.

Lui mi aveva avvertita nonostante il bisogno lampante di prendermi. Ma la cosa peggiore è che non ho mai trovato niente di più eccitante nella ruvidezza del suo modo di fare, di quelle dita che possenti stringono il mio collo per accertarsi che io non distolga lo sguardo dal suo mentre smantella pezzo dopo pezzo la mia innocenza.

È questo il nome che ha dato a quel poco di me che è venuto fuori. Non sono innocente come crede ma forse lo sono per lui che si trova a diversi livelli più in basso rispetto a dove mi trovo io.

«Hai riso fino alle lacrime poco fa», il suo respiro è lava cocente che si riversa sul mio orecchio prima che il lobo venga assalito dai suoi denti. Poi decide di spostare l'attenzione su punti ben precisi che fanno diventare insopportabile quell'imbarazzante pulsare in mezzo alle mie cosce. «Stanne certa che le piangerai tutte quando affonderò dentro di te, prendendomi tutto ciò che hai da offrirmi. No, mi prenderò molto, molto di più. Quello che nessuno si è mai preso.»

Sopprimo un urlo quando le dita mi scavano la carne del fianco in un gesto che ha della ferocia intanto che fa saltare i primi bottoni della mia camicia per scoprire il seno gonfio e desideroso dell'attenzione che gli daranno le sue mani e la sua bocca.

Libero un altro respiro bloccato nel petto quando con la lingua calda e umida si premura di seguirne i contorni, facendo saltare altri bottoni per raggiungere l'ombelico. Non manca molto prima che l'unica cosa a coprirmi sarà lo strato leggero di stoffa bagnata delle mutandine.

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