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Do you think I'm special, do you think I'm nice
All The Right Moves, OneRepublic

Do you think I'm special, do you think I'm nice ⎯All The Right Moves, OneRepublic

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PETER

Stringo i denti di fronte il mio riflesso. La mandibola è sul punto di spezzarsi, la vena pulsa in modo inquietante sulla mia fronte. Eccolo lì, il nipote di Gideon Carver. Eccolo lì, il nipote del criminale la cui faccia è stampata su tutti i giornali. Vorrei dare un pugno allo specchio, romperlo in mille pezzi. Mi rivolta il mio aspetto.

In un momento di puro shock lancio tutto ciò che trovo sopra il lavandino per terra: lamette, schiuma da barba, spazzolino, dentifricio. Mi aggrappo con entrambe le mani ai bordi e abbandono la testa in avanti. Mi sento uno schifo. Ho di nuovo davanti agli occhi qualcuno che speravo di non rivedere mai più.

Il cuore batte troppo veloce per i miei gusti, così mi lascio cadere pesantemente sul bordo della vasca e mi tengo la testa finché non sono sicuro di aver riportato il respiro alla normalità. Emetto un urlo di frustrazione, incolpandomi per essere tanto debole, e trovo la forza di rialzarmi.

Mi sistemo meglio l'asciugamano in vita e mi affretto a togliere i residui di schiuma da barba dal mento e dalla bocca, così da dare le spalle a questo specchio del cazzo e tornarmene in camera.

Punto gli occhi sul taglio che mi ha fatto Seline pur di non rivolgere l'attenzione al resto del volto.

Mi sorprendo a sorridere, riconoscendo la sua bravura. Ha preso in parola il mio via libera, ma ne è valsa decisamente la pena. Mi ha dato una ripulita, ridando una forma ai capelli. Il fatto che non abbia voluto soldi è una novità per me.

Prima di rendermene conto sto ripercorrendo con la mente l'intera ora che ho trascorso da solo con lei; delle sue mani che gentili si muovevano in circolo tra i miei ricci ribelli in un gesto che in sé è la cosa più normale al mondo, ma che ho sentito appartenermi dal primo momento; dei suoi occhi che brillavano di un qualcosa che avrei certamente voluto conoscere, e magari approfondire. Fortunatamente ho avuto il buon senso di salutarla e andarmene.

La tensione era quasi palpabile, aumentava allo scoccare di ogni minuto. 

Ero già in fase di stallo a ogni sua movenza, che con sé portava un'ondata di quel suo dolce profumo, acuendosi quando si avvicinava. Quella donna non mi ha reso facili le cose. Ce l'ho con la sua ingenuità, che mi affascina contro ogni volere.

Lancio l'asciugamano sul lavandino e mi vesto con una certa tensione addosso, non so se per il lavoro o per i pensieri che hanno iniziato a fasciarmi la testa da quando sono uscito dall'appartamento 13B.

Afferro il giubbotto e le chiavi di questa topaia e apro la porta.

«Wow» esclama Gwendoline quando mi vede. Di nuovo le rughe sul viso malandrino raddoppiano quando allarga gli angoli della bocca in alto. Il rossetto rosso perfettamente disteso sulle labbra sottili.

In Amore Non RisparmioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora