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Like a moth to a flame
Moth To a Flame, Swedish House Mafia

Like a moth to a flame ⎯Moth To a Flame, Swedish House Mafia

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PETER & SELENE

Peter

Mi porto alle labbra il bicchiere e lascio che il liquore scivoli caldo lungo la mia gola. Un whisky niente male, ma non è nulla paragonato al dolce sapore della fica di Selene.

La osservo da dietro il Glencairn mentre parla con alcuni colleghi di lavoro che si trovavano alla partita, le dita strette attorno a una Diet Coke e lo sguardo fermo su chiunque non sia io.

So che sta facendo in modo di non guardarmi per non dare agli altri la prova evidente che tra noi ci sia effettivamente qualcosa. E penso che sia anche un po' arrabbiata con me per averla messa in questa situazione, con sua sorella che si sta sbracciando per ottenere la sua attenzione e lei che continua a ignorarla. Immagino che farle venire un orgasmo non conta come scusa.

Avrei potuto benissimo fingere che io e lei condividevamo solo il lavoro e il condominio e scoparmela alle spalle di tutti, ma averla nel privato mi avrebbe creato parecchi problemi con i tipi come Garret e Ethan. Voglio che entri nei loro cazzo di cervelli che non avranno alcuna speranza con Selene finché ci sono io.

E, porca puttana, mi odio per non lamentarmene più di tanto.

Dovrei schifare i rapporti esclusivi, come ho sempre fatto, ma con lei è chiaro che questa mia avversione è più debole della cartapesta.

Non riesco a toglierle gli occhi di dosso, e non penso di averlo fatto per tutta la durata della partita, quando ci siamo ricongiunti agli altri. Forse è per questo che dal vincerla siamo finiti per perderla, offrendo noi il bere a tutti.

La verità è che della partita non me n'è fregato più un cazzo dal momento in cui l'ho vista arrivare. Di colpo sarei voluto essere quel coglione per sapere cosa le aveva detto di tanto divertente da farla sorridere, anziché limitarmi a guardarla da lontano a immaginarmi come un fanatico quel suono argenteo che le esce di bocca, quel tipo di suono che vorresti sentire sempre.

In mia difesa posso aggiungere di non ricordare di aver lanciato il pallone a Matthew ne di aver aperto il cancello a rete e di essere uscito con l'intenzione di dirigermi sugli spalti. Quello che ricordo è di aver iniziato a respirare solo dopo averle tolto quegli stupidi occhiali da sole per incrociare i suoi occhi, in quel momento di un colore simile all'ossidiana.

E finalmente quegli occhi hanno guardato fisso nei miei e per un momento tutto il resto era lontano anni di luce da noi; ogni suono o forma all'infuori di lei non meritava a sufficienza la mia attenzione perché la sbattessi in primo piano.

Ciò che mi è uscito dopo di bocca è la conseguenza alla mia scarsa capacità di controllo quando il tipo che le ha messo la mano sul ginocchio, un po' troppo in alto per i miei gusti, e in quel momento ho solo messo le cose in chiaro.

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