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You whisper in my ear, "Now, let's begin"
Shut Up and Listen, Nicholas Bonnie

You whisper in my ear, "Now, let's begin" ⎯Shut Up and Listen, Nicholas Bonnie

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SELENE

«Avresti potuto aspettare di scendere dall'auto prima di mangiare.» Controllo con occhio critico alle spalle di mia sorella quando scende dalla berlina nera, non trattenendo una smorfia alla scia di briciole che si è lasciata dietro, sul sedile e sul tappetino.

Charlotte si stiracchia e altri popcorn finiscono a terra invece che dentro la sua bocca, l'altra mano stringe una lattina di birra. «Avevo una fame da lupo, non potevo aspettare di arrivare alla partita.»

Siamo andate a prenderla al supermercato e lei ha trotterellato verso l'auto con il suo snack, che deve aver comprato alla fine del turno.

«Non fa niente, devo comunque andare a lavarla.» Sienna scende dal sedile del guidatore e chiude l'auto.

«Hai visto Sally? Perché non ti rilassi? Oggi sei più tesa di una corda di violino.» Apro la bocca per ribattere ma lei ci ficca una manciata di popcorn e poi saltella indietro quando faccio per agguantarla da un braccio.

Cerco di masticare senza soffocarmi, dietro di me Sienna ride del teatrino che stiamo facendo. Io la fulmino mentre mando giù il boccone insieme al groppo.

Mi affianca e intanto si liscia la lunga gonna di jeans con un profondo spacco sulla coscia sinistra. «Sull'essere tesa non ha poi tutti i torti. È per il gala di stasera? Perché non glielo dici e basta?»

«Sei stata via troppo a lungo. Due anni in Francia e ti sei dimenticata che tipo è mia sorella?» Seguo Charlotte con lo sguardo mentre corre incontro a Trevor, che se la tira a sé per un abbraccio. Poi lo vedo infilare una mano nel pacchetto che mia sorella nasconde dietro la schiena e rubarle dei popcorn. Sorrido e tristemente dico. «Ha riposto tutta la sua fiducia in me e non me lo perdonerebbe mai.»

Sienna mi passa un braccio sulle spalle e mi scuote quanto basta a riportare l'attenzione su di lei. «Non stai andando al gala per i tuoi genitori. Lo fai per sentire cosa ha da dire mio padre, e di qualunque cosa si tratta sono sicura che Lottie lo capirebbe.» Non abbastanza.

Una folata di vento mi fa venire la pelle d'oca sotto lo strato leggero del vestito che ho deciso di mettere per l'occasione. Adoro i vestiti, e a parte l'acquazzone dell'altro giorno la temperatura si è stabilizzata abbastanza da incoraggiarmi a tirare fuori un vestito per la mezza stagione, che non fosse troppo leggero ne pesante.

In realtà sono stata spinta dall'impressionante sicurezza di Lottie, che se ne va in giro in mezze maniche come se per lei fosse estate tutto l'anno. Mi sono detta che se lo fa lei posso riuscirci anche io; in fondo ho solo tre anni in più di lei non quaranta.

Non ho fatto i conti con la mia intolleranza al freddo. Sono la prima a ricordarsi di spegnere i termosifoni per risparmiare e anche la prima a soffrirne.

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