IN FASE DI RISCRITTURA (MODIFICHE DRASTICHE)
Spin-off di Sotto Mentite Spoglie
Peter Carver è una mina vagante quando atterra a Londra. Adesso ha l'aspetto di un barbone e l'animo l'ha dato in pasto al diavolo.
Fresco è il dramma che lo vede colpev...
But you'll never unravel me ⎯ Unravel Me, Sabrina Claudio
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SELENE
Il mio corpo è un blocco di cemento, e lo rimane per un tempo indefinito.
Dovrebbe essere per l'imbarazzo di quello che ha appena fatto Peter in presenza di tutti: dovrei desiderare che il pavimento sotto di me si apra come le fauci di una bestia pronta a inghiottirmi in un solo boccone.
Ma se sono immobile, i polmoni svuotati d'aria e gli occhi incollati alla tazza di caffè sopra il tavolino è per non permettere a un solo suono rivelatore di uscirmi di bocca e smascherare quanto io sia in realtà eccitata.
I miei capelli sono ancora intrappolati nella sua morsa, un bacio delicato su un punto sensibile dietro l'orecchio sentenzia la mia fine. «Cosa c'è? Il coraggio per scrivere lo troviamo ma per parlare no?» Peter non potrebbe avere tono più crudele e non fatico a immaginargli un sorriso ambiguo sul volto anche se non riesco a vederlo. «Ora, perché non mi domandi cosa puoi fare per ringraziarmi?»
«Perché mai dovrei...» dico sforzandomi di controllare la respirazione.
Lui non mi lascia finire e si china ancora di più, la barba incolta a grattarmi la guancia dello stesso colore del cappotto borgogna di Sienna.
Le dita stavolta prendono a massaggiarmi la nuca fino a racchiuderla nella sua enorme mano (è davvero enorme rispetto alla sottigliezza del mio collo, sono certa potrebbe spezzarmelo come si spezza un ramoscello sotto la suola di una scarpa, e sono pronta a scommettere che farebbe lo stesso identico suono), mentre l'odore di menta, bagnoschiuma e un tipico sentore fortemente mascolino mi fanno prendere boccate sempre più profonde e distanziate le une dalle altre mentre il suo profumo mi riempie la gola.
«Guarda tu stessa.»
Abbandono con una certa riluttanza la tazza su cui ho riversato fino a quel momento quel nonnulla del mio autocontrollo, indirizzando lo sguardo altrove, ad esempio alla mia amica che mi sta proprio di fronte ma che non mi vede neppure.
Infatti gli occhi azzurri non mollano la presa da quelli neri di Vincent –anche lui qui? – e viceversa. Sono presi talmente l'uno dall'altra che sembrano essersi dimenticati del resto del mondo, preferendo spogliarsi con occhiate ammiccanti invece di osservare ciò che sta avvenendo praticamente sotto il loro naso.
Mi rilasso contro lo schienale della sedia, constatando con gli occhi a rientrarmi lentamente nelle orbite, che nessuno oltre me ha sentito la voce di Peter mentre minacciava di farmi venire in questo preciso istante.
Tutti conversano esattamente come prima che la guancia mi si trasformasse in brace a contatto con il respiro rovente dell'uomo che mi sta ancora addosso e non dà segno di volersi allontanare presto. «Cosa ti ho detto sul giocare con me? Se vuoi farlo devi arrivare fino in fondo.»
