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Are we too young for this?
Feels like I can't move
Softcore, The Neighbourhood

Are we too young for this? Feels like I can't move ⎯Softcore, The Neighbourhood

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PETER

Le risate non mi facevano paura, anche se vibravano in tutto il corpo, rosicchiando ogni mia singola terminazione nervosa. Era come se mi trovassi accovacciato su me stesso nel bel mezzo di un bosco e alle orecchie mi arrivassero i versi animaleschi di feroci predatori in attesa di trovarmi e litigarsi la mia carne, prendendo un pezzo di me alla volta.

No.

Stare in un bosco non lo credevo così pauroso come stare in camera mia, al buio, con le coperte alzate fin sopra la testa e l'impronta del crocifisso sul mio palmo sudaticcio che pregavo il Creatore di risparmiarmi almeno questa notte.

«Una sola notte. Ti prego, Dio.» E poi lo ripetevo anche nelle altre lingue che conoscevo finché non speravo di addormentarmi con le lacrime agli occhi e ancora l'eco delle mie preghiere nella bocca.

Non succedeva mai.

Questa notte non sarebbe stato diverso anche se speravo di sì.

Lo speravo tutte le sere.

Abbassai lo sguardo sui miei pantaloni e annusai a lungo, la mano tastò il letto più volte. Non sembrava che mi fossi pisciato addosso ma spesso mi era successo senza rendermene conto e mi veniva fatto notare proprio da mio nonno, che il minuto seguente mi faceva rimpiangere di averlo fatto.

Per fortuna puzzavo solo di sudore e paura. Mi coprii meglio perché, ne ero sicuro, era proprio quest'ultima che mi fregava ogni volta. Lui fiutava la mia paura e quant'era vero iddio avrei preferito lasciare questo mondo soffocando dal caldo che per colpa della paura.

Il cigolio del legno mi fece battere i denti con forza, quindi li fermai con uno scatto e mi morsi per sbaglio la lingua.

Non mi facevano paura le risate ma era quando tutto taceva che mi sarei dovuto aspettare il peggio.

Tutto si fermò e io trattenni la vescica per non rischiare di bagnare il letto.

Fingere di dormire sarebbe servito solo a farlo infuriare di più. Non sapevo se fosse uno dei giorni rossi, non l'avevo visto per tutta la mattina, ma non avrei rischiato.

Mossi la bocca e recitai una preghiera, poi un'altra e un'altra ancora ma i passi non si fermavano neanche così.

Le lacrime mi bruciavano gli occhi ma non le lasciai libere neanche quando sentii le palpebre pulsare senza controllo...o forse quello era il cuore?

«Se lo fai smettere giuro che mi comporterò meglio, che non cercherò di scappare solo per farmi trovare dai suoi amici poliziotti per ricondurmi a casa. Se lo fai smettere farò del mio meglio per non lamentarmi quando lui mi fa male. Sarò come lui mi vuole.» Il fiume di parole venne fuori tra sussurri e singulti ma dentro la stanza silenziosa sembravano rombi e mi obbligai a smettere, soprattutto quando non sentii più nessun rumore dall'altro lato della porta.

In Amore Non RisparmioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora