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Admit you were toxic ⎯Blood // Water, Grandson

Admit you were toxic ⎯Blood // Water, Grandson

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PETER

«Come ti trovi lì? Dov'è che ti sei trasferito? Da qualche parte in Inghilterra mi sembra, ma non ricordo dove..."

"Londra.»

«Ah, giusto. Mi ricordi anche il tuo indirizzo?»

«Così lo dici a tuo padre, che in seguito mi manderà le sue schifose lettere? Scordatelo.»

«Peter, ti prego, non fare così. Non potrai ignorarlo per il resto della tua vita.»

«Dubito che possa presentarsi davanti casa mia, visto che gli ultimi anni di vita che gli rimangono li passerà in gattabuia. Perciò la risposta è sì, posso ignorarlo eccome.»

«Non gli hai mai risposto, neppure una volta, e io non so più cosa inventarmi per non rattristarlo più di quanto già lo sia.»

Allontano il cellulare dall'orecchio e lo appoggio sul letto un momento prima di premermi un cuscino sulla faccia e urlare a squarciagola. Riprendo l'apparecchio e parlo: «Se hai chiamato solo per dirmi questo, puoi anche chiudere la telefonata.»

«Non ti sentivo più... Comunque, come ti salta in mente? Ti ho chiamato anche per sentire come stavi. Sono pur sempre tua madre!"»

«Peccato che tu abbia fatto passare un mese prima di sapere come stavo. Sono sicuro che tuo padre ti ha chiamato questa mattina per intimarti a chiedermi l'indirizzo di casa mia, e tu non hai esitato.»

«So che tuo nonno ha fatto un errore.» Regolarizzo il respiro e tengo a freno il tremito che si è abbattuto sulle mie ginocchia. Inchiodo i piedi nudi al pavimento e supplico i miei ricordi di restare impigliati in quel lago stagnante e nero quale è diventata la mia mente. Li supplico di risparmiarmi, solo per questa volta.

Quelli mi ridono in faccia, e quasi li sento sussurrare parole viscide alle mie orecchie, le stesse che quel giorno Gideon Carver mi urlò contro. Le urla e lo strazio mi attanagliano il petto ormai vuoto da tempo. La vista si annebbia.

«Errore? Scambiare lo zucchero con il sale è un errore. Quello che ha fatto lui è un tantino più grave, non credi? Ha persino dato la colpa a mio padre per l'incendio di casa nostra, e tu ancora stai dietro ai suoi giochetti?»

«Lascia tuo padre fuori da questo discussione: quell'uomo non è certo meglio di tuo nonno.»

«Tuttavia, avrei preferito portare il suo di cognome che quello di tuo padre.»

«Stai esagerando Peter!»

«No, sto minimizzando!»

«È pur sempre tuo nonno. È lui che ti ha cresciuto quando ho divorziato da tuo padre.»

Mi lascio andare a un'amara risata: «Ecco che il picchiatore numero uno lascia il via libera al picchiatore numero due.»

Non sento più nulla all'altro capo del telefono, solo un sospiro sommesso –o forse un singhiozzo strozzato–, così decido di tagliare corto.

In Amore Non RisparmioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora