32

437 18 8
                                    

Lord, save me, my drug is my baby
Don't Blame Me, Taylor Swift

Lord, save me, my drug is my baby ⎯Don't Blame Me, Taylor Swift

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

SELENE

«Sai che non eri costretta a venire.»

«Mi vedi forse con una pistola puntata alla tempia?»

Sbircio in direzione sua nello stesso istante in cui lei ritrae la smorfia di stizza dal volto per obbligarsi a sorridermi. In realtà più che un sorriso è un'orrida riproduzione di Art The Clown del film Terrifier, uno di quegli slasher che mia sorella mi costringe a guardare con lei ogni maledetta notte del 31 ottobre.

Mi astengo dallo scoppiargli a ridere in faccia solo per non farmi mandare a quel paese davanti a tutta queste gente. «Non sorridere troppo che spaventi i bambini.»

Lei segue il mio sguardo, e ancora con quel sorriso inquietante si volta verso quella che sarà una bambina di quattro o cinque anni sul punto di farsi uscire gli occhi fuori dalle orbite.

Sienna fa il contrario di ciò che le dico e tira fuori il meglio di sé per spaventarla, muovendo gli occhi in due direzioni diverse –suo talento innato– e facendola rannicchiare se possibile ancora di più nel petto della madre, troppo impegnata in un'accesa discussione al telefono per dare retta al suo frignare.

«Smettila» la ammonisco schiaffeggiandole la coscia. «O svelerai a tutti la tua vera natura da strega.»

«Lo prendo come un complimento. In fondo non sono proprio le streghe ad ammaliare gli uomini?» Tira fuori lo specchietto dalla borsa, il guinzaglio attorno al polso mentre uno dei quattro cani che mi sono portata dietro in questa spedizione se ne sta seduto buono vicino ai suoi compagni.

«E a non sopportare i bambini» aggiungo facendola annuire. Sienna non ama particolarmente questi ultimi, e gli è bastato fare da babysitter ai suoi due cugini più piccoli per sapere in cuor suo che per stare bene deve esserci una distanza maggiore ai due metri tra lei e un essere umano di età inferiore ai tredici anni.

«Perché non abbiamo preso la mia macchina?» I suoi occhi fulminano un ragazzetto trafelato che quasi le viene addosso per non rischiare di perdere la fermata, le porte si richiudono dietro di lui ma la mia amica insiste a guardarlo male.

«Casa tua si trova dall'altra parte di Londra.»

«Esistono i taxi e i telefoni, avrei potuto chiamare l'autista di famiglia.»

«Ci sarebbe voluto un taxi solo per loro» le dico guardando Bart grattarsi le pulci. Ha già smesso di fare effetto il collare antipulci? Non sono passati neanche cinque mesi. «Si può sapere perché mi hai seguito fino a qui se detesti così tanto la metro?»

«Perché sei la mia migliore amica e stai per incontrarti con uno che per quanto ne so può essere un serial killer. E poi io a chi presto la mia Hermès se tu non ci sei più?»

In Amore Non RisparmioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora