Oh, I'm an animal, hand me a tramadol, gimme the juice
⎯High Enough, K.Flay
PETER
La serata non si è certo presentata al meglio: il pub in cui dovevo andare con Vincent e due dei suoi amici è stato rimpiazzato da una discoteca.
Sono entrato in macchina ingannato da tre sorrisi falsi, e a metà strada si è votato democraticamente per capire in quanti volessero andare in discoteca e in quanti preferissero battere in ritirata. Io sono stato l'unico a scegliere la seconda opzione.
Perciò, la birra che credevo scolarmi in un bel locale, comodo e sicuramente con una musica non spacca-timpani, la sto bevendo seduto in uno sgabellino duro, tra continue sgomitate, con musica techno a palla.
E mentre i ragazzi si cimentano in chiacchiere da manuale che mirano esclusivamente a concludere la serata in bellezza, in camera da letto, io finisco in fretta la mia birra chiedendomi se andare in bagno sia così urgente da rischiare di perdere uno dei posti liberi di cui mi sono faticosamente impadronito.
Finisco per cedere e mi dirigo con una certa impazienza verso la toilette, ma non prima di dare un'ultima sbirciata allo sgabello che senza esitazione viene già occupato da qualcun altro.
Stringo denti e pugni e mi do una mossa con la speranza di trovarne un altro libero per il resto della serata. Questa è l'ultima volta che mi lascio ingannare da quel maciste e il suo gruppo. Mi dico che ritroverò la tranquillità una volta seduto, e con una pinta in mano. Mi calmo, ma il tempo sufficiente a guardare il mio riflesso nello specchio.
Grugnisco di fronte quel pezzo di merda con più peccati che espiazioni.
Buon sangue non mente è ciò che una volta mio nonno mi disse quando una notte rientrai ricoperto di sangue, le nocche delle mani sbucciate per avere fatto a cazzotti. Mi stava aspettando seduto su una poltrona a sorseggiare bourbon –cosa che gli piaceva molto fare quando ritornava da una serata al casinò vittoriosa– e in casa non c'eravamo altro che noi due perché mia madre –avida anche lei di denaro– era buttata in chissà quale letto di chissà quale uomo abbiente.
Avevo troppa rabbia repressa e l'unica cosa che volevo era fare agli altri ciò che quotidianamente veniva fatto a me. Ma smisi quasi subito quando gli lessi negli occhi identici ai miei l'esultanza, l'orgoglio per avermi fatto diventare un suo pari. Ricambiavo il suo sguardo da esaltato con uno disgustato. Quella sera piansi tutte le mie lacrime sotto la doccia mentre tentavo di lavare via questo mio lato oscuro e incontrollabile; non che ci sia mai stato un momento di vera purezza in me, e se c'era stato non lo ricordavo. I danni subiti erano troppi. Serro la mascella e chiamo a raccolta il presente per tirare un calcio nelle palle al passato. Rimango lì, di fronte lo specchio, fino a quando ogni singolo angolo del mio volto ha ripreso una posizione neutra.
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In Amore Non Risparmio
Lãng mạnIN FASE DI RISCRITTURA (MODIFICHE DRASTICHE) Spin-off di Sotto Mentite Spoglie Peter Carver è una mina vagante quando atterra a Londra. Adesso ha l'aspetto di un barbone e l'animo l'ha dato in pasto al diavolo. Fresco è il dramma che lo vede colpev...