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Hear you yellHAUNTED, Isabel LaRosa

Hear you yell⎯HAUNTED, Isabel LaRosa

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SELENE&PETER

Selene

«Il gatto ti ha mangiato la lingua, Selene?» Peter mi sbeffeggia quando mi vede affannarmi per trovare una risposta ma non posso farci nulla perché a prevaricare sono gli altri miei sensi. La sua presenza divora lo spazio, anche se siamo all'aperto, e la sua colonia mi fa venire voglia di allentargli la cravatta e sbottonargli le due asole della camicia per affondare le labbra sul suo collo e leccarglielo. Rimango pietrificata dai miei stessi pensieri e mi auguro che non sia in grado di leggermi tutto in faccia.

«Cosa ci fai qui?» gli chiedo infine trafelata.

«Sii più specifica, tesoro.» Sa che la mia domanda è un'altra. Deglutisco contro il suo palmo.

«Sono io la ragione per cui sei venuto?» È una domanda stupida ma voglio sentirglielo dire.

«Non mi imbuco alle feste senza un motivo» replica con un velato senso dell'umorismo. Non ha intenzione di dirlo apertamente? Non sono ancora disposta ad arrendermi.

«Vuoi dire che sei venuto per il buffet? In effetti è davvero ottimo. Ti consiglio le tartine di granchio.»

«C'è qualcosa di più gustoso del buffet.»

Muovo la testa per quanto la sua mano mi permette e punto gli occhi all'ingresso della villa. «Intendi la fontana di whisky? In effetti è incredibile.»

«Stai facendo la stupida.»

«Tu l'arrogante.»

«Pensavo fosse la parte di me che ti attraeva di più» replica facendomi voltare e spingendomi contro il pilastro alle mie spalle.

«Forse ma solo perché è l'unica che conosco» mi rilasso contro la sua presa e mi sento di nuovo forte. Ogni volta che lo fronteggio è come riprendere fiato dopo una lunga corsa, è liberatorio e soddisfacente. Adesso Ethan non è più un problema gigante come lo avevo visto fino a qualche minuto prima, ma so che è risolvibile.

Deve esserlo. Per forza.

«Vuoi conoscere altre parti di me, Selene? Ti avverto: sono una peggio dell'altra» sussurra alla base del mio collo facendomi gemere sotto il tocco caldo della sua lingua che mi assapora come fossi davvero un pasto prelibato.

«Lascia giudicare me.» Sarebbe meglio se mi preoccupassi degli sguardi che attiriamo invece di insistere a conoscerlo ma non riesco proprio a interessarmi se in questo momento siamo esposti oppure no.

Lui si ferma e si stacca da me solo per trafiggermi con i suoi occhi glaciali, che risaltano dietro la maschera come una goccia di sangue nell'oceano. È spaventoso come il mio cuore reagisce ogni volta che me lo ritrovo di fronte, battendo all'impazzata e rischiando di uscirmi dal petto ogni volta.

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