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You're my stranger in the dark
stranger, Tove Lo

You're my stranger in the dark⎯ stranger, Tove Lo

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PETER&SELENE

Peter

Spingo il sedere verso il tavolo di inox e me ne sto a braccia conserte per un periodo sufficiente intimidire uno dei miei colleghi, impegnato a tirare fuori due enormi confezioni di patatine dalla credenza, versandone in sei ciotole di colori diversi.

La mia espressione mette a disagio molte persone, per questo motivo Harry ha chiamato me per liberarsi dell'ex fidanzato di Charlotte. Qualcuno deve avergli detto che l'ultima volta sono stato io a cacciarlo fuori da qui.

Non ci è voluto molto neanche oggi a mandarlo via, ma ammetto di esserci andato giù pesante con lui. Molto pesante. Una minaccia aperta deve essere bastata per farlo rinsavire e ricordargli che può essere denunciato. Da come ha spalancato gli occhi e boccheggiato penso che il pensiero l'abbia sfiorato per la prima volta solo adesso.

Inoltre, avevo un po' di rabbia repressa e non è stato difficile sfogarne una buona parte su quello sfigato senza sentirmi in colpa. Non mi interessa chi sia, la sua vita o che l'unica cosa di cui mi debba preoccupare è il fatto che abbia rovinato un brano dei Queen con quella vocetta stonata e singhiozzante.

Può essere una formica innocua che non fa male a nessuno per quanto me ne importa, ma rimane una minaccia dal momento in cui ho deciso che fosse così.

Chiunque infastidisca Selene è in cima alla lista di gente che vorrei uccidere a mani nude. Con Charles sono stato abbastanza chiaro da avergli cambiato per intero le sue prospettive, e quasi godo che gli abbia visto passare davanti agli occhi la sua intera vita come la pellicola di un film, come se fosse sul punto di morire. Ma spero che Charlotte si convinca a sporgere denuncia.

Quando ho visto che là fuori la situazione era placida come la superficie di un lago in una giornata assolata, mi sono deciso a prendermi una pausa per continuare la mia assidua ricerca sulla sindrome di Selene –è da quando l'ho lasciata a casa che non ho smesso– e sono sicuro che i polpastrelli si sono consumati a furia di riscrivere la stessa cosa ma in modi diversi, sperando così di trovare siti altrettanto seri che possano spiegarmi meglio quanto è grave la sua aritmia e come si fa a tenerla sotto controllo.

Non c'è una soluzione definitiva. Niente che possa rimettere a nuovo il suo cuore. Lei ci convive da quanto è una bambina e l'ha accettato. Io? Sapere che possa stressarsi fino a sentirsi male mi uccide in modi che non pensavo esistessero.

Il fuoco nelle vene mi si è acceso nell'istante in cui mi ha raccontato cosa hanno fatto i suoi genitori a lei e sua sorella, ed è da allora che sfrigola.

Selene ha utilizzato un tono impassibile per tutto il racconto ma sono mesi che la osservo con più attenzione di quanto io ammetta tutt'oggi a me stesso e ho imparato a decifrarla; lei non è tra quelle che lascia prendere il sopravvento alle emozioni. Ha il controllo di ogni cosa. Ha un controllo che sono sicuro detesta. Penso al modo in cui il suo corpo morbido si abbandona ogni volta al mio, sembra voglia urlare un disperato bisogno di lasciarsi trasportare dalla corrente, di lasciare che qualcuno si occupa di lei allo stesso modo in cui lei fa con gli altri.

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