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Is it chill that you're in my head?
Delicate, Taylor Swift

Is it chill that you're in my head?⎯ Delicate, Taylor Swift

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SELENE

«Quando mi hai chiesto se ci sapevo fare con i bambini non era di certo questo che mi aspettavo.»

«Mm.»

«Ti stai sforzando di non ridermi in faccia?»

Scuoto la testa e mi becco un'occhiata truce. Ci sto provando, sul serio, ma i bambini del reparto di pediatria gli stanno colorando su tutta la faccia un arcobaleno; più lui s'imbroncia più loro si divertono a strizzargli le guance e strappargli un sorriso con la forza.

«Giuro che me la paghi» sibila ma io schiocco la lingua contro il palato.

«Sei stato tu che ha voluto darmi carta bianca e cedere a qualunque fosse la mia richiesta. Stiamo facendo tutto secondo i patti» replico ma dagli sguardi che continua a lanciarmi dietro le teste dei bambini, temo di dovermi preoccupare lo stesso.

Non so perché l'ho portato qui. All'inizio pensavo solo di farmi accompagnare a uno dei rifugi per animali dove faccio volontariato, ma quando la settimana scorsa si è confidato con me su ciò che ha fatto per i suoi amici, scegliendo di fidarsi di me, non ho potuto fare altro che ricambiare e condividere con lui un pezzo della mia vita.

Non penso che l'incubo che ha avuto quella notte abbia avuto a che fare con ciò che mi ha detto ma neanche tirare fuori la storia di Ava e William deve essere stato altrettanto piacevole.

So che c'è molto di più. L'oscurità che grava nel suo sguardo perennemente diffidente come quello di un animale ha una storia ben più complicata e lunga per cui non voglio mettergli pressione. Non so cosa ha passato ne se me lo dirà mai, ma riuscire a togliergli dalla faccia quell'espressione greve anche per soli cinque minuti è già una vittoria per me.

Al momento, però, quelli che stiamo ridendo sono io, gli infermieri, i genitori e i bambini. L'uomo che inspira dal naso come un toro imbufalito ma che continua a cedere alle richieste dei quattro bimbi, che gli stanno appiccicati addosso come collante, non se la sta passando altrettanto bene.

Vorrei davvero andare ad aiutarlo ma non ho mai visto Martha, Jose, Lucien e Florence così entusiasti. Che il cielo mi fulmini adesso se vado e interrompo uno spettacolo così bello. Non fanno altro che ridere, e tra queste quattro mura, per quanto siano colorate e piene di disegni, non si ride tanto spesso. Oggi è una giornata buona per tutti loro, la sofferenza se ne sta appartata nell'angolo dei loro letti mentre a muovergli le gambe è la felicità.

Serve a loro e anche alla loro famiglia. Serve a tutti.

«Lo adorano» afferma Freya al mio fianco, stretta tra le mani ha una cartella e lo stetoscopio che penzola dal collo. Quando siamo arrivati stava controllando insieme ad altri due colleghi i bambini come da routine, aiutandoli a prendere le medicine.

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