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Well, tell me your confessions, baby, what's the worst?
Church, Chase Atlantic

Well, tell me your confessions, baby, what's the worst? ⎯Church, Chase Atlantic

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PETER

«Oddio, penso di essermi appena innamorata di te.» Elena scivola dentro il suo tubino rosso, sfiorandosi il fianco mentre richiude la cerniera laterale, attardandosi sulla pelle scoperta mentre gli occhi verdi mi fissano famelici.

Sa bene che posso andare avanti per tutta la notte ma ho delle cose da sbrigare e dunque infilo la collana con il crocifisso al collo e la guardo truce.

«Allora sarà meglio finirla qui» prometto tenendo aperti gli ultimi due bottoni della camicia senza provare un briciolo di rimorso di fronte la sua espressione accigliata.

«Stavo scherzando» smentisce il tutto con una ravvivata ai capelli di fronte lo specchi. Evitando il mio sguardo tira fuori il rossetto e lo riapplica. «Deve essere stato una conseguenza al modo in cui mi hai fatta venire.»

Nessuno li guardava mai a lungo i miei occhi. Immagino avvertissero l'oscurità che il resto del mio corpo non lasciava mai trapelare. Lo sguardo però non l'ho mai potuto controllare, e quell'insidiosa verità che per anni ha martoriato il mio corpo ha sempre scavato un buco anche in mezzo alla mia impassibilità.

«So bene che non ti piace quando si pronunciano certe parole, cosa credi?» continua voltandosi e ondeggiando i fianchi mentre mi viene incontro.

«No, non mi piace. Le regole le conosci Elena.»

«Stavo solo scherzando» ripete aggrappandosi al colletto della mia camicia, fingendo invece di raddrizzarlo. «Non è stato bello?»

«È solo sesso.» La smorfia sul volto pallido è sufficiente, non dura neanche cinque secondi, ma quando gli occhi dal taglio a mandarla si restringono come scossi da uno spasmo ho già preso la mia decisione. «Dov'è William?» le chiedo togliendomi di dosso le sue mani prima di avviarmi alla porta.

«Non lo so. Non si fa vedere da giorni, e neanche Ava.» Ricorrere a lei per sapere dove si trova quel fottuto stronzo non era ne il piano A ne il B e di certo neanche il piano G. Ma le idee scarseggiano, e di lui non c'è traccia da nessuna parte. Tanto vale provarle tutte. Elena è la cugina di Ava, la fidanzata del mio amico, quindi è logico che sappia qualcosa in più no?

«Hanno parlato di un viaggio?» Le do le spalle mentre tiro fuori il telefono e compongo il suo numero. Per l'ennesima volta.

«No. Ava non partirebbe mai senza dirmelo, siamo come sorelle. In quel caso avrebbe avuto bisogno di tutto il mio sapere in fatto di moda per mettere in valigia l'essenziale senza esagerare...» Mi chiudo la porta del bagno alle spalle interrompendo il suo blaterare a proposito del nulla cosmico.

Stringo il telefono fino a che le nocche non sbiancano quando quest'ultimo non risponde.

Inizio a innervosirmi, per non dirmi preoccupato. È raro che mi preoccupi di un'altra persona, William lo sa e se lo è fatto andare bene comunque. Ma si può dire che qualcosa che assomiglia molto all'apprensione si sta aprendo un' incavatura nel mio petto.

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